
Pompei continua ad essere un luogo di scoperte senza fine, capace di riportare alla luce frammenti di un passato che ancora oggi ci affascina e ci interroga. Il ritrovamento di una nuova sala affrescata con il corteo di Dioniso aggiunge un ulteriore tassello alla nostra conoscenza della città sepolta, ma anche del mondo romano e delle sue inquietudini spirituali. Non si tratta solo di un’opera d’arte straordinaria, ma di una finestra aperta su una società che cercava risposte oltre la vita terrena, tra rituali segreti e promesse di rinascita.
L’eccezionalità della scoperta risiede nella sua rarità: le megalografie con figure a grandezza naturale sono pochissime nell’arte antica, e la loro presenza a Pompei conferma il livello culturale e artistico altissimo della città prima dell’eruzione. Il confronto con la Villa dei Misteri offre spunti di riflessione sulla funzione di queste decorazioni: erano solo elementi di arredo destinati ai banchetti e al piacere, oppure il loro scopo era più profondo, legato alla diffusione di una visione mistica della vita e della morte?

“Particolare di una scena di un corteo dionisiaco ritrovato nella insula 10 della Regio IX”. Foto per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei
Questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive sulla religiosità romana, in particolare sul ruolo che i culti misterici avevano in un periodo di grandi trasformazioni politiche e sociali. Non è un caso che proprio nel I secolo a. C. si assiste a una diffusione capillare di queste pratiche, che offrivano una dimensione spirituale più intima e personale rispetto alla religione ufficiale. Le immagini di baccanti estatiche e satiri danzanti ci parlano di una ricerca di libertà, di un’esperienza che andava oltre i confini della realtà quotidiana, portando gli iniziati in una dimensione altra, così come si è spesso ipotizzato per gli affreschi della Villa dei Misteri che si ritengono legati ai riti dei misteri eleusini, il culto iniziatico e mistico più segreto dell’antichità classica.

“Particolare di una scena di un corteo dionisiaco ritrovato nella insula 10 della Regio IX”. Foto per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei
Ora la domanda è: quali altre meraviglie si nascondono ancora a Pompei sotto la coltre di cenere e lapilli? Gli scavi nella Regio IX non sono ancora conclusi e l’area di scavo potrebbe riservare altre sorprese. Nuovi ambienti, nuove decorazioni, forse altre testimonianze di rituali e miti ancora ignoti.

“Particolare di una scena di un corteo dionisiaco ritrovato nella insula 10 della Regio IX”. Foto per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei
L’entusiasmo del mondo accademico e degli appassionati di archeologia è alle stelle, mentre si attende di vedere come il Parco Archeologico valorizzerà e conserverà questo eccezionale ritrovamento.

“Particolare di una scena di un corteo dionisiaco ritrovato nella insula 10 della Regio IX”. Foto per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei
Nel frattempo, i visitatori possono già accedere alle visite guidate al cantiere, una rara opportunità di vedere il passato riemergere letteralmente sotto i propri occhi. Con prenotazione obbligatoria, piccoli gruppi potranno ammirare gli affreschi e ascoltare le spiegazioni degli archeologi che stanno ricostruendo la storia di questa nuova “Sala dei Misteri”.

“Particolare di una scena di un corteo dionisiaco ritrovato nella insula 10 della Regio IX”. Foto per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei
L’arte, la religione, il mito e la storia si intrecciano ancora una volta in un unico, incredibile affresco che ha attraversato i millenni per arrivare fino a noi. Pompei, ancora una volta, ci mostra come il passato non sia mai davvero sepolto, ma sempre pronto a tornare a parlare, a raccontare e a stupire.
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