Luxuria e Storace, la strana coppia, ogni giorno su Radio Uno con Il Rosso e il Nero

Una infiltrata a Telemeloni? La storica attivista LGBTQI+ si racconta tra tv, radio e battaglie sui diritti

È uno splendido pomeriggio di sole a Roma, Vladimir Luxuria risponde al telefono mentre esce dagli studi di Radio Uno, dove ogni mattina intrattiene gli ascoltatori assieme a Francesco Storace alla guida del programma Il Rosso e il Nero. L’abbandono dell’immagine – così centrale per la sua riconoscibilità – per lasciare spazio alla voce: è questa l’ultima declinazione di una biografia da opinionista e conduttrice, attrice e scrittrice, attivista e persino deputata.

Da lunedì a venerdì ti occupi di politica e attualità con Francesco Storace. Interviste e approfondimenti, grandi ospiti e temi spesso delicati, ma sempre senza prendersi troppo sul serio. 

Sono molto contenta per come sta andando il programma, ben aldilà di ogni più rosea aspettativa. Il feedback più immediato sono i messaggi che riceviamo sul cellulare di redazione: ne arrivano tantissimi ogni giorno, ci aiutano a capire cosa facciamo bene e cosa dobbiamo migliorare.

Con Storace avete iniziato quest’avventura nel 2023, smentendo subito lo scetticismo di molti: come si è evoluto il vostro format?

Il Rosso e il Nero è un programma che ci consente di analizzare la politica e l’attualità partendo da due punti di vista, il mio e quello di Francesco Storace, che spesso sono diametralmente opposti. In più ci sono gli ospiti, che ci forniscono una versione ancora differente. In questo modo cerchiamo di sviscerare i fatti e le questioni in modo da rappresentare tutte le sensibilità, tutte le idee.

Non so in quanti riuscirebbero a lavorare gomito a gomito con chi appartiene ad un mondo agli antipodi  

I primi tempi ero molto preoccupata, temevo che si venisse a creare uno scontro dialettico cruento tra noi. Non mi sarebbe piaciuto e non sarebbe stata neanche un’idea originale, visto che oggi quasi tutti i talk show si basano sul conflitto portato all’esasperazione. Invece, per fortuna, Storace si è rivelato una persona intelligente, con cui è possibile dialogare e confrontarsi anche partendo da posizioni molto distanti. Come succede, ad esempio, quando parliamo di diritti civili.

A proposito: ci siamo lasciati alle spalle l’8 marzo, come lo hai vissuto?

Purtroppo, anche in una giornata di festa come quella, non riesco a sconfiggere l’angoscia che provo quando penso alla condizione di estrema difficoltà che molte donne vivono ancora oggi. E non parlo ovviamente solo dei casi più gravi, quando situazioni di sfruttamento e violenza rischiano di sfociare in episodi di femminicidio. Mi riferisco anche alle dinamiche quotidiane in cui subentrano altri tipi di violenza, come quella sul lavoro: a parità di orario e di impegno, troppo spesso le donne guadagnano meno degli uomini. Oppure pensiamo a quelle professioni con ruoli apicali in cui le donne sono una ristrettissima minoranza, come se non fosse concesso loro di fare carriera.

Eppure, quantomeno a livello politico, viviamo un periodo unico nella nostra storia: le segretarie dei primi due partiti politici italiani sono donne.

È bellissimo vedere Giorgia Meloni ed Elly Schlein contendersi la leadership politica. Mi dispiace solo che si faccia ancora così tanta fatica a declinare i vocaboli al femminile: se la presidente del Consiglio ci tiene a farsi chiamare “il presidente” manda un messaggio negativo, come se il ruolo che ricopre le fosse stato concesso solo temporaneamente dagli uomini.

Meloni sta plasmando la Rai a propria immagine e somiglianza?

Io sono l’ultima che dovrebbe parlare di Rai meloniana, visto che sono tornata in viale Mazzini proprio con questo governo. Però diciamoci la verità: il problema è che nessuno, né oggi né in passato, né a sinistra né a destra, si è mai voluto impegnare seriamente per una riforma che limiti l’influenza della politica nel servizio pubblico. Ciclicamente chi ricopre incarichi di governo vuole fare le nomine di direttori e responsabili, aprire e chiudere programmi, richiamare o allontanare giornalisti, artisti e conduttori. Il governo di centrodestra non mi sembra che stia facendo nulla di diverso rispetto a chi è venuto prima.

Capitolo Isola dei famosi: farai parte della nuova stagione?

Ho letto ricostruzioni discordanti, chi dice una cosa e chi la smentisce. Ma io non ne so nulla. A naso, fiutando l’aria, direi che non rivestirò un ruolo nella prossima edizione dell’Isola dei famosi.

Quindi nessun reality show in vista?

Al momento direi di no, però mai dire mai.

Cosa ti piace della Tv di oggi?

Guardo molto i programmi di informazione. Oltre ai talk show seguo ogni giorno i telegiornali e gli approfondimenti regionali. Su Mediaset guardo spesso le inchieste delle Iene, mentre su La7 amo il modo di fare giornalismo che propone Enrico Mentana. Ogni tanto, quando voglio rilassarmi, mi lascio emozionare da C’è posta per te. 

Negli anni sei stata a lungo ospite fisso di vari talk show.

Devo la mia notorietà ai talk show, anche se oggi li trovo molto più caotici rispetto al passato. Troppi ospiti che non hanno il tempo di argomentare. E poi troppi applausi comandati, li trovo fuori luogo, mi disturbano.

Anche nel 2025 sarai alla guida del Lovers Film Festival di Torino, il più antico festival a tematica LGBT d’Europa e il terzo nel mondo.

Quest’anno celebriamo la 40esima edizione, che sarà un po’ più lunga del solito, con un ricchissimo programma di eventi che partirà il 10 aprile fino al 17 aprile. Uno dei temi cardine sarà quello dell’omogenitorialità, con un focus sulla gestazione per altri, pratica che purtroppo viene criminalizzata dal governo di centrodestra. Trovo vergognoso che in Italia nel 2025 una famiglia arcobaleno non abbia alcuna possibilità di avere figli. Per questo abbiamo deciso di mandare un messaggio forte e chiaro, inserendo nella locandina due sireni maschi che escono dal mare tenendo in braccio una piccola sirenetta. Vuole essere un segnale di riconciliazione ma, al contempo, anche di indignazione: sui diritti non possiamo concederci altri passi indietro.