Sinéad, un anno dopo l’addio: una voce che soffocava

Un anno fa, l'urlo di Sinéad O'Connor si spegneva, lasciandoci storditi e increduli. La voce roca, che aveva cantato la rabbia e la tenerezza, si è fatta silenzio. Oggi, a un anno di distanza, scopriamo che a portarsela via è stato un male che le toglieva il respiro, giorno dopo giorno: la malattia polmonare ostruttiva cronica, aggravata dall'asma e da un'infezione respiratoria.

Un nemico invisibile che si è insinuato nel suo corpo, consumando la sua energia vitale, proprio come la vita l’aveva consumata con i suoi colpi bassi e le sue ferite. Sinéad, una leonessa dallo sguardo fiero, aveva combattuto battaglie contro i demoni interiori, contro l’ipocrisia del mondo, contro il dolore che l’aveva segnata profondamente. La sua voce era un grido di ribellione, un inno alla libertà, un lamento d’amore. Aveva cantato l’abuso, la fede, la solitudine, la maternità. Aveva osato sfidare il potere, stracciando la foto del Papa in diretta tv, denunciando gli abusi nella Chiesa, schierandosi dalla parte dei più deboli.

Sinead O’cconor strappa la foto del Papa in diretta TV. Foto OUL

La sua fragilità era la sua forza, la sua rabbia era la sua poesia. Sinéad era un’anima in fiamme, che bruciava di passione e di dolore. Oggi, nel giorno del suo anniversario, la ricordiamo con il cuore stretto, ma anche con la gratitudine per averci regalato la sua musica, la sua verità, la sua umanità. E mentre la sua voce risuona ancora nelle nostre orecchie, ci chiediamo cosa avrebbe cantato oggi, di fronte a un mondo sempre più diviso e ferito. Ci chiediamo se avrebbe trovato un po’ di pace, dopo anni di tormenti. Ci chiediamo se, da qualche parte, sta cantando ancora, libera da ogni dolore.

Addio, Sinéad. La tua voce ci manca, ma il tuo spirito ribelle vivrà per sempre.

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