Sanremo 75, finale thriller: vince Olly, secondo Lucio Corsi. Ma la vincitrice morale è Giorgia, onorata dall’apoteosi di un pubblico che contesta le votazioni

Si chiude un’edizione da record, con una inedita ribellione al voto dell’Ariston e un sorprendente culto della personalità di Carlo Conti

Dopo il clamoroso record di ascolti registrato durante la quarta serata del Festival 2025, sabato mattina Carlo Conti arriva in sala stampa raggiante come mai. La carrellata di cover del venerdì ha tenuto incollati alla tv oltre 13,5 milioni di italiani, share che ha sfondato il 70% e web letteralmente impazzito (almeno fino a quando non esce la notizia della squalifica di Sinner, unico scoop capace di oscurare Sanremo). 

Com’era prevedibile, i tanti artisti transitati dall’Ariston nelle ultime 48 ore non hanno entusiasmato solo i telespettatori, ma anche i cronisti e gli addetti ai lavori. Rispetto a martedì ci siamo moltiplicati, in questo vortice di interviste, cambi di programma, conferenze stampa saltate e riprogrammate all’ultimo minuto. Alcuni hanno gettato la spugna, ma altri li hanno sostituiti, rendendo la sala stampa un vero e proprio pollaio.

Ne sa qualcosa Alessandro Cattelan: è da lunedì che lo vediamo alternarsi tra le prove del DopoFestival, qualche chiacchiera concessa in pausa caffè e una serie interminabile di scatti fotografici, puntualmente postati sulle sue pagine social. 

Si presenta in conferenza stampa accompagnato da Alessia Marcuzzi: sono loro i cò-cò della quinta serata, per la gioia dei più giovani, che li seguono e li amano fedelmente. “Ho voluto iniziare con due colleghi come Gerry Scotti e Antonella Clerici, non potevo non finire con altri due mestieranti” dice Conti, che ha ricevuto apprezzamenti e lodi a cielo aperto da ospiti, collaboratori e cantanti per tutto il festival e senza soluzione di continuità.

Conferenza stampa, dunque, che ricalca il copione dei giorni scorsi: pochissime le notizie, tanti gli slalom del direttore artistico, che evita le insidie come fossero veleno. Unico momento inaspettato: la cronista Simona Maggi dell’agenzia Vista decide di fare le veci del suo direttore Alexander Jakhanagiev, scambia Carlo Conti per Giorgia Meloni e gli chiede se al Festival “ci sono più formiche o cicale”. Il conduttore ovviamente non sa che dire, lei lo aiuta informandolo che “le formiche lavorano, le cicale cantano”, “bisogna essere un po cicale è un po’ formiche” risponde lui cavandosela alla buona. Parentesi chiusa, Conti saluta tutti e va a fare la scaletta.

Splende il sole su Sanremo, migliaia di fan invadono letteralmente le strade della città (“per venire da Bordighera ci ho messo due ore” dice un tecnico stravolto dal traffico). Entusiasmo che però continua a non trovare casa nell’animo di Tony Effe, che si presenta in conferenza stampa bardato di collane come se fosse la sua ultima apparizione pubblica. Molto più tranquillo Olly, che ride e acchiappa gli applausi dei cronisti, consapevole che la finale – se per caso gli astri si allineassero per bene – potrebbe dargli grandissime soddisfazioni.

Arrivano le 20:30. La splendida Giorgia Cardinaletti (che ha trascorso la settimana centellinando sapientemente le sue presenze in sala stampa, da vera vip) si collega con il Tg1 assieme a Conti, segnale inequivocabile che le danze hanno inizio. 

A fine puntata arrivano i primi verdetti. Il premio Mia Martini – quello cosiddetto “della critica” – se lo aggiudica Lucio Corsi, mentre quello della sala Lucio Dalla va a Simone Cristicchi. Ma la Cinquina finale è contestatissima, bordate di fischi per l’esclusione di Giorgia (ma anche per quella di Achille Lauro). Tensione alle stelle. Un finale thrilling che davvero non ti aspetti, per un Festival che aveva azzerato gli imprevisti. La stanchezza di un’intera settimana spazzata via dall’adrenalina. Alle 2 in punto Conti incorona Olly e lo spedisce dritto dritto nell’almanacco di Marino Bartoletti. “Gioco, partita, incontro” direbbe il compianto Rino Tommasi, prendendo a prestito il vocabolario tennistico. La sala stampa si svuota, almeno fino a mezzogiorno di domenica, quando Conti comparirà per l’ultimo appuntamento della kermesse. Ma il momento più toccante è il pianto di Giorgia di fronte alla lunga Standing Ovation per il premio Tim.

Giorgia sul palco del teatro Ariston durante la 75a edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, a Sanremo, Italia, 15 febbraio 2025. Foto @ANSA/ETTORE FERRARI

Nel frattempo, stanotte lo show si sposta allo stand di Radio Due per la classica festa di fine Festival. Grazie per averci seguito, ci vediamo il prossimo anno.