Bocca mia taci. Un titolo che descrive abbastanza chiaramente il contenuto del nuovo spettacolo di Francesco De Carlo. E quasi si può vedere il comico romano che si morde le mani dopo aver pronunciato alcune delle battute del suo monologo, ora in tour nei teatri italiani fino a maggio.
Un pezzo di quasi due ore che passano velocemente, e in cui De Carlo – che ha realizzato anche degli spettacoli all’estero, aprendo le serate di altri colleghi internazionali come Matteo Lane – riesce a tenere alta l’attenzione del pubblico, oscillando tra battute di pancia, satira e momenti di riflessione su alcuni dei temi più discussi nell’attualità. E se qualcuno si sente offeso, dice il comico: “Regà, vi passa”.
In un ritmo ben cadenzato lo stand-up comedian si scatena, scherzando su tutto. Ma proprio tutto: dal politicamente corretto fino al patriarcato, passando dall’omofobia e dall’ipocrisia religiosa, atterrando – alla fine delle due ore – in piedi, e con una bestemmia. Il pubblico, al Teatro Brancaccio di Roma, ha accolto le sue battute con grande favore, ridendo dall’inizio alla fine e interagendo quando coinvolto, in momenti di piacevole improvvisazione.
Bocca mia taci, di Francesco De Carlo
Il comico romano – ora ospite fisso anche al Comedy Cellar di New York – cammina sul filo del rasoio, in equilibrio precario. Ed è lui stesso a ribadirlo sul palco: De Carlo ha inserito in questo monologo tutto quello che “non poteva dire” online. Questo sia per il tenore delle battute in sé (a volte molto crude), ma anche per il funzionamento stesso delle piattaforme social: veloci, a spezzoni, senza contesti.
De Carlo, nella lentezza e nella calma del teatro, costruisce il contesto in cui si muove la sua comicità, e anche se Bocca mia taci, in diversi punti, si lascia andare a frammenti di gusto discutibile, e con battute che – nel contesto politico attuale – potrebbero risultare irricevibili, in realtà arriva alla conclusione con una certa disinvoltura.
Nonostante alcuni scivoloni, infatti, lo spettacolo riesce ad inquadrare le idiosincrasie dell’uomo di sinistra, e lo fa senza buttare tutto in caciara: senza annullare, quindi, la complessità degli argomenti e la loro importanza. Lo stesso De Carlo, in altri spettacoli, affronta il tema delle difficoltà di essere un uomo di sinistra oggi.
Il risultato è uno show dal sapore nazional-popolare, ma che si concede dei momenti di inaspettata serietà. Francesco De Carlo ne esce come un professionista della stand-up comedy, qualità dimostrata non solo dalla sua carriera, ma anche dal suo dominare il palcoscenico, e dalla “fisicità” di alcune sue gag.
Bocca mia taci è quindi uno show piacevole, lento, anche se non condivisibile in alcuni momenti del suo percorso, ma ha una sua logica nell’individuare alcune storture della società contemporanea. Una logica folle, certo, ma è quella di De Carlo.
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