
I Cinema Audio Society Awards, giunti alla 61ª edizione, rappresentano il riconoscimento più prestigioso per il suono nel cinema e nelle serie televisive, superando persino gli Oscar in autorevolezza, poiché assegnati da una giuria composta solo da massimi esperti del settore. The Hollywood Reporter Roma ha intervistato Maurizio Argentieri, unico italiano tra tutti i nominati per il suo lavoro nella serie tv Ripley, che ci svela i segreti e una nuova visione del suono nel cinema.
Ho visto e ascoltato Ripley, e ho avuto la sensazione che il suono abbia avuto, più che in altre serie, un ruolo speciale, i suoni sembrano avere più evidenza creando stati d’animo particolari, in genere evocati più dalla musica che dal suono.
Il lavoro sul suono è stato intenso e complesso. È iniziato già dalla sceneggiatura di Zaillian, che pone nella scrittura grande enfasi sui pensieri del protagonista, Tom Ripley. Ad esempio: “Tom mentre cammina per andare a casa pensa alla sua solitudine”. La sfida principale per me è stata: come rappresentare non solo le emozioni, ma anche i pensieri di un personaggio attraverso suoni che, pur sembrando prevalentemente esterni, riflettano la sua interiorità? Un esempio particolare è nel primo episodio: la sequenza inizia con Tom che esce dalla metro e va a piedi a casa. Abbiamo realizzato un mix di vari piani sonori: la strada, il traffico lontano e per ultimo il suono di una tromba che viene da dentro un locale del Village, che evoca attraverso le sue note una malinconia estrema, ulteriormente caratterizzata da una sonorità in lontananza, con ambienti riverberati, con ambulanze distanti.
Il suono in questo caso non descrive solo il luogo e il tempo, ma anche l’emozione.
Esatto, non solo evoca emozioni, ma riflette anche il pensiero interiore. In alcuni casi, però, è stato più complesso rendere i pensieri del protagonista, e ho passato notti insonni a trovare soluzioni. Il regista era molto preciso su cosa dovesse emergere; il primo giorno di ripresa ha stoppato una scena perché ha sentito che il microfono di Tom faceva un po’ di rumore. Tom Ripley cambia più volte: nel primo episodio è solo un truffatore fallito, e i rumori descrivono non solo la stanza modesta in cui vive, ma anche il suo stato mentale e la visione distorta di un delinquente nell’America degli anni ’60. I gorgoglii dell’acqua nera della doccia e i suoni “sporchi” dei ventilatori della metropolitana, amplificati rispetto al normale, sottolineano questa condizione, caricandosi di significati che contribuiscono quindi al senso dell’intera serie.
Poi la scena passa in Italia
Dove le sonorità cambiano radicalmente, con toni più armoniosi e rilassanti che descrivono un Ripley diverso. Dopo il terzo episodio, il suono diventa nitido e preciso, riflettendo il nuovo status di Ripley, che ha cambiato identità e vive nel lusso, ma sotto costante pressione: nella sua casa di Roma, è continuamente minacciato dall’ispettore. Ci sono dei suoni che avvengono molti piani più in basso del palazzo, a cui una persona rilassata non farebbe mai caso, a differenza di qualcuno che vive sempre in allarme, nel timore continuo di essere scoperto. Allo spettatore vengono quindi consegnati questi suoni a un volume alto mettendo in evidenza la sensibilità allertata del personaggio. Il viso sembra apparentemente calmo, ma i suoni aiutano ad entrare nella sua interiorità.
Hai citato il terzo episodio per il quale hai ricevuto la nomination con il reparto del suono
Ha il suo apice nella scena della barca, dove Ripley uccide Dickie a colpi di remo. In questo caso, sono i rumori della barca a riflettere la sua mente, quella di un freddo omicida. Durante l’assassinio si percepiscono lamenti che sembrano provenire direttamente dall’imbarcazione.
Come si può far parlare una barca? Sembra quasi che soffra, e quando lui la distrugge, il legno emette suoni quasi rabbiosi.
La barca, già visivamente animata in modo insolito per volere del regista, è stata arricchita da suoni emozionali che contrastano con i pensieri freddi di Ripley, anche perché Tom in quella sequenza decide di “uccidere” anche la barca la quale, come se fosse testimone di quanto accaduto prima, cerca di difendersi. Sono stati usati suoni di animali, rielaborati e trasformati per richiamare la materialità del legno, per dare “vita” alla barca in modo credibile. Questo scontro tra “lei” e Ripley enfatizza il suo lucido distacco emotivo.
C’è stata collaborazione da parte della troupe per realizzare registrazioni così complesse?
Nella casa di Roma, ricostruita in un teatro di posa, la troupe è stata molto attenta. Ho supervisionato personalmente la costruzione del pavimento per evitare un effetto artificiale. Abbiamo utilizzato gomme smorzanti per ridurre i riverberi dal pavimento e abbiamo registrato il suono usando elettroniche valvolari di qualità per dare al suono un sapore vintage ma allo stesso tempo integro, preciso e coerente con gli standard moderni. Questi dettagli sonori sono stati messi in evidenza per costruire un mondo che di solito nel cinema è trattato come uno sfondo, e che in questo caso diventavano partitura. Del resto, il suono è in Dolby Atmos HE, una tecnologia che crea uno spazio sonoro tridimensionale, non solo orizzontale ma anche verticale. Ad esempio, i ventilatori della metropolitana si percepiscono sopra gli spettatori, offrendo una sensazione più immersiva.
È vero che avete sperimentato una sorta di anticipazione degli episodi successivi attraverso i suoni?
Il montatore del film ha iniziato a mettere insieme dei suoni che anticipavano ciò che sarebbe successo nell’episodio successivo. Questo gioco è diventato collettivo, coinvolgendo anche Zaillian. Abbiamo deciso di inserire questi mixaggi nei titoli di coda di ogni episodio, anticipando i suoni di quello successivo. È un enigma nascosto.
Vorrei una tua riflessione sul ruolo del suono nel cinema e nelle serie TV. Molti lo considerano un lavoro puramente tecnico, e spesso, anche in Italia, i registi vedono questa figura come un esecutore preciso delle loro indicazioni, senza un ruolo creativo. Il tuo approccio, invece, mi sembra diverso.
Noi siamo i primi testimoni, i primi a posare le fondamenta di una struttura su cui si costruisce l’intera colonna sonora. Coordiniamo il lavoro di altri reparti che altrimenti senza le dovute accortezze influenzerebbero il suono in maniera casuale. Il punto di partenza è analizzare la storia scritta e trasformarla in linguaggio sonoro. Con Zaillian questa collaborazione è stata per me molto intensa, la sua sensibilità al suono è straordinaria. Non a caso, come mi ha raccontato un giorno, il suo primo lavoro in ambito cinematografico è stato proprio di assistente al montaggio del suono, anni prima di diventare lo sceneggiatore di Schindler’s List (per cui ha vinto un Oscar), di Gangs of New York o di The Irishman.
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