L’Ultima cena delle Olimpiadi inclusive di Parigi 2024

Fosse per me le Olimpiadi le farei ormai da remoto con gli atleti a casa in pigiama come fosse un videogioco o piuttosto utilizzando la realtà virtuale.

Perché dico questo? Perché non si può immaginare un evento che dovrebbe essere soprattutto un fatto di gioia circondato dal filo spinato e dai fucili dei cecchini nel timore di attentati, non che sia la prima volta ricordiamo Monaco 1972 quando dei terroristi criminali palestinesi sterminarono la squadra israeliana nella città delle Olimpiadi appunto. La cosa che più mi ha illuminato personalmente è stato vedere una persona trans con un grande seno quasi trionfale innalzare la fiaccola Olimpica, un esempio di transessuale che mi rimandava a delle splendide notti felliniane. Bene, avere letto sotto quell’immagine dei commenti di fascisti che ravvisavano in quella scelta una sorta di decadimento totale e morale dell’Occidente mi ha dato la misura della miseria stessa dei fascisti. Avere visto ancora durante la cerimonia d’apertura quella sorta di ultima cena interpretata da persone trans è stato un altro motivo di gioia per me e per un attimo mi è sembrato di intravedere L’ultima Cena di Leonardo così come la interpreta Luis Buñuel in Viridiana cioè ribaltando l’idea del Sacro nell’umano. Non so se ci saranno ancora Olimpiadi in futuro ma qualora dovesse accadere mi auguro che siano proprio le persone trans col loro fulgore imperdibile a rappresentarle in prima persona. I fascisti evidentemente sognano un mondo angusto fatto di infelicità senza colori e soprattutto senza eros, assente a ogni desiderio, a ogni pulsione.

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