House of the Dragon, Ryan Condal: “La sigla della seconda stagione? Un cambiamento radicale”

"Quando siamo arrivati alla fine della prima serie, ci siamo resi conto che il tema delle linee di sangue era concluso. Ma volevamo continuare la tradizione di titoli di testa che evolvono e raccontano la storia", spiega lo showrunner

La seconda stagione di House of the Dragon (qui la nostra recensione) si è aperta con una nuova sigla che sembra un aggiornamento rispetto alla prima stagione. Come ricorderete, i titoli di testa originali mostravano una scia di sangue che si snodava attraverso il modello di Antica Valyria di Re Viserys (Paddy Considine). L’introduzione è stata rivelata per la prima volta all’inizio del secondo episodio della serie, e alcuni critici l’hanno trovata un po’ scadente.

La nuova sigla, tuttavia, raffigura un arazzo medievale che si intreccia con la storia della serie – principalmente, la guerra civile della Danza dei Draghi – e raffigurano momenti precedenti della storia dei Targaryen. La scia di sangue è ancora presente, ma molto più sottile, con l’arazzo che si macchia gradualmente. Il tutto è accompagnato da un dinamico lavoro di camera e dalla colonna sonora del Trono di Spade rielaborato dal compositore Ramin Djawadi. Con il proseguire della stagione, l’arazzo si evolverà per includere nuovi momenti iconici degli episodi passati.

The Hollywood Reporter ha chiesto al co-creatore e showrunner Ryan Condal perché i titoli di testa sono stati cambiati e cosa lo ha colpito maggiormente del nuovo design. ” Stiamo cercando di continuare la tradizione di una sigla in evoluzione, che cambia. Non era nostra intenzione quella di superare l’incredibile sequenza d’apertura della serie originale”, ha spiegato Condal.

“Nella serie originale, i titoli di testa evolvono man mano che la serie cambia geografia, mostrando sempre più Westeros. Volevamo continuare con la nostra idea, ma quando siamo arrivati alla fine della prima stagione, ci siamo resi conto che il tema delle linee di sangue e dell’ascendenza che stavamo raccontando in quella stagione – un arco di 20 anni – si era conclusa, perché ora la genealogia dei Targaryen è stata fissata. Non avevamo molto spazio dove andare”, continua lo showrunner.

Condal aggiunge: “Così abbiamo deciso di cambiare radicalmente. Ora che la pagina è voltata e siamo in guerra, questa è una storia viva e noi vogliamo rappresentare questa storia in modo visivo e dare ai fan nuove cose in cui immergersi. È arrivata una società che realizza titoli di testa, davvero fantastica, la yU+co. E ho proposto loro l’Arazzo di Bayeux, una famosa opera d’arte che è allo stesso tempo un pezzo d’arte e la storia di un periodo molto particolare della storia medievale. Molto di ciò che sappiamo sui combattimenti medievali, sugli abiti e i costumi medievali, deriva da questo tipo di storia visiva”.

“E quei ragazzi l’hanno presa e l’hanno portata avanti e sono tornati con questo risultato, che adoro”, ha raccontato. “Ci dà un sacco di posti dove andare. E un certo punto della sequenza, ti viene da pensare: ‘Oh, mi ricordo questo dalla prima stagione’ e vedi come ci siamo spostati dall’epoca di Aegon il Conquistatore e passiamo attraverso tutti i re, e ora stiamo raccontando la storia mentre la vediamo svolgersi, potendola osservare cucita in questo arazzo”.

Di seguito la sigla della prima stagione.

House of the Dragon, che è stata rinnovata per una terza stagione, va in onda la domenica sulla Hbo, in Italia su Sky e Now. Nel cast Matt Smith, Emma D’Arcy, Olivia Cooke, Rhys Ifans, Steve Toussaint, Eve Best, Fabien Frankel e Matthew Needham. E poi Sonoya Mizuno, Tom Glynn-Carney, Ewan Mitchell, Harry Collett e Bethany Antonia.