Tris per vincere, Nicola Savino ed un’angosciosa domanda: ci sarà un motivo per cui Il Gioco dei 9 non si vedeva in tv da 20 anni, no?

Un format nato nel 1965 che in Italia è andato in pensione dopo solo cinque edizioni. E allora perché resuscitarlo? E poi: l’intero impianto della trasmissione risulta vecchio, ripetitivo, onestamente noioso. Il riscontro Auditel? Alquanto preoccupante

Nel pieno di un’epoca cinematografica in cui tutto si ricicla tra remake, spin-off, cross-over e reboot, anche la tv si è da tempo adeguata, con Tv8 che ha appena rilanciato un format storico come Il Gioco dei Nove, ora ribattezzato Tris per Vincere, con Nicola Savino conduttore. Un access prime time che è andato a sostituire il piacevole 100% Italia, provando a riesumare un quiz originariamente andato in onda su Mediaset tra il 1988 e il 1992, per poi tentare la rianimazione con Enrico Papi nel 2004, fallendo miseramente.

E ci sarà un motivo se per due decenni a nessuno è mai venuto in mente di osare un nuovo rilancio?

Tris, un format vecchio di 60 anni

Dopo Raimondo Vianello, meraviglioso e inarrivabile feroce conduttore dal 1988 al 1990, Gerry Scotti e il già nominato Papi, è toccato al povero Savino tentare l’impresa, con due concorrenti chiamati a fare tris davanti alla tradizionale parete composta da nove personaggi famosi. Uno ha il cerchietto O, l’altro ha la X. Quattro le manches, con la possibilità di vincere fino a 10.000 euro. Un gioco, quello del tris, che chiunque almeno una volta nella propria vita ha portato avanti persino a scuola, con il proprio compagno di banco, tra una lezione e l’altra.

D’altronde bastava poco, ovvero un foglio e una matita, per riempire il tempo e provare a vincere, mentre in tv il format originale NBC con le celebrity è nato addirittura nel lontanissimo 1965, Hollywood Squares il titolo. 60 anni dopo la tv italiana ha avuto la brillante idea di resuscitarlo, andando incontro all’inevitabile, che fa rima con anacronistico.

Il confronto con il passato

Perché per quanto ci si impegni Nicola Savino, che dinanzi ai quiz non ha nulla da invidiare a nessuno e che se fosse rimasto in Rai oggi come oggi avrebbe probabilmente preso le redini dal fuggitivo Amadeus, è l’intero impianto di Tris per vincere a risultare vecchio, ripetitivo, onestamente noioso. Il programma vive di fatto sui famigerati ‘vip’ all’interno delle nove caselle, perché sono loro a doverlo animare, ad interagire in modo tale da renderlo scorrevole, divertente, appassionante, presentando domande il più delle volte dalle risposte scontatissime (tra vero e falso, fatti loro personali, argomenti specifici e doppia opzione). Ma è chiaro che nomi di un certo spessore hanno anche un determinato costo, realtà che va a cozzare con i budget televisivi odierni, lontani anni luce da quelli Fininvest di inizio anni ‘90.

In questa prima settimana si sono visti giocare tra i tanti Gene Gnocchi, Scintilla, Fabio Canino, Juliana Moreira, Giulia Sara Salemi, Alvin, Linus, Paola Di Benedetto, Patrizia Rossetti, Emanuela Folliero e Pierluigi Pardo, con tutte le inevitabili conseguenze del caso dinanzi a caselle di una certa consistenza. Perché l’infantile Gioco del Tris, che è di fatto privo di qualsivoglia stato tensivo, può avere senso sul fronte televisivo solo e soltanto se al cospetto di un’amalgama perfetta all’interno del condominio.

Basti pensare che nelle prime storiche edizioni del format italiano erano fissi nel programma volti come Sandra Mondaini, Francesco Salvi, Ciccio Ingrassia, Franco Franchi, Amanda Lear, Luca Laurenti, Sergio Vastano, Teo Teocoli e quel Gene Gnocchi tornato all’ovile dopo oltre 30 anni. Altri tempi e altri nomi, tanto da vedere il format finire presto in soffitta. 5 edizioni appena, tra il 1988 e il fallimentare ritorno del 2004, a dimostrazione di un’idea di fondo dalla stanchezza facile e inevitabile, perché non esiste davvero gioco meno avvincente del Tris.

Non a caso la NBC ha archiviato Celebrity Squares nel 1984, mentre nel mondo solo in Brasile e in Belgio il format è ancora in onda,  se non fosse che proprio la NBC vorrebbe ora rilanciare il suo stesso programma, puntando forte sulla presenza fissa di Drew Barrymore tra i condomini vip.

Gli ascolti (preoccupanti) di Tris

E in Italia, dove Gerry Scotti è pronto a riesumare persino La ruota della Fortuna, il riscontro Auditel è stato alquanto preoccupante. Al debutto, anche grazie all’effetto pseudo novità, Tris per vincere è partito bene, con 557.000 telespettatori e il 2.7% di share. 24 ore dopo il dato è drammaticamente precipitato a  367.000 telespettatori, pari all’1.8% di share, per poi riprendere leggermente fiato mercoledì 1 maggio con 411.000 telespettatori, pari al 2.1% di share.

Ma la sconfitta è stata netta, sia al cospetto di Don’t Forget the Lyrics su Nove, con 458.000 spettatori e il 2.3% di stare, che dinanzi a Cortesie per gli Ospiti su Real Time, con 434.000 telespettatori e il 2.2% di share, veri competitor dell’access prime time di Tv8.  Saltato l’appuntamento di giovedì causa Europa League, Tris per Vincere ha chiuso la sua prima settimana di programmazione venerdì sera con un altro netto calo, pari a 364.000 telespettatori e all’1.8% di share. Se il buongiorno si vede dal mattino, difficilmente vedremo una settima edizione italiana di Il Gioco dei Nove.

Il programma della settimana è stato Milva, diva per sempre, su Rai3