La docuserie di Netflix su Aaron Rodgers: le più grandi rivelazioni di “Enigma”

Insignito quattro volte del premio Most Valuable Player, il campione consuma ayahuasca, espone esplicitamente il modo in cui la bevanda ha cambiato la sua vita e discetta in profondità del suo rapporto con la fede, la famiglia, la spiritualità e gli screzi con la stampa (dalle teorie del complotto all’immunità da Covid-19) che hanno segnato la sua carriera

Chi è Aaron Rodgers?

Si tratta di una domanda complicata, una domanda per rispondere alla quale Netflix e i registi  Gotham Chopra e Liam Hughes hanno dedicato tre ore in Enigma, la nuova rivelatoria serie di documentari in streaming. Nel corso di tre episodi — “Becoming,” “Awakening” e “Reckoning” — Rodgers accoglie gli spettatori perché traggano le loro conclusioni e li invita nella sua vita in un modo che non ha precedenti per un quarterback attivo nell’NFL. Vi è mai capitato di sentire che un protagonista dell’Hall of Fame si fa di ayahuasca e contempla come debba essere la vita di una farfalla quando emerge dal bozzolo? No? Beh, neanch’io. 

Prodotta da Religion of Sports (cofondatore il grande Tom Brady dell’NFL), Skydance Sports e NFL Films and Religion of Sports, Enigma si cimenta nel tentativo di ripercorrere la carriera di Rodger da quando è stato scelto con il numero 24 nel NFL Draft del 2005 fino a diventare campione del Super Bowl ed essere poi insignito quattro volte del premio Most Valuable Player. La serie rivela anche in modo approfondito la sua vita lontano dal campo. Dopo essere stato consacrato superstar con il suo XLV campionato del Super Bowl come quarterback dei Green Bay Packers, Rodgers ha avuto una serie di relazioni di alto profilo con attrici di Hollywood mentre affrontava anche dispute familiari nei reality. Negli ultimi anni, è diventato una sorta di parafulmine nella stampa per essersi aggirato in varie teorie della cospirazione, per aver messo in discussione la politica vaccinale anti-Covid dell’NFL e per aver meditato di candidarsi alla Casa Bianca come possibile vicepresidente di Robert F. Kennedy Jr. 

Aaron Rodgers appare in una scena della sua docuserie Netflix “Aaron Rodgers: Enigma”. Foto per gentile concessione di Netflix

Di tutto questo si occupa Enigma, che dedica buona parte delle sue ore di documentari all’infortunio di questa stagione durante il quale si è lacerato il tendine di Achille nella quarta partita del suo debutto con i New York Jets, con il conseguenze (rapidissimo) recupero fisico. E poi c’è il suo rapporto con la spiritualità e l’ayahuasca. Gli spettatori non soltanto più volte lo sentono attribuire il suo veloce recupero proprio alla pianta in questione che lo avrebbe anche aiutato a essere l’uomo che vuole essere, ma lo vedono bere la bevanda di origine vegetale durante cerimonie segrete nell’ambito di un ritiro di tre notti nella giungla del Costa Rica. Si tratta di un vero viaggio…e alcune scene di Enigma vedono Rodgers cercare di rispondere alla domanda iniziale. “Chi sono?” si chiede a un certo punto, rimuginando sul suo successo e sui conseguenti conflitti interni che ha vissuto. “Sono un giocatore di football? Sono uno che sta fuori campo? Molto di ciò dipende da una lotta di identità. Ho fatto fatica a essere chi sono stato e chi volevo essere”.  

Aaron Rodgers appare in una scena della sua docuserie Netflix “Aaron Rodgers: Enigma”. Foto per gentile concessione di Netflix

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