Per festeggiare i suoi 84 anni Francesco Guccini torna a Bologna in Piazza Grande. Con Fra la via Emilia e il West

Lunedì 17 giugno alle 21.45, il maestro tornerà sul palco di piazza Maggiore, dove quarant'anni prima, la sera del 21 giugno 1984 celebrò con tanti amici - tra cui Lucio Dalla, i Nomadi e Giorgio Gaber - i primi vent'anni della sua carriera

Di THR ROMA

Sul palco erano passati Lucio Dalla con Piazza grande, gli Equipe 84 con Auschwitz, i Nomadi con Dio è morto, Claudio Lolli che aveva proposto – prima emblema del movimento studentesco, poi brano d’essaiHo visto anche degli zingari felici, i vecchi amici Viulan, l’indimenticato Jimmy Villotti, Giampiero Alloisio e l’Assemblea musicale teatrale con Venezia, Paolo Conte con Genova per noi. E ancora, Giorgio Gaber, Pierangelo Bertoli, Deborah Kooperman e Andy J.Forest. La sera del 21 giugno 1984 piazza Maggiore, a Bologna, era stracolma per il concerto che festeggiava i vent’anni di carriera di Francesco Guccini.

Quarant’anni dopo, lunedì 17 giugno alle 21.45, il Maestrone tornerà su quel palco, tre giorni dopo il suo ottantaquattresimo compleanno, nella prima serata di Sotto le stelle del cinema, per rivivere quei momenti. Fra la via Emilia e il West (così si intitolò il concerto, da un passo del brano Piccola città, datato 1971) in dialogo con Massimo Cotto, tra ricordi e suggestioni di una serata-evento che fu organizzata dal comune e da radio Informazione, con il patrocinio del Resto del Carlino, e che – secondo conteggi fatti allora – radunò 150mila spettatori. “Una sorta di piccola Woodstock italiana” la definì il presidente della Coop Radio Informazione, Nicola Sinisi, poi diventato assessore comunale alle politiche culturali e, in tempi più recenti, direttore di Radio Rai.

Al termine della chiacchierata con Cotto, giornalista e scrittore, il tuffo nei ricordi sarà completato proprio con la proiezione di quel concerto, ripreso da Rai2 per essere trasmesso in differita. Guccini aprì con Canzone per un’amica, chiuse con un omaggio a Bologna e infine Un altro giorno è andato, dall’album L’isola non trovata, cucendo con alcuni dei pezzi più famosi del suo repertorio gli spazi tra gli interventi degli ospiti, passando per altri brani storici come La locomotiva o all’epoca più recenti come Autogrill.

In piazza Maggiore quella sera c’erano tutti: punk, metallari, ex figli dei fiori o ancora tali con sacchi a pelo e pochi spiccioli. Famiglie, qualche coppia di anziani arrivati in centro per prendere una boccata d’aria e finiti in una massa umana accaldata e felice. I pasticcieri della Cna realizzarono per l’occasione, per la gioia del pubblico, una torta alta tre metri e mezzo, tre metri di diametro, 13 quintali di peso, sormontata dall’immancabile damigiana di vino.

“Avevo il timore di essere celebrato, ventennalizzato, ma questi problemi sono passati pensando all’aspetto di festa che avrebbe assunto la serata. È andato tutto per il meglio, sono più che soddisfatto”, commentò Guccini davanti a un buon bicchiere di vino, dopo tre ore di musica, parlando con i giornalisti a palazzo d’Accursio, con a fianco un sindaco sorridente, Renzo Imbeni, e l’inseparabile amico e fumettista Franco Bonvi Bonvicini, il creatore di Sturmtruppen e del manifesto celebrativo della serata, lo stesso riutilizzato oggi: tanti fiaschi in cantina, ciascuno etichettato con una canzone “d’annata” del Maestrone. E dopo il concerto, tutti in osteria.

(Ansa)