ASPETTANDO SANREMO/3 – Le playlist del decennio: gli anni 2000

Mentre la 75 esima edizione è alle porte, concludiamo la nostra passeggiata nostalgica tra i ricordi e le storie di Sanremo – ancora una volta nel racconto delle brevi apparizioni, dei grandi successi e dei brani incompresi – con il primo decennio del nuovo millennio…

Di THR ROMA

Anni in cerca di identità e di nuovi stimoli che fanno navigare la kermesse nelle acque insicure e inarrestabili del cambiamento. Ma Sanremo resiste, anche se si abbassano gli ascolti (per la prima volta, nel 2004, un programma della concorrenza, Grande Fratello 4, lo supera), anche se l’industria discografica in crisi non riesce più a favorire quello scambio naturale tra i giovani artisti emergenti e quel palco che per tanti anni era stata fucina e vetrina di nuovi talenti, ora tutti nelle mani dei talent show. 

Si alternano dunque, tra alti e bassi, edizioni più interessanti e altre più anonime. Entrambi non impediscono al festival di lanciare artisti e canzoni destinati a farsi ricordare. E se è vero, come direbbe il “maestro” che “certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire”, lo smarrimento di questi due lustri si risolve proprio alla fine degli anni dieci con un restyling completo della manifestazione, una rinascita che porta sul palco dell’Ariston nuova linfa artistica capace di alimentare finalmente inaspettate traiettorie di creatività. Ma questa è un’altra storia…

Gechi e vampiri – Gerardina Trovato (Sinatra, Trovato – Sanremo 2000)

Una lunga storia d’amore (e non solo) quella della cantautrice catanese con il festival, dove, nel nuovo millennio, si presenta con un brano autobiografico. La voce pastosa, il timbro inconfondibile svelano le ombre di una malattia tabù, l’anoressia, proiettando nel futuro le angosce di “un mondo che nel mondo non c’è”

Salirò – Daniele Silvestri (Silvestri – Sanremo 2002)

“Acrobata” di parole, tra assonanze, rime e calembour, anche questa volta Silvestri ci regala la sua poesia satirica in un brano che non ha fortuna all’Ariston, ma che diventa il tormentone dell’anno e una delle sue canzoni più famose. Memorabile il balletto dell’attore Fabio Ferri che accompagnò il pezzo.

Angelo – Francesco Renga (Renga, Zappatini – Sanremo 2005)

Una delle immagini indelebili di Sanremo: il cantante che impugna la palma della vittoria, mentre Ambra Angiolini, all’epoca sua moglie e opinionista del festival, corre ad abbracciarlo in lacrime. La canzone, dedicata alla figlia Jolanda di appena un anno, commosse pubblico e giuria 

Ti regalerò una rosa – Simone Cristicchi (Cristicchi – Sanremo 2007)

La malattia mentale nelle parole di chi non vuole rimanere indifferente. Il giovane cantautore, che arriva primo, scrive una lettera a chi, nonostante il dolore, è capace ancora di sperare in una vita nuova. “ll mio manifesto: raccontare una storia e mettere al centro chi non ha voce, chi è privo di visibilità” (Cristicchi). 

Come le foglie – Malyka Ayane (Sangiorgi – Sanremo 2009)

L’artista di origini italo-marocchine è la vera rivelazione della gara: la sua voce delicata e morbida ma capace di fiammate potenti fa tremare “come foglie” nell’autunno dell’amore. “È una canzone da giovedì pomeriggio, per parafrasare Corto Maltese, una di quelle che ti accompagnano in una tristezza dolce” (Malika Ayane)