
Accettando la nomination democratica giovedì sera, Kamala Harris ha messo in risalto il suo passato da procuratore generale. “Come procuratore, quando avevo un caso, non accusavo ma la controparte in nome della vittima, ma in nome del popolo”, ha detto alla folla dello United Center.
Questo segue una strategia che ha perseguito da quando ha iniziato la sua campagna elettorale. Come recitava uno spot a temaLaw &Order andato in onda lunedì: “Abbiamo bisogno di un Presidente che ha passato la sua vita a perseguire i colpevoli come Donald Trump”.
Da un lato, questo approccio si basa su una semplice logica. Harris è salita in politica grazie alla sua reputazione di Pubblico Ministero. Con il suo avversario Donald Trump che ha in corso un procedimento giudiziario. E’ lo stesso Trump che per altro concentra la sua candidatura sulla presunta morbidezza dei Democratici nei confronti del crimine .
Ma anche se si trattasse di una valida strategia politica, il fatto che Harris ricalchi con forza il suo precedente lavoro la fa incappare in un ostacolo inaspettato: Hollywood ha passato molti anni a plasmare una visione ‘tiepida’ dei pubblici ministeri nell’inconscio collettivo.
Gli schermi, certo, sono stati popolati a lungo pieni di eroici avvocati: Perry Mason, Atticus Finch, il Jake Brigance di McConaughey in A Time To Kill, persino Alicia Florrick in The Good Wife. Ma sono tutti avvocati difensori, che rimediano ai torti con l’indipendenza di un cowboy e l’integrità di un corista.
I procuratori nei film e nelle serie televisive più popolari tendono a essere ridotti a protagonisti di secondo piano del loro stesso dramma o, peggio, a schiantarsi sugli stessi problemi creati dal sistema stesso.
Considerate gli antagonisti di tutti quegli avvocati difensori. Questi procuratori esistono come amabili perdenti, in campo per cedere la palla in modo che la difesa possa segnare un tiro da tre punti. Hamilton Burger, il procuratore della contea di Los Angeles di Perry Mason, conduceva le sue battaglie in modo così inefficace che l’attore che lo interpretava, William Talman, spesso protestava che il suo personaggio non era un tirapiedi, il che di solito è un buon segno.
“Burger non perde. Come può un procuratore distrettuale perdere quando non riesce a condannare un innocente?”, amava dire, ignorando opportunamente il fatto che non sembrava nemmeno accusare un colpevole. Decenni dopo, il procuratore di My Cousin Vinnysi trovò confuso e si fece regolarmente vedere da Joe Pesci. (Trump, non a torto, ha giocato su queste percezioni definendo la sua nemesi di procuratore Alvin Bragg “pigro sui crimini violenti”).
Una rara caratterizzazione di un procuratore è arrivata con il film drammatico di Sidney Lumet del 1996 “ La notte cade su Manhattan”, in cui il personaggio del procuratore distrettuale Sean Casey, interpretato da Andy Garcia, ha un’ascesa fulminante mentre cerca di mantenere i suoi principi. Ma il film è sfumato e, in ogni caso, la miscela molliccia di rettitudine e compromesso di Garcia appassisce di fronte agli archetipi eroici dell’aula di tribunale (inoltre, 40 anni prima Lumet aveva realizzato “12 uomini arrabbiati”, il cui intero arco dipendeva dal crollo dell’accusa).

Perry Mason(a sinistra) e un altro personaggio.
Quando non sono perseguitati dall’impotenza, i personaggi dei pubblici ministeri tendono a inciampare nel loro stesso cinismo. Law & Order ne ha fatto una specialità, con veterani come Jack McCoy (Sam Waterston) spesso duri e rassegnati. La protetta di McCoy, Claire Kincaid (Jill Hennessy), è passata lentamente dall’idealismo alla disillusione con l’intensificarsi del gioco delle condanne. Come ha scritto qualche anno fa un ex assistente procuratore degli Stati Uniti (a proposito di veri procuratori) per il Brennan Center for Justice della NYU, “sono diventato procuratore perché non mi piacciono i bulli. Ho smesso di fare il procuratore perché non mi piacciono i bulli”.
Sembra che più Kamala Harris si addentri nella sua professione, più si metta a fare i conti con una verità che fa accapponare la pelle: l’intrattenimento ha trascorso decenni a programmarci per non fare il tifo per lei.
Una rappresentazione simpatica di un pubblico ministero è arrivata sugli schermi estivi con Jake Gyllenhaal che incarna il personaggio di Rusty Sabich in Presunto innocentedi Apple TV+ . Di che cosa ha bisogno Rusty Sabich per uscire dall’accusa di omicidio ?
Un buon avvocato difensore…

Jake Gyllenhaal in ‘Presunto innocente” AppleTV+
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