A Torino, due donne fra le più note e amate del pianeta parlano di battaglie e conquiste femminili. Di quello che è stato fatto e quello che c’è ancora da fare. Sharon Stone e Angelina Jolie sono state premiate al Torino Film Festival, con il premio Stella della Mole. E sono state protagoniste di un’intensissima giornata di parole, di cinema e di invito all’impegno, per le donne e con le donne.
Dal palco del TFF, due fra i nomi più importanti di Hollywood usano il loro carisma, la loro popolarità per far risuonare un monito contro la violenza sulle donne. Lo hanno fatto dialogando con la stampa – e con The Hollywood Reporter Roma – ma anche, nel caso di Angelina Jolie, con il suo quinto film da regista, Without Blood, tratto dal romanzo Senza sangue di Alessandro Baricco, presentato ieri a Torino Film Festival in anteprima europea. Al centro del racconto, una figura femminile interpretata sontuosamente da Salma Hayek.
SHARON STONE E L’AMERICA ADOLESCENTE
La prima ad arrivare è Sharon Stone. Bella, fiera, combattiva. A sessantun anni, ancora splendida: quando alza gli occhi e ti guarda, la penna trema. Parla del ruolo delle donne, delle loro battaglie, dell’America “paese adolescenziale”, del suo impegno nella lotta all’Aids.
“Quello della violenza contro le donne è un problema tuttora enorme. E non si può lasciare che siano solo le donne a lottare per i loro diritti: anche gli uomini devono prendere parte a questa battaglia. Gli uomini perbene non possono voltare lo sguardo dall’altra parte, quando vedono uomini violenti e prevaricatori. Li devono tenere lontani dalle loro mogli, figlie, fidanzate. Nessuno deve chiudere gli occhi”.
ANGELINA JOLIE E LA VIOLENZA DOMESTICA
Angelina Jolie arriva nella stessa sala degli incontri stampa poche ore dopo. “È importante proteggere le persone più vulnerabili del mondo”, dice. “Tutte: donne, uomini, bambini e bambine. Ma è fuori di dubbio che le donne e le ragazzine subiscono maggiori violenze ed abusi. Si vedono tantissimi casi: la situazione purtroppo peggiora. Le guerre, le violenze contro gli esseri umani sono quasi ‘normalizzate’ in tutto il mondo. È qualcosa che deve essere contrastato a tutti i costi. Che è sbagliato lo sappiamo già. Adesso, vogliamo chiederci che cosa possiamo fare, uomini e donne insieme, per cambiare questo stato di cose?”.
SHARON STONE E LE ELEZIONI USA
Sharon Stone, nell’incontro con la stampa, parla anche della situazione politica degli Stati Uniti, e della storia dell’Italia. “L’Italia ha già conosciuto il fascismo, dunque voi italiani potete capire che cosa succede in quel caso, l’avete visto accadere. Il mio paese, l’America, è ancora adolescente. Come gli adolescenti, è ancora ingenua e inconsapevole”.
Approfondisce il tema delle elezioni americane appena concluse: “Io rispetto i risultati del voto. Anche se il presidente non mi piace, rispetto il suo ruolo. Questa è la democrazia Non so che cosa accadrà in futuro, non sono una veggente. Non so neppure se ci sarà una svolta autoritaria: ci sono 200 persone al governo che devono convincere 200 milioni di persone nella società. Non accadrà tutto in un attimo”.
Parlando delle ragioni della sconfitta della candidata democratica Kamala Harris, Sharon Stone si chiede: “Abbiamo avuto modo di conoscerla davvero, in soli tre mesi e con un solo confronto televisivo? Era la persona giusta, era la più brava, la più empatica? Non saprei dire”. Ma Stone va oltre: “Dovremmo chiederci un’altra cosa. Erano davvero loro due a lottare per la presidenza, o non erano le marionette, i burattini di qualcun altro che lottava veramente per la presidenza? È qualcosa che dovremmo chiederci”. L’ombra di un Grande burattinaio dietro il successo di Trump, e anche dietro la candidata Harris. A questo punto, è naturale chiederle se avrà mai intenzione di scendere lei stessa in politica. “Io? Oh, Gesù, no!” è la sua risposta, accompagnata da una risata.
STONE, DONNE E POTERE
Stone parla del rapporto delle donne con il potere. “Sento ancora una grande resistenza al fatto che le donne abbiano potere. Una resistenza fortissima, opposta da uomini che hanno un’intelligenza inferiore”. E a proposito di intelligenza: “Mi è stato spesso detto che l’intelligenza è un fardello, a burden, per me. Ma l’intelligenza è un peso se hai una vagina, e non lo è se hai un pene? Perché? Perché la mia intelligenza dovrebbe essere un handicap, perché appartengo a un genere differente?”.
14 MILIONI DI DOLLARI VS 500MILA
In sala, in smoking nero con gonna lunga e cravatta bianca, presenta il suo film, da regista e produttrice, The Quick and the Dead, del 1995, nel quale è attrice e produttrice. Sharon Stone ha ricordato il caso eclatante di disparità di trattamento economico che riguarda lei, ai tempi di Basic Instinct: “Con quel film avevo guadagnato 500mila dollari, mentre Michael Douglas aveva guadagnato per lo stesso film 14 milioni di dollari. Per il film successivo, dissi ‘Trovate un film nel quale mi pagate un milione di dollari, perché al di sotto di quella cifra non lavorerò’. Mi risposero: ‘Non se ne parla. Nessuna donna è stata mai pagata tanto, nessuna donna arriverà mai a essere pagata un milione’. E invece andò proprio così: diventai anche produttrice di The Quick and the Dead (in italiano Pronti a morire), e ebbi anche qualche intuizione niente male: chiamai un giovane attore dall’Australia che si chiamava Russell Crowe, e un giovanissimo attore che si chiamava Leonardo DiCaprio”.
IL PROVINO PER LEONE
Racconta: “Ho fatto un provino per C’era una volta in America, e non mi presero perché il mio seno era troppo grande! Ma il mio sogno era lavorare con Robert De Niro. E ci sono riuscita anni dopo, in Casino di Martin Scorsese”. Scorsese è un regista che Sharon Stone rispetta, ammira e a cui è legata da un affetto profondo: “Martin è un italiano, di cultura, di personalità, ha le qualità di un italiano. Sa che cosa sia la fedeltà, ha una cultura della famiglia. Continuiamo, da anni, a sentirci”.
JOLIE E BARICCO
Angelina Jolie arriva all’incontro con la stampa insieme ad Alessandro Baricco: lo scrittore piemontese, autore di alcuni dei più grandi successi della letteratura italiana degli ultimi trent’anni, da Castelli di rabbia a Oceano mare, da Novecento a Seta, è l’autore del romanzo breve Senza sangue, da cui Angelina Jolie ha tratto il suo film. “Sono un’ammiratrice di Baricco da tempo”, dice Jolie. “Scrive con un linguaggio cinematografico, come se fosse un regista, perché è in grado di dipingere immagini chiare e nitide con le sue parole. Ho ritenuto che Senza sangue fosse uno studio sull’umanità di tutti noi”.
La storia del film parte da un episodio di terribile violenza, del quale rimane testimone e vittima una bambina. Ritroviamo questa bambina molti anni dopo. È una donna, una giovane donna determinata, sicura di sé, che invita un uomo a prendere un caffè con lei. Quest’uomo è uno di coloro che hanno sterminato la sua famiglia.
UNA MAIL DA JESSICA RABBIT
Alessandro Baricco racconta come è stato contattato da Angelina Jolie: “E accaduta una di quelle cose magiche, che accadono nella vita di chi fa un mestiere magico come il nostro. Mi ha scritto una mail Angelina Jolie. Ed è come se ti scrivesse Jessica Rabbit, tu non pensi che esista veramente! O come se ti avesse scritto Topolino! E invece era lei”.
Dopo la sorpresa, i primi contatti. “Ci siamo conosciuti, mi ha invitato a Los Angeles, in una casa che dominava tutta Los Angeles, e che era appartenuta a Cecil B. De Mille. Ho fatto un viaggio lungo, ma non un viaggio lungo di ore, o di chilometri: un viaggio dell’anima. Lei, per fortuna, mi ha reso tutto più semplice: si è messa a cucinare un piatto di spaghetti. E non erano neanche male!”
GLI SCRITTORI NON DEVONO STARE FRA I PIEDI
Piano piano, il film ha preso forma. “Abbiamo cominciato a parlare del libro. Poi l’ho lasciata creare da sola, andare per la sua strada. Sono andata a trovarla soltanto una volta, a Roma, sul set. Ma il film è una creatura sua. Lo scrittore non deve intervenire, non deve proporre cambiamenti o altro. I libri devono scomparire nei film. Gli spettatori devono solo respirare cinema, e dimenticarsi del libro”.
Prosegue Jolie: “Che cosa mi piaceva della storia di Alessandro Baricco? Il fatto che nessuno è solo buono, nessuno è solo cattivo. Nei film di solito ci sono i buoni e i cattivi: qui non li troviamo. Ogni personaggio è complesso, come è complessa la vita. E ognuno si chiede come ha fatto, a finire dentro la vita che sta vivendo”.
Senza sangue , prodotto da Fremantle, The Apartment, da De Maio Entertainment e dalla stessa Angelina Jolie, non ha ancora una distribuzione italiana né americana e dunque una data di uscita, mentre uscirà l’1 gennaio 2025 Maria, il film di Pablo Larraín in cui Angelina Jolie interpreta Maria Callas. Il Torino Film Festival prosegue fino a sabato 30 novembre, quando si chiuderà con la proiezione di Waltzing With Brando di Bill Fishman.
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