Nel mondo ci sono 152 milioni di bambini costretti a lavorare: Global Harmony, accende un faro su Lampedusa e lo sfruttamento minorile

Il film di Fabio Massa sarà nelle sale italiane dal 13 marzo e poi su Apple Tv. Nel cast anche Maria Grazia Cucinotta, Enrico Lo Verso e Cristina Donadio.

“Non dobbiamo mai dimenticarci della speranza. È un sentimento fortissimo, dev’essere la lente attraverso cui guardare al futuro. Ci sarà sempre una speranza di cambiare il mondo, di dare una possibilità a chi non ce l’ha”. Fabio Massa, regista e sceneggiatore,  racconta lo stato d’animo con cui ha girato Global Harmony, il lungometraggio prodotto da Goccia Film in uscita nelle sale italiane giovedì 13 marzo, con la partecipazione di Morgan David Jones, Maria Grazia Cucinotta, Enrico Lo Verso, Cristina Donadio, Denny Mendez, Rasha Bilal, Thomas Arana e Sergio Muniz. 

Il film è già in distribuzione in oltre 80 paesi e ha ricevuto una lunga serie di riconoscimenti.

“È il cambiamento – spiega Massa – l’aspetto che voglio raccontare. Un cambiamento che dev’essere sociale ma anche individuale. Il dramma dello sfruttamento minorile dev’essere vissuto e interpretato da ognuno di noi attraverso un cambio di paradigma rispetto al passato. Oggi nel mondo ci sono 152 milioni di bambini costretti a lavorare. Più della metà svolge lavori molto pericolosi. Non possiamo più girarci dall’altra parte, non possiamo più ignorare. Dobbiamo metterci in gioco, accendere un faro e lottare”. Ed è proprio questo il sentimento che spinge Richard Foster, protagonista del film, a non arrendersi nemmeno quando gli ostacoli sembrano insormontabili.

Girato tra Lampedusa, Napoli e New York, fin dalle prime scene il film vede Foster, giornalista statunitense già due volte Premio Pulitzer, impegnato sul fronte della cooperazione internazionale con la sua Global Harmony Foundation, assistere ad un tragico incidente: una giovane madre incinta perde la vita dando alla luce la propria figlia, che nasce tra le su braccia. I

È un turning point, una sliding doors: deciso ad adottare la piccola, Foster si trasferisce a Lampedusa. Vuole portare a termine un progetto innovativo, unico, per cambiare il rapporto tra l’Africa e l’Italia, oggi drammaticamente basato sulle tratte clandestine e le attività illecite degli scafisti.

“All’inizio – spiega Massa – ero molto scettico, i punti di domanda erano tanti, le difficoltà immense, non sapevo davvero come ci saremmo riusciti. Per fortuna ho trovato un cast di persone abituate a tutto, dai set di Hollywood alle location meno convenzionali. Un gruppo pronto a mettersi in gioco, a ridiscutersi, ad ampliare il proprio pensiero: per entrare nella logica di ciò che raccontavamo, ci siamo confrontati con diverse associazioni che si occupano di sfruttamento minorile da decenni. C’è voluta tanta organizzazione, tanta forza d’animo da parte di tutti. Mi sono innamorato dell’isola e dei suoi abitanti, persone accoglienti e disponibili che ci hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro comprensione”.

Global Harmony segna il debutto sull’isola anche per Enrico Lo Verso, che nel film interpreta un medico impegnato a salvare vite umane: “Anche per me è stata la prima volta su un set: l’isola trasmette sensazioni contrastanti molto intense, il dramma delle migrazioni unito alla speranza per un futuro migliore”. 

Il film – disponibile su Apple TV – unisce l’indagine sociale e la drammaticità al ritmo del thriller. “È una favola a lieto fine, anche se un po’ amaro, con tante questioni in sospeso” conclude Lo Verso. 

Cristina Donadio, che interpreta la conduttrice televisiva italiana a cui Foster racconta la propria missione aggiunge: “Il film è drammaticamente reale. Un film contemporaneo, di cui davvero c’era bisogno. Vengono raccontate storie che spesso non vorremmo sentire. È il terzo film che giro con Fabio, lo conosco bene, però questa volta mi ha davvero sorpreso il coraggio che ha avuto parlando di temi e storie che spesso vorremmo non conoscere”.

E coclucde: “Finché ci sarà bisogno di speranza, significa che le cose non sono al loro posto. La questione migratoria è ad un punto di non ritorno: o affrontiamo il problema seriamente, o sarà troppo tardi”.