
Cosa c’è di meglio che trascorrere le vacanze di Natale su una calda isola delle Canarie? Nulla, e lo sa bene una famiglia norvegese che arriva con le migliori intenzioni. Presto però oscuri presagi, grazie agli studi di una ricercatrice, prendono corpo in concrete minacce.
Sono le premesse di una serie norvegese, La palma di Martin Sundland, Lars Gudmestad e Harald Rosenløw Eeg, che ha avuto alto gradimento su Netflix. L’isola che le dà il titolo, diventa teatro di una eruzione del vulcano Cumbre Vieja, seguita da un mega tsunami. La lotta contro il tempo, il potere incontrollabile della natura, un gruppo di individui che non hanno nulla in comune ma che finiranno per stabilire dei legami angosciosi perché condividono tutto la lotta per sfuggire alla apocalissi: è la formula più antica del “disaster movie”.
In realtà questa serie tv va oltre il concetto di catastrofe in senso lato che appare spesso in tv o nei film. Quattro episodi trasmessi su Netflix e schizzati in vetta alle classifiche tra i più visti, prendono spunto dalla realtà. Nel 2021, infatti c’è stata realmente sull’isola un’eruzione, durata 85 giorni, che, però, non ha dato vita a una terribile conseguenza come quella riportata sul piccolo schermo, anche se la paura che potesse succedere qualcosa di analogo ha fluttuato per un lungo periodo.
Il rapporto distorto tra uomo e natura e quanto il clima stia cambiando gioca un ruolo fondamentale ma al netto di queste considerazioni cosa ha fatto sì che questa serie sia piaciuta così tanto?
Marianna Baroli, giornalista di Panorama ci ha detto: “La Palma si distingue come una serie dal forte impatto emotivo che intreccia tensione scientifica e dramma familiare. L’idea di un’eruzione imminente funge da metafora potente per esplorare dinamiche umane e scelte morali sotto pressione. Tuttavia, per emergere davvero, avrebbe dovuto bilanciare il realismo scientifico e lo sviluppo narrativo, mentre invece cade molto spesso nei cliché del genere catastrofico”.
Quindi l’intenzione iniziale è buona, ma si è persa durante il tragitto.
Fabio Fusco, giornalista di Cinemaserietv.it invece ha in mente questa analisi:
“La Palma segue una trama collaudata e richiama titoli come The Impossible di Juan Antonio Bayona. Porta avanti una narrazione avvincente, costruita attorno a un’inquietante ipotesi avanzata anni fa da due studiosi. Al tempo stesso la serie svela i fragili equilibri delle vite dei protagonisti”.
L’isola dove si svolgono i fatti non è quindi uno sfondo, ma una dei protagonisti. Lo spiega chiaramente Nicholas Massa su Everyeye.it:
“La Palma si dispiega attraverso luci e ombre, inglobando lo spettatore in un sogno pulitissimo e cristallino che si trasforma gradualmente in un incubo soffocante”.
La domanda che tutti si fanno quando termina una serie di successo è se ci sarà una nuova stagione. Il finale lascia poco spazio ai dubbio. Anche se l’esperienza ci insegna che la creatività, in passato, non si è mai lasciata fermare da ostacoli del genere.
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