Paradise: thriller, fantascienza e catastrofico. E’ questa la formula del successo della serie su Disney+? Parlano gli esperti

Creata dall’autore di This is Us, rilascia quasi ad ogni episodio delle rivelazioni destinate a ridisegnare la narrazione

In Paradise, serie tv in otto episodi creata da Dan Fogelman (autore della mitica This is Us), tutto ha inizio quando il Presidente degli Stati Uniti viene ucciso. A trovare il corpo il capo della Sicurezza è Xavier Collins. È lui il primo sospettato. Ma nulla è come sembra, a partire dell’ambientazione.  

Per capirlo, però, bisogna fare un passo indietro (spoiler). Il mondo è stato colpito da una catastrofe naturale.  Per questa ragione un folto gruppo di sopravvissuti, i più potenti, viene portato in una città protetta, sotterranea, costruita ex novo per loro. 

Qui c’è tutto: scuole, supermercati, parchi giochi, e soprattutto un cielo che può essere gestito a distanza, da una sala operativa che toglie e aggiunge nuvole all’occorrenza. Ma perché è stato ucciso il Presidente è la domanda principale intorno alla quale ruota la storia. Perché la consapevolezza di essere al sicuro in una gabbia dorata, rispetto a un mondo ormai distrutto, ben presto mostra tutta la propria illusorietà.

È una serie tv che ha trovato il consenso immediato del pubblico e che tornerà presto con una nuova stagione. e intorno alla quale abbiamo raccolto pareri autorevoli.

Gabriele Fazio, giornalista di Open, ci ha detto:

“Paradise è una serie del tutto particolare, perché il thriller, che è già avvincente di suo, è inserito dentro il catastrofico; quindi, è come seguire due trame che poi naturalmente si intrecciano. Senza fare spoiler, ma il finale della prima puntata, che poi restituisce una prima inquadratura grandangolare alla trama, è sorprendente come non mi capitava di vedere da tanto tempo.”

Si tratta proprio di un connubio perfetto. E il tutto mostra un’aspra verità.  Claudia Catalli su Wired, infatti scrive:

“È feroce Fogelman nel ritrarre come i potenti siano attenti, anche nel momento estremo in cui l’umanità sta per estinguersi, soltanto a mantenere saldo il proprio potere.”

Il contrappunto di questa élite è rappresentato soprattutto da Xavier (Interpretato da Sterling K. Brown, diventato famoso, non a caso, come uno dei protagonisti di Story of Us), il qiuale ha perso sua moglie, o almeno così pensa,  a causa delle catastrofi ambientali e si è ritrovato a crescere da solo due figli. Farebbe di tutto per loro.  

L’attrazione della serie è alimentata innanzitutto da un mistero da risolvere ma che fa emergere frammenti di verità sempre più grandi, dove il potere e la determinazione di pochi gestiscono il destino di molti, senza alcuno scrupolo.

“In un mondo in cui i trailer sembrano praticamente progettati per raccontarti tutto ciò che accade nei film e nelle serie che non hai ancora visto, penso che la squadra dietro Paradise meriti una sorta di premio per aver venduto la serie di successo di Disney+ senza svelare la grande ambizione del suo progetto”, ha scritto Liam Maguren su Flicks.

Marianna Baroli di Panorama suggerisce invece un’analogia importante per questa serie che dovrebbe proseguire per altre due stagioni: “Per i nostalgici di Lost, è una boccata d’ossigeno: non per l’ambientazione, ma per il senso di smarrimento, le rivelazioni imprevedibili e la costante sensazione che nessuno sia davvero chi dice di essere. Un viaggio nel cuore del potere che tiene incollati allo schermo.”