Lino Banfi e Michele Bravi: attenti a quei due

In una diretta esclusiva per THR Roma, un attore mitico e un cantautore raccontano come si sono incontrati per realizzare un ‘largometraggio’ cinematografico

“Lino, qual è il tuo più bel ricordo?”

Michele Bravi è a casa di Lino Banfi, nel suo studio, presidiato da due cartonati a grandezza reale: uno di Totò – che, all’inizio della carriera, consigliò a Banfi il suo nome d’arte, perché, come il suo, “i nomi bisillabici portano bene ai comici” e un altro di Lucia, la moglie di Banfi, scomparsa non da molto. Insieme hanno realizzato un videoclip che racconta di due anziani, uno dei quali interpretato dallo stesso Banfi, che assiste la compagna la cui memoria è messa continuamente in gioco dall’Alzheimer. Una vicenda che Lino ha vissuto in prima persona quando era viva Lucia. Ricordare, insomma, è al centro di un’operazione che riguarda entrambi.

“Il ricordo più bello era in un momento brutto, i bombardamenti. Io avevo 7-8 anni e il ricordo più bello è questo: durante la guerra, durante i bombardamenti, t si scappava nei rifugi, anche in Puglia, come in molte parti d’Italia, ci furono i bombardamenti dei tedeschi. Si scappava e la prima cosa che si faceva era portare i bambini e cercare di non farli piangere tutti insieme perché diventava un casino di tristezza. non solo eri preoccupato tu se morivi o non morivi, ma ti dovevi preoccupare soprattutto dei bambini che non piangessero per la paura. Allora la prima cosa che diceva mio nonno era mio: ‘Pasquale, li pupazzi’. Che cosa voleva dire? Ricordati di prendere i pupazzetti che erano dei pupazzi brutti fatti male da me,”

Anche Michele, ricorda il nonno, come lui stesso ha scritto: “Ero seduto sul bracciolo della sua poltrona in pelle, lui con una coperta di lana rossa adagiata sulle gambe. Dopo esserseli sfilati dall’anulare, Nonno Luigi mi ha versato sulle mani i due anelli d’oro della sua vita. In quegli anelli c’era una promessa d’amore, un percorso condiviso, le impronte di una storia insieme. Erano fedi nuziali. Quella di mio nonno Luigi e quella di nonna Graziella che lui custodiva con dedizione da quando era arrivato l’Alzheimer a coprirle gli occhi di nebbia, da quando si erano sussurrati un ultimo bacio nel primo giorno di luglio di qualche anno prima. Quella è stata l’ultima volta che ho visto mio nonno. Lui che affidava a me le loro fedi. Non ho mai capito perché abbia scelto proprio me, proprio la mia mano per sottrarre al tempo quegli anelli.”

Il videoclip, di che THR Roma ha segnalato e di cui ha raccontato anche il backstage, racconta proprio della tenerezza e della dedizione di due coniugi uno dei quali ha una identità, a causa della malattia, e una memoria, sempre più fragili.

Ma come si sono conosciuti i due?

“Sono stati i miei figli a farmi conoscere Michele Bravi e le sue canzoni. Mi hanno detto: ‘senti quanto è bravo questo, senti che voce’. Quando ci siamo incontrati abbia avvertito subito una sintonia, anche se è la distanza di generazioni diverse che ci ha portato a lavorare insieme. Del resto, lui è altissimo, io no: sembriamo l’articolo ‘il’ quando siamo vicini”

“Io avevo questa storia dei miei nonni da raccontare – dice Michele – mi interessava tenere vivo un ricordo della loro vita e anche di quel pezzettino della loro vita che è stata questa presenza della malattia con la quale, però, loro sono riusciti a convivere nella maniera più dignitosa possibile: il fatto di essere cresciuto con loro, in quel momento, a me ha insegnato quale può essere il modo giusto di accogliere le cose che la vita ti dà, ma non ti piacciono”

“E’ così: se Lucia fosse stata viva sono sicuro che sarebbe diventata amica dei nonni di Michele”

E così è nato il corto metraggio che bravi ha scritto e diretto, con Lino Banfi e Lucia Zotti: Lo ricordo io per te

“A proposito, come lo chiamiamo – dice Lino – la parola ‘corto’ è abusata”

“Non so, tu come vorresti chiamarlo?” gli risponde Bravi.

“Visto che ci sono io e vista la mia taglia, io credo che potrebbe chiamarsi: ‘largometraggio’ “

[risate]

“Sono d’accordo, lo chiameremo largometraggio” risponde Michele Bravi.