Addio a Richard Lewis, maestro della comicità autoironica e “nevrotica” newyorchese

Dopo una lunga carriera nella stand up e nel cabaret, l'attore - morto a 76 anni - è tornato di recente alla ribalta in Curb Your Enthusiasm ma viene ricordato anche per il principe Giovanni di Mel Brooks e per Anything but Love, con Jamie Lee Curtis

Era diventato celebre con i suoi spettacoli di stand up comedy, nevrotici e autoironici,  Richard Lewis, morto a 76 anni lo scorso martedì 27 febbraio. L’attore, ricordato oggi soprattutto per i suoi ruoli in Anything but Love e Curb Your Enthusiasm si è spento nella sua casa di Los Angeles dopo un infarto, come ha riferito il suo agente a The Hollywood Reporter. Lo scorso aprile aveva rivelato di avere il morbo di Parkinson e di essersi ritirato dal mondo della stand up.

“Negli ultimi tre anni e mezzo ho vissuto un periodo difficile”, aveva affermato sui social, condividendo pubblicamente i suoi problemi di salute dopo la conclusione della dodicesima stagione di Curb Your Enthusiasm, che sarebbe poi stata annunciata come l’ultima della serie comica di Larry David per Hbo. Lewis si era allontanato nel 2021, apparendo in un solo episodio dell’undicesima stagione, per poi tornare nell’ultima, attualmente in onda negli Stati Uniti.

Solo la scorsa settimana Lewis è apparso nel nuovo episodio della serie, portando i colleghi e la produzione della serie a sperare che le sue condizioni di salute fossero stabili. “Dopo averlo visto parlare con la stampa e tutto il resto, sta andando benissimo. Sono felice di poterlo dire”, aveva affermato il produttore esecutivo della serie Jeff Schaffer.

Richard Lewis, maestro della risata

Difficile nominare una nevrosi che Lewis non riuscisse a sfruttare per far ridere. “Sono un grande ipocondriaco. Non mi masturbo nemmeno più. Ho paura di farmi venire qualcosa”, aveva scherzato una volta in un suo show. Si era anche definito il “Cartesio dell’ansia: “ho il panico, dunque sono”. Si vestiva quasi sempre di nero.

Lewis camminava nervosamente durante i suoi numeri di stand up, passandosi le dita tra i capelli e agitando le braccia con esasperazione. Ha avuto a lungo problemi di abuso di sostanze e ha confessato che la sera in cui si è esibito alla Carnegie Hall di New York nel 1989 non era lucido. Ha ammesso di avere difficoltà a ricordare le standing ovation ricevute o qualsiasi altra cosa sia successa durante le due ore e mezza di spettacolo, che considerava l’apice della sua carriera.

Lewis e il lato oscuro della fama

Nel 1991, dopo aver mischiato alcol e droghe, era stato ricoverato d’urgenza in ospedale e lo shock di quell’esperienza lo aveva convinto a disintossicarsi. Avrebbe poi raccontato la sua guarigione nell’autobiografia del 2002 The Other Great Depression: How I’m Overcoming, on a Daily Basis, at least a Million Addictions and Dysfunctions and Finding a Spiritual (Sometimes) Life.

Come attore, Lewis ha anche interpretato il principe Giovanni per Mel Brooks in Robin Hood – Un uomo in calzamaglia (1993), il figlio psicologo di un rivenditore di auto usate (Don Rickles) nella sitcom della Fox del 1993 Daddy Dearest ed è stato un rabbino dal 2002 al 2004 in Settimo cielo di The WB.

Lewis, tuttavia, ha dato il meglio di sé come versione fittizia di se stesso in Curb Your Enthusiasm. Lui e David interpretavano due comici di stand up newyorkesi trapiantati a Los Angeles nella serie comica della Hbo.

La reazione di Larry David e Hbo

“Abbiamo il cuore spezzato”, ha dichiarato un portavoce della Hbo. “La sua comicità brillante, la sua arguzia e il suo talento erano ineguagliabili. Richard sarà sempre un membro prezioso delle famiglie di Hbo e Curb Your Enthusiasm. Le nostre più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti i fan che potevano contare su Richard per rallegrare le loro giornate con qualche risata”.

Richard Lewis a Larry Davis in una scena di Curb Your Enthusiasm

Richard Lewis a Larry Davis in una scena di Curb Your Enthusiasm. Courtesy of Hbo

Larry David ha condiviso la sua dichiarazione dopo la notizia della morte di Lewis, scrivendo: “Richard e io siamo nati a tre giorni di distanza nello stesso ospedale e per la maggior parte della mia vita è stato come un fratello per me. Era una rara combinazione, la persona più divertente e anche la più dolce che abbia mai conosciuto. Ma oggi mi ha fatto piangere e per questo non lo perdonerò mai”.

Richard Lewis, l’uomo dietro il comico

Richard Philip Lewis è nato a Brooklyn il 29 giugno 1947. È cresciuto a Englewood, nel New Jersey, dove il padre lavorava come ristoratore. Sua madre recitava in un teatro locale. Non aveva un buon ricordo della sua infanzia. “È stata piuttosto brutta. Non vedevo molto mio padre e poi lui è morto giovane. Mia sorella e mio fratello se ne sono andati di casa quando ero alle medie. Quindi siamo rimasti io e mia madre e non andavamo molto d’accordo. Non mi capiva”.

Dopo essersi diplomato alla Dwight Morrow High School nel 1965, Lewis si è laureato in marketing e comunicazione alla Ohio State University, poi è andato a lavorare come copywriter per un’agenzia nel New Jersey.

Di notte, Lewis scriveva battute e vendeva materiale al comico newyorkese Morty Gunty e ad altri. Questo lo incoraggiò a sviluppare un proprio spettacolo e la morte del padre, avvenuta nel 1971, lo spinse a salire sul palco. Ben presto si ritrovò a esibirsi in locali di New York come The Improv e Pips Comedy Club.

Il “principe del Dolore” ha partecipato al Tonight Show di Johnny Carson nel 1974 e si è fatto notare con Diary of a Young Comic, un telefilm della Nbc del 1979 prodotto da Lorne Michaels, in cui interpretava un comico ebreo che lascia New York per farsi un nome a Hollywood.  Nel 1982, Lewis è apparso per la prima volta al Late Night With David Letterman.

Lewis sul palco e sullo schermo

Temendo di dimenticare un’idea divertente, Lewis annotava costantemente i potenziali pezzi su un bloc notes. Le pagine venivano incollate insieme e utilizzate come base per la performance della serata. Le portò persino alla Carnegie Hall.

“Sono un pazzo, sono ossessionato dallo spettacolo, ma sono fatto così”, aveva dichiarato in un’intervista del 2007 al New York Observer. “Sono così elettrizzato dal tempo trascorso sul palco, che la mia testa è piena di immagini. È terrificante, ma anche esaltante. Non riuscirò mai a non lavorare in questo modo”.

Sul grande schermo, ha fatto squadra con i colleghi di stand up Louie Anderson, Richard Belzer, Franklin Ajaye e Tim Thomerson in The Wrong Guys (1988), poi ha avuto un ruolo da co-protagonista nel 1989 nella sitcom romantica della Abc Anything but Love, ambientata negli uffici di una rivista di Chicago. Lewis interpretava un giornalista veterano (e, sì, nevrotico) che si ritrova a confrontarsi con un’insegnante diventata scrittrice (Jamie Lee Curtis). Sebbene cerchino di mantenere il loro rapporto professionale, non possono fare a meno di essere attratti l’uno dall’altra.

“Ho fatto stand up per molto tempo, ma ottenere quello spazio su una grande rete in prima serata è stato fantastico”, aveva ricordato Lewis in un’intervista del 2007 a TV Guide. “All’improvviso milioni di persone conoscevano il mio volto. Era tutto un altro livello. Quindi per me era molto importante che quella serie durasse”.

Anything but Love, che non è mai stata un successo di ascolti, ha resistito per quattro stagioni prima di essere cancellata nel 1992. “È stato storico, perché siamo stati cancellati dal nostro stesso studio (la 20th Century Fox, invece che dal network, ndr)”, aveva raccontato Lewis a TV Guide. “Fu uno shock. Jamie Lee e io andammo sul set, pronti per la lettura del nuovo copione del lunedì mattina, totalmente ignari del fatto che i piani alti avevano deciso che avevamo chiuso”.

Nel 1997, lui e Kevin Nealon hanno interpretato due sceneggiatori di sitcom demenziali nella serie della Abc Hiller and Diller (1997), che però è stata cancellata dopo 13 episodi, quindi ha interpretato un allenatore di basket universitario in Game Day (1999).

Lewis è apparso anche come personaggio ricorrente nelle serie televisive Rude Awakening, Til Death – Per tutta la vita e Blunt Talk. È stato guest-star in The Larry Sanders Show, I racconti della cripta, Due uomini e mezzo, George Lopez e Tutti odiano Chris. È apparso inoltre sul grande schermo in That’s Adequate (1987), Sette criminali e un bassotto (1992), Wagons East! (1994), Drunks (1995), Via da Las Vegas (1995), The Elevator (1996), Piscine – Incontri a Beverly Hills (1997), Vamps (2012) e Tutto può accadere a Broadway (2014).

 

Jackie Strause e Christy Piña hanno contribuito a questo articolo.

Traduzione di Nadia Cazzaniga