Da cinque anni in onda, nell’indifferenza più o meno generale, ma sempre e comunque in onda. Tra i grandi misteri dell’odierna tv generalista spicca Tg2 Post, programma di approfondimento giornalistico che puntualmente, a fine Tg2, sgomita tra i fatti del giorno, provando ad approfondire argomenti con ospiti e collegamenti vari. Una sorta di anti Otto e Mezzo, con Manuela Moreno a sfidare Lilli Gruber, guardando con favore all’attuale maggioranza di governo.
Non a caso Tg2 Post nasce nel 2019 per volere dell’allora direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano, oggi ministro della cultura, e da un Carlo Freccero evidentemente fuori fuoco, con un asettico tavolone bianco a riempire uno studio sgabuzzino di profonda tristezza scenografica.
Manuela Moreno e il Truman Show
Manuela Moreno, iscritta a Pluralismo e Libertà, sindacato di destra dei giornalisti Rai e recentemente affondata anche in prime time su Rai3 con Filorosso, è al Tg2 da oltre 20 anni e dal 2019 porta avanti questo salotto di quasi mezz’ora quotidiana in cui ci si parla addosso senza mai diventare notizia, virgolettato, hashtag, nulla di nulla. “Non mettetevi troppo comodi abbiamo solo 20 minuti, gli ospiti sono pronti, noi facciamo le domande, sigla, copertina e iniziamo” è l’incipit con cui Moreno dà il via a tutte le puntate di Tg2 Post, ogni santissimo giorno domeniche escluse, neanche fosse Jim Carrey in The Truman Show che saluta i vicini di casa esclamando “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buona sera e buona notte”. Ma a Manuela & Co., purtroppo, li rivediamo sempre.
La noia imperversa
Peccato che non ci sia la penna di Peter Weir dietro questo spazio giornalistico che quotidianamente affonda nella noia più estrema, tanto dall’aver fatto letteralmente addormentare il direttore di Repubblica Maurizio Molinari – ospite in collegamento – nel 2021. Se Lilli Gruber su La7 è pura informazione pop, Manuela Moreno (che si alterna al robotico Luciano Ghelfi) su Rai Due è la camomilla della sera, l’accompagnamento non richiesto verso morbidi guanciali, a meno che l’ospite di turno non decida di diventare virale cedendo a gratuiti e clamorosi svarioni.
Antonella Boralevi e il bicchiere di vino
Come capitato ad Antonella Boralevi, che nella puntata del 16 aprile dedicata al vino si è lasciata andare ad una dichiarazione che ha generato autocombustione in migliaia di Barbie in tutto il mondo. “Temo sia genetico, noi donne non ci sentiamo mai all’altezza. Le donne spesso bevono come prima si fumava una sigaretta. Cioè bevono per darsi un tono. Va benissimo, ma torno a dire che noi non abbiamo bisogno del bicchiere di vino per sapere che siamo persone di valore, come voi uomini. E soprattutto direi un bicchiere, una piccola dose, mai bere da sole, mai bere da sole in casa, mai”.
Testuale, con Luciano Ghelfi a lodare la scrittrice per simile “meravigliosa osservazione su cui possiamo tutti essere d’accordo”. Bree Van de Kamp, indimenticata casalinga disperata, avrebbe reagito tirando fuori il fucile a pompa.
Il disastro Auditel di Tg2 Post
Tg2 Post è giornalisticamente parlando inutile e da un punto di vista prettamente televisivo semplicemente repulsivo, con Phoebe Buffay di Friends che al suo cospetto griderebbe ininterrottamente “I miei occhi!” per circa 25 minuti di messa in onda. E infatti i dati di ascolto sono oggettivamente drammatici, puro auto-sabotaggio del prime time di Rai Due.
Basti pensare che quasi tutte le sere circa un milione di persone guardano il Tg2. Finito il Tg2 circa mezzo milione di persone fugge altrove, pur di non guardare il Tg2 Post, per poi tornare su Rai Due una volta concluso. Il traino della prima serata della seconda rete viene quotidianamente azzoppato da questo spazio giornalistico che la stragrande maggioranza dei telespettatori non sa neanche cosa sia, perché esista.
Ogni martedì Francesca Fagnani deve tramutarsi in Gesù Cristo che moltiplica pani e pesci passando dal 3% medio del Tg2 Post che precede Belve al suo 9/10%. Il lunedì simile sorte tocca a Stefano De Martino, che riesce a sfondare il muro dell’11% con Stasera tutto è possibile pur avendo preso la linea dal Tg2 Post al 3,4%. Il più delle volte Tg2 Post diventa ‘virale’ su X solo e soltanto grazie a chi si lamenta della sua durata e della sua inspiegabile esistenza, perché vorrebbero vedere la prima serata di Rai Due senza doversi obbligatoriamente scolare una bottiglia di vino rosso. E non per darsi un tono, bensì per arrivare vivi a fine puntata.
Il programma della settimana è stato Report, su Rai3
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma