Nikki Haley va a lavorare come vice-presidente nel gruppo Edelman, il colosso delle pubbliche relazioni e della consulenza

L'ex governatore della Carolina del Sud non è riuscita a diventare la vice di Trump, ma sarà vicepresidente di EGA, la società di consulenza globale di Edelman, focalizzata sugli affari pubblici e governativi. In altre parole, Haley diventa lobbista.

L’ex governatrice della Carolina del Sud, ambasciatrice delle Nazioni Unite e candidata alla presidenza Nikki Haley si sta lanciando nel settore delle comunicazioni, unendosi alla società di pubbliche relazioni e comunicazioni di crisi Edelman, in qualità di vicepresidente della divisione EGA.

Anche l’ex senatore democratico Max Baucus, ambasciatore del presidente Obama in Cina, si unirà al gruppo e sarà consulente senior di EGA. La Haley aiuterà le aziende e i marchi a comprendere il ruolo che la politica svolge nelle aziende americane e a orientarsi in quel mondo.

La politica è diventata un punto critico per i clienti, nel marketing, nel coinvolgimento dei dipendenti e nella gestione della reputazione“, ha affermato Edelman, “Durante il suo periodo da Governatrice, la Haley ha avuto un grande successo nell’attrarre aziende straniere in Sud Carolina e, come Ambasciatrice presso le Nazioni Unite, ha contribuito a guidare un importante lavoro su questioni globali“.

In un periodo di crescente complessità nel mondo degli affari, delle politiche e della politica, i marchi devono anticipare cosa succederà nel tempo“, ha aggiunto Haley, “Che si tratti di gestire una crisi o di celebrare un successo, i leader del settore devono essere pronti a comunicare in modo chiaro e condividere la loro visione futura. Sono entusiasta di unirmi al team di Edelman per aiutare i loro clienti ad affrontare le sfide future“.

Negli ultimi anni, ci sono stati diversi casi in cui grandi marchi e aziende si sono ritrovati nel mezzo di una tempesta culturale o politica. La Disney, ovviamente, ha dovuto gestire sia l’indignazione dei dipendenti sia la ritorsione dello Stato della Florida a causa della risposta al cosiddetto disegno di legge “non dire gay” della Florida.

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