
Nel vasto immaginario che unisce anime, videogame e mitologie contemporanee, Yoshitaka Amano è un nome che vibra di culto. Non soltanto per chi è cresciuto con Final Fantasy o ha divorato serie come Gatchaman o Hurricane Polimar, ma anche per chi cerca nell’arte un varco verso l’altrove. I llustratore, character designer, pittore, Amano è una leggenda vivente che ha saputo mescolare Oriente e Occidente con una leggerezza estetica e una forza narrativa difficili da eguagliare. E ora, il suo mondo poetico, sensuale e stratificato arriva finalmente a Roma con Amano Corpus Animae, mostra evento che dal 28 marzo 2025 abiterà lo spazio prestigioso del Museo di Roma a Palazzo Braschi, affacciato su Piazza Navona.
Pensata per raccontare cinquant’anni di carriera del Maestro di Shizuoka, la mostra presenta oltre duecento opere tra dipinti originali, rodovetri d’animazione, oggetti iconici, schizzi preparatori e installazioni immersive. Un viaggio visivo che attraversa tutte le stagioni di Amano, dai primi lavori presso lo studio Tatsunoko, dove a soli 15 anni comincia a disegnare personaggi che diventeranno leggendari, fino alle recenti collaborazioni internazionali con nomi del calibro di Neil Gaiman, Michael Moorcock e perfino Giacomo Puccini – omaggiato da Amano in tre affascinanti tavole dedicate a Tosca, Madama Butterfly e Turandot, pensate per il Lucca Comics & Games 2024.

Roma, Palazzo Braschi , Museo di Roma, Allestiemento della Mostra “ Amano Corpus Animae”. Foto @Monkeys Video Lab
Ma a rendere davvero unica l’esperienza romana non è solo la selezione delle opere, molte delle quali mai esposte prima in Italia, bensì il modo in cui esse vengono presentate. Il percorso è suddiviso in cinque sezioni tematiche, pensate non come compartimenti rigidi, ma come narrazioni visive che si intrecciano tra biografia, mito e cultura pop. L’allestimento – studiato con grande cura scenografica – utilizza fondali, luci e installazioni per immergere il visitatore in un racconto emotivo, visivo e sensoriale. In mostra anche cinque opere tattili, pensate appositamente per il pubblico non vedente o ipovedente, che sottolineano la vocazione inclusiva e multicanale dell’esposizione.
Ad aprire il percorso, una Character Room che ruota attorno al diorama Il ragazzo di Shizuoka: qui il visitatore entra nel laboratorio mentale e sensibile dell’autore, ripercorrendone la formazione artistica attraverso disegni, ricordi, frammenti visivi del lungo sodalizio con Tatsunoko. In questa sezione compaiono i primi bozzetti e i materiali legati ad anime che hanno fatto la storia della televisione giapponese, ma anche internazionale: Time Bokan, Tekkaman, Pinocchio, Ape Magà. È il momento più intimo, dove si avverte chiaramente come la cultura visiva di Amano sia nata nel crocevia tra l’artigianalità dell’animazione tradizionale e l’immaginazione infantile più pura.
Si passa poi alla sezione Icons, che racconta il momento in cui Amano incontra la cultura pop occidentale e la reinterpreta attraverso il proprio stile inconfondibile. Tra le opere esposte, le tavole realizzate con Neil Gaiman per Sandman: Cacciatori di Sogni, e una serie di variant cover per icone del fumetto americano: Batman, Superman, Elektra, Harley Quinn, Wolverine. Non mancano incursioni sorprendenti nella musica e nel cinema: una carta disegnata per Magic: The Gathering, una locandina giapponese per The Shape of Water, una copertina realizzata per un disco di David Bowie. Il tutto accompagnato da “docce sonore”, piccole installazioni audio che regalano un’esperienza multisensoriale, in perfetta sintonia con l’approccio sinestetico dell’artista.

Roma, Palazzo Braschi, Museo di Roma, Allestiemento della Mostra “ Amano Corpus Animae”. Foto @Monkeys Video Lab
Il cuore della mostra è forse rappresentato da Game Master, sezione che esplora il rapporto tra Amano e il mondo del videogioco. E qui i fan di Final Fantasy rischiano di perdersi ore intere tra schizzi, bozzetti, acrilici su carta e packaging originali dei titoli che hanno fatto la storia del genere JRPG.. Un’occasione unica per capire quanto Amano abbia inciso sull’estetica del videogioco moderno e quanto il suo stile pittorico, fluido e ricco di dettagli, abbia influenzato intere generazioni di artisti digitali.
A chiudere il percorso, Free Spirit, sezione dedicata alla maturità artistica di Amano. Qui il tono si fa più lirico, intimo, quasi spirituale. In mostra tre nuove opere ispirate alla mitologia greco-romana, un omaggio evidente alla città di Roma, da sempre fonte di ispirazione per l’artista.
Amano Corpus Animae è dunque una mostra che riesce a parlare a pubblici diversi: il fan nostalgico delle anime, il collezionista di arte contemporanea, il gamer appassionato, lo studente di grafica, il turista curioso. È una dichiarazione d’amore per un autore che ha saputo attraversare i media mantenendo una coerenza visiva assoluta, fondendo acquarelli e pixel, manga e mitologia, minimalismo orientale e opulenza barocca.
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