Un po’ Venditti, un po’ Thasup: la nuova scena romana ha il volto di Rondine. Il videoclip in esclusiva di Borderline

Classe 2005, capelli ricci fitti e un fare un po’ da cantautore adulto, un po’ da esordiente dell’indie. La mattina frequenta il liceo classico, in preparazione per l’esame di maturità, il pomeriggio si chiude in studio, dove scrive e compone per sé e per altri. L'anteprima, per la regia Gabriele Rosciglione, su THR Roma

Rossofuoco, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con Tik Tok e Instagram, negli ultimi mesi, non può non averla sentita. Il verso melodico e cantilenante “Mamma Madonna che voglia che ho” si insedia in testa, e questa sua orecchiabilità ha reso il brano disco di platino in poche settimane. A cantarlo è Mida, concorrente di Amici 23. Una delle penne, invece, è quella delicata e armoniosa di Rondine, diciottenne esordiente della nuova scena romana.

Classe 2005, capelli ricci fitti e un fare un po’ da cantautore adulto, un po’ da esordiente dell’indie. La mattina frequenta il liceo classico, in preparazione per l’esame di maturità, il pomeriggio si chiude in studio, dove scrive e compone per sé e per altri, con una diligenza inversamente proporzionale alla sua età anagrafica, continuamente alla ricerca di qualcosa che lo aiuti a staccare la testa e spersonificarsi dal quotidiano. Gli echi nella sua musica sono tanti e prevalentemente romani, da Polaroid di Franco126 e Carl Brave, a Punk di Gazzelle. Un po’ Venditti, un po’ Thasup. Tante le ispirazioni, tutte nel nome della sua Roma, che custodisce ed espone, nonostante le difficoltà nel viverla.

La mostra, a modo suo, nel videoclip di Borderline, il suo nuovo singolo pubblicato con Columbia Records, in anteprima esclusiva su THR Roma. È la storia di “un amore particolare, tossico ma in cui nessuno deve temere dell’altro”. A dirigerlo, in un gioco di rimandi al cinema italiano e alle sue storiche location capitoline, Gabriele Rosciglione, nome noto nel videomaking urban romano – con collaborazioni che spaziano da Biondo, a Side Baby -, alla sua seconda esperienza con il giovane cantautore.

Ecco allora che Rondine passa tra i banchi di scuola che caratterizzano le giornate di ogni adolescente ai set a cielo aperto di Roma. Spazia tra le scale de La dolce vita, la casa di Borotalco a Villa Bonelli, le fontanelle alle quali si accinge Jep Gambardella ne La grande bellezza fino alla passeggiata in motorino di Nanni Moretti in Caro Diario. Tanti luoghi riconoscibili, segno di una giovane ma forte passione per cinema e musica, consacrata dalle luci e dall’affascinante caos di Roma. E da quella che potrebbe essere una delle penne più promettenti della nuova generazione.

Rondine nell'iconica scalinata de La dolce vita

Rondine nell’iconica scalinata de La dolce vita, nel videoclip di Borderline

Qual è l’idea alla base di Borderline?

Nasce come tutti i miei brani, col mio produttore Matteo Milita. Ci mettiamo sdraiati sul divano con la chitarra, e io canto ciò che mi passa per la testa.

Cosa ti è passato in testa in questo caso?

Borderline è una storia d’amore tra due persone mentalmente instabili che affrontano la dipendenza che hanno l’una dall’altro. Nonostante i tasti più duri che tocca, c’è speranza nel fatto che queste persone riescano a trovare la serenità nella loro follia. Come a dire che nonostante tutto, nonostante gli squilibri, troveranno comunque il loro equilibrio.

Non è la prima volta che collabori con Gabriele Rosciglione, il regista del videoclip.

Il videoclip è nato appena dopo aver scritto la canzone. Sentendola, abbiamo subito immaginato delle immagini ben precise. Con Gabriele si è creata una certa intesa, una complicità immediata, ed ho voluto lui perché so che sa dare una giusta forma video alle parole, tenendo conto sia del mood del pezzo, sia di ciò che vuole raccontare.

Perché quest’ambientazione cinematografica tutta romana?

In questo video racconto un po’ di me, dei posti in cui sono solito passare le giornate. A Roma ci vivo, ci sono nato, ci sono legato perché la vivo fortemente. Tutta la poesia che porta con sé, io la sento molto su di me. Perciò in questo video mi piaceva raccontarmi in questa prospettiva, tramite il cinema, un mezzo al quale molto appassionato.

Come avete scelto i riferimenti cinematografici nel video?

Volevamo scorci che servissero a riflettere la mia vita e i film che nel tempo mi sono piaciuti. Gabriele è bravissimo, mi piace tanto come sposta il suo sguardo sulle mie parole, esaltandole. Inoltre, le scene di motorino di Caro Diario hanno una resa pazzesca, perché la fotografia di Gabriele è una rilettura attuale di elementi del passato.

Quali sono i tuoi punti di riferimento nel cinema?

Ultimamente ho visto Le otto montagne e ho recuperato vari film di Felix Van Groeningen. Sono anche un fan dei classici, primo tra tutti Christopher Nolan. In fondo, però mi appassionano le nuove uscite in generale, mi piace andare in sala e scoprire.

E in musica?

Sin da bambino ascolto il cantautorato italiano: Francesco De Gregori e Fabrizio De Andre tra tutti, ma anche la seconda scuola che ne è stata influenzata, come Fabi e Silvestri. Nella musica di oggi mi ispiro a Dominici Fike, Post Malone e Frank Ocean.

Sei agli esordi, ma hai già collaborato alla scrittura di un brano disco di platino.

La scrittura è un percorso che ho iniziato da circa un anno, e vorrei portarlo avanti. In futuro mi vedo anche un autore. Ci sto provando, sai, in questo momento, proprio mentre stiamo parlando, sono in studio a scrivere per altri.

Cosa cambia rispetto alla scrittura per te stesso?

Mi aiuta a staccare la testa e spersonificarmi. Ad essere più leggero rispetto alle canzoni.

Per questa volonta è nata Rossofuoco?

Sì, anche. Io e Mida siamo grandi amici, prima di essere colleghi. La canzone è nata la scorsa estate, eravamo in Piemonte, in un posto sperduto, nello studio di uno dei produttori. Abbiamo dormito lì 5 giorni, tutti insieme, e l’ultimo giorno, in modo spontaneo, è nata la melodia al pianoforte. Da subito abbiamo capito che c’era qualcosa sotto, che poteva essere qualcosa di promettente.

Cosa vedi nel tuo futuro?

Non ho ambizioni irraggiungibili. Spero di riuscire a usare la musica come specchio di quello che vivo e vedo intorno a me. In tutto quello che c’è intorno – che spero siano i concerti e live, perché dei risultati numerici al momento mi importa poco -, voglio che sia la mia musica a parlare per me, a fare da specchio trasparente e riflettente di ciò che penso.

Parola al regista Gabriele Rosciglione

Quanto c’è di suo nel videoclip di Borderline?

Quando lavoro con gli artisti cerco sempre di interpretare le loro canzoni. Prima anche solo di scrivere il moodoborard e lo script mi confronto con loro. Con Tommaso, abbiamo da subito iniziato a pensare ad un video narrativo che fosse anche spontaneo.

Tutto ciò che si vede nel video, è preso sul momento. Ad ogni modo, volevo dargli un’impronta cinematografica, perciò mi sono soffermato sulle inquadrature per renderlo un video meno indie e più strutturato.

Non è la prima collaborazione con Rondine.

L’ho conosciuto tramite Matteo Milita, che veniva a scuola con me. Quando ho sentito che lavorava con Tommaso ho pensato che sarebbe stato bello collaborare. Abbiamo girato insieme il suo primo videoclip, nel 2022 a Londra. Ora che è riuscito con un’etichetta discografica, con un progetto ancora più corposo e più serio mi ha ricontattato.

Stavolta, però, c’è di mezzo il cinema.

Tommy è un ragazzo di 19 anni, può essere considerato un po’ l’immagine del nuovo cantautore romano. Volevamo una citazione a Roma che non fosse da adulti, ma che richiamasse il cinema.

Così siamo andati nel palazzo di un mio amico, a piazza Asti, location de La dolce vita. Poi al giardino degli aranci, a rinfrescarsi al nasone come Jep Gambardella, e così via. Sono quattro citazioni per raccontare Roma, Rondine, la sua giovinezza e la sua spensieratezza. Ma al contempo anche quel senso di distacco e disorientamento nelle scene in cui è solo nelle classe. D’altronde il titolo è Borderline.

Roma è una città propizia per l’ambientazione dei videoclip?

Direi di no. È una città bella e piena di scorci, ma è difficile girare lì, soprattutto dal punto di vista dell’illuminazione. Sono stato di recente a Berlino, e la considero una metropoli molto più cinematografica.

Anche per quanto riguarda gli spostamenti, Roma è difficile da gestire. Penso a Londra, invece, dove qualsiasi scorcio trovi, vai bene, perché è sempre tutto in palette.

Hai detto di avere imparato a scegliere solo lavori adatti a te. In base a cosa hai capito che questo lo era?

Vedo in Tommaso una grande capacità, sia dal punto di vista canoro che di scrittura. Ha solo diciannove anni, ma ha un grande potenziale, e mi piace pensare di averci creduto sin dagli inizi.