Mario Sesti

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Gabriele Salvatores: “Napoli, New York è un modo per ricordarci che una volta i migranti eravamo noi”

Il regista, insignito del Premio Film Impresa, si racconta in una lunga intervista, dalle origini, "quando negli anni '70 a Milano nacque l'amore per gli attori", all'Oscar che "luccica ma pretende qualcosa da te, per questo per anni l'ho tenuto lontano da casa", passando dalle proposte rifiutate dall'America (alcune da Harvey Weinstein che "ne ha fatti di tutti i colori, però di cinema ci capiva") fino al prossimo film tratto da un soggetto ritrovato di Federico Fellini

Addio Paolo Taviani. Quando il cinema è il linguaggio straordinario e misterioso della fratellanza

I ricordi di chi li conosceva bene, lui e Vittorio, i fratelli registi più amati della settima arte in Italia: dalla passione per il "neorealismo hollywoodiano" di Caccia tragica di De Santis al film di Huston tratto da Joyce, passando per Morricone, D'Alema, Pirandello e Nanni Moretti. Ma soprattutto, i loro film che volevano cambiare il mondo nel segreto di una creatività condivisa

Ernesto Assante, maestro Jedi della musica impossibile da dimenticare

Poteva chiamarti per proporti di scrivere insieme a lui un libro, un programma radiofonico, una enciclopedia. Ma poteva anche chiamarti per fondare una nuova religione, fare un podcast su Demetrio Stratos e Gian Maria Volontè, rifare Woodstock a Villa Ada. Un ricordo del giornalista e critico musicale

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