Io Canto Generation: riuscire ad essere vecchi in un programma con bambini

10 anni dopo l’ultima edizione il non richiesto ritorno di Gerry Scotti e dei suoi bimbi cantanti, sorprendentemente premiati dall’Auditel. Ma con pochi reali meriti

10 anni dopo l’ultima volta Gerry Scotti è tornato su Canale 5 con Io Canto, diventato senza motivo apparente “Generation” neanche fosse l’ennesimo inutile capitolo di Matrix, al cospetto di 24 adolescenti chiamati ad intonare canzoni per loro improponibili, trattando tematiche adulte chiaramente impossibili da cogliere perché fortunatamente ancora lontane dal loro vissuto quotidiano.

Più che una prima puntata, quella andata in onda mercoledì 22 novembre è stata un parto plurigemellare, nonché uno straordinario spot odontoiatrico vista l’enorme quantità di apparecchi dentali apparsi in scena. La messa in onda di Io Canto Generation è infatti slittata per 4 settimane consecutive. Inizialmente previsto per domenica 22 ottobre è prima fuggito dal fenomeno Fabio Fazio, autore di ascolti monster su Nove con Che Tempo che Fa.

L’8 novembre è invece scappato dal Commissario Montalbano, all’ennesimo riciclo sicuro su Rai1, mentre giovedì 16 Canale5 se l’è data a gambe levate al cospetto di Jannik Sinner, fenomenale alle Atp Finals di Torino e in diretta su Rai2. Al 4° tentativo Scotti è riuscito finalmente a far suo il prime time giusto dopo le deludenti repliche estive di Lo Show dei Record e Caduta Libera, snocciolando una serie di nomi che sono un po’ l’abc della programmazione Mediaset.

Il cast

Claudio Amendola, Al Bano, Orietta Berti e Michelle Hunziker nei panni dei giurati, con Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, Iva Zanicchi, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta, vincitrice di Io Canto nel 2010, negli abiti dei coach/capitani delle sei squadre composte da 4 adolescenti ciascuna.

Produzione imponente, da un punto di vista scenografico e televisivo, con uno studio iper tecnologico, orchestra dal vivo e 300 persone tra il pubblico, 100 dei quali votanti. La prima ora del programma, chiaramente registrato per aggirare l’anacronistica norma che non vuole minorenni in onda e in diretta dopo la mezzanotte, è volata via veloce con l’introduzione dei 24 concorrenti, tutti chiamati a ‘presentarsi’ con un breve brano, il più delle volte anagraficamente parlando datato ed esageratamente maturo vista la loro età.

Giovani vecchi

Un 12enne ha cantato Whitney Houston e Due Vite di Marco Mengoni, una 13enne ha intonato Laura Pausini, un altro 13enne i Queen, un 14enne ha omaggiato Elvis, un 11enne si è impegnato con i Negramaro, una 13enne ha cantato Sono solo parole di Noemi e un 12enne Tango di Tananai, mentre un’altra 13enne ha cantato Sally di Vasco Rossi, con il più piccolo della truppa, Elia Pedrini, 10 anni appena, a cui hanno affidato Se Telefonando di Mina.

Canzoni celebri dai testi importanti, che narrano di amori falliti, tradimenti, dolori emotivi e storie naufragate, qui affidati a poco più che bambini conciati da adulti con atteggiamenti da adulti che cantano canzoni dai testi adulti al cospetto di adulti. Pur non essendo affatto adulti. Adolescenti smaliziati, vestiti alla moda, con capelli perfetti e sguardo fisso in camera, chiamati a gareggiare tra loro pur sapendo che difficilmente verranno ‘giudicati’.

Non a caso i quattro giudici del programma hanno elargito dieci a pioggia al debutto, indispettendo non solo il conduttore Scotti (“Ve lo tolgo quel 10 la prossima volta”) ma anche colei che a fine prima puntata ha perso due dei suoi concorrenti, Mietta, che ha giustamente rimarcato l’insensatezza di assegnare il massimo dei voti a quasi tutti, finendo inevitabilmente per strangolare sul nascere l’idea stessa di competizione, evidentemente in percentuale decisa dal voto segreto dei 100 spettatori del pubblico. Nel mentre i sei coach hanno felicemente potuto duettare con i pargoli, per tre ore travolti da buone parole e immancabili complimenti, all’interno di una costruzione televisiva visibilmente indirizzata ad un pubblico dagli “anta” in su.

La “Generation” del titolo, paradossalmente, non è tanto quella Z degli adolescenti in gara bensì quella boomer di genitori e nonni, attratti da celebrità over 70 come Leali, Zanicchi, Al Bano e Berti.  Seppur ripulito, rititolato e rivestito, Io Canto 5 ha visibilmente ancora addosso tutta la polvere del 2013, quando il programma chiuse dopo la 4a stagione senza rimpianti alcuni. Vecchio dentro era e vecchio è rimasto.

Scotti vs. Clerici

Se all’epoca Canale5 si mosse per contrastare Ti Lascio una Canzone, questa volta la resurrezione di Io Canto è avvenuta esclusivamente per mettere i bastoni tra le ruote a The Voice Kids, in partenza 48 ore dopo su Rai1 e con impianto decisamente diverso, più emotivo nel racconto, empatico e genuino nei suoi protagonisti. Gerry Scotti è probabilmente il peggior incubo di Antonella Clerici, che non ha però affatto pagato a caro prezzo lo scotto di essere arrivata dopo il principale competitor e di essere dovuta andare in onda contro Paolo Bonolis, al debutto in contemporanea con una nuova edizione di Ciao Darwin, arrivando comunque ai  3.944.000 telespettatori con il 22.4% di share all’esordio. 7 giorni dopo Clerici ha addirittura battuto Bonolis.

Il riscontro Auditel

I dati Auditel della prima puntata di Io Canto Generaion hanno superato ogni più rosea aspettativa. Abbastanza sorprendentemente sono stati  3.191.000 i telespettatori, con uno share del 21.5%, ovvero oltre il doppio della concorrenza di Rai1 capitanata da Mara Venier e Loretta Goggi, fermatesi ai 1.571.000 telespettatori e al 9.6% di share con una serata dedicata all’Unicef.  Mai una prima puntata di Io Canto aveva fatto tanto bene in termini di share. La prima della prima edizione arrivò al 21,27%, la  prima della seconda al 20,63%, la prima della 3a al 20,27% e la prima della quarta, nel 2013, al 17,11%.

Partiti fortissimi, Scotti & Co. dovranno ora tenere, mantenersi, impresa miseramente fallita dieci anni or sono quando la finale precipitò al 12,51% di share. Ad agevolare Gerry potrebbe essere il giorno di messa in onda, perché il mercoledì è terra di conquista dinanzi al vuoto generalista, tanto da far volare puntualmente sia Chi l’ha visto che Una Giornata Particolare con Aldo Cazzullo su La7. Non a caso anche la 2a puntata del 30 novembre (con eliminati e in lacrime due concorrenti della squadra di Iva Zanicchi) è andata benissimo, con altri 3.057.000 telespettatori e uno share del 20.5% al cospetto di un disastroso speciale Porta a Porta sulla mafia al 6.1% di share su Rai1, ma Io Canto Generation dà comunque l’impressione di essere un programma sbagliato tanto nei toni quanto nei suoi protagonisti e nelle sue dinamiche interne.

Il programma della settimana è stato The Voice Kids, su Rai2