
Gli ascolti televisivi di giovedì 27 febbraio non mentono. Sono stati 3.945.000 spettatori, 22% di share, a guardare il ritorno di Che Dio Ci Aiuti, ormai giunto all’ottava stagione.
Nel corso degli anni sono passati attori ormai affermati, e tante storie. Lo scettro è stato per tanto tempo nelle mani di Elena Sofia Ricci, Suor Angela, con la divertente condivisione di Valeria Fabrizi, Suor Costanza. Poche stagioni, però, hanno fatto veramente breccia nel cuore degli spettatori. Di sicuro la prima con Massimo Poggio e Serena Rossi. Oppure la seconda e la terza con Lino Guanciale, innamorato di Azzurra, Francesca Chillemi. Ed è proprio lei l’anello di congiunzione dall’inizio alla fine. Una vita complessa, forse troppo. Da ragazza viziata a donna innamorata, a madre adottiva, per poi ritrovare la sua vera figlia, avuta a quindici anni.
E, infine, la vocazione. Oggi è Suor Azzurra, chiamata a Roma per occuparsi della Casa Del Sorriso, una casa famiglia gestita da Lorenzo Riva, Giovanni Scifoni, da poco vedovo, e con due figli.
Ragazze dal passato complesso e persone da aiutare fanno andare avanti una storia, che tanto nuova non è. Paolo Sutera, di TvBlog ci dice infatti:
“Che Dio Ci Aiuti 8 è la conferma della furbizia di Lux Vide: già con Don Matteo (l’altra sua serie più longeva) riesce a proporre sempre lo stesso contenuto facendoci credere di proporre invece qualcosa di nuovo. Cambiano location e personaggi, restano i cardini dei protagonisti principali, ma in fin dei conti la sostanza è quella che si ripete da anni. E anche per questo Che Dio Ci Aiuti entra ancora nelle case di milioni di italiani, perché nella sua furbizia non c’è malignità, ma il desiderio di far sentire a proprio agio il pubblico”.
Ed è proprio così. Chi guarda questa serie lo fa senza pretese, ma forse, con la voglia di tornare alla genuinità delle prime stagioni.
E di questo ritorno al passato ci parla Ilaria Costabile di Fanpage:
“I primi episodi di Che Dio Ci Aiuti, arrivata all’ ottava stagione, ci riportano un po’ alle origini, con il rientro in sordina di Elena Sofia Ricci che con Francesca Chillemi, da sempre, forma una coppia esilarante. Anche le trame sembrano più vicine a quelle degli inizi ed è un bene per una fiction che, pur non perdendo grandi ascolti, rischiava di ripiegarsi su sé stessa”.
E un ritorno in carne e ossa sarà proprio quello di Valeria Fabrizi, che con i suoi zac e lambrusco porterà sicuramente allegria. Ma c’è una mancanza difficile da colmare.
Scrive Federica Cislaghi su DiLei:
“Suor Angela manca. Per quanto Azzurra sia simpatica e divertente, la sua mentore è inimitabile. E spiace vedere Elena Sofia Ricci solo come guest star”.
E sono tanti i fan a pensarlo. Nulla da dire sulla Chillemi che con la sua semplicità e con le sue buffe facce genera ilarità, ma forse, ha un approccio troppo esuberante e un’esperienza tutta da acquisire.
E se tutto questo facesse invece proprio parte di una sorta di “Lux Vide Touch”, ovvero di una strategia maliziosa dell’appeal in cui una dolorosa assenza, che è una invisibile, spirituale, presenza, è efficace quasi quanto il contrario? A volte ritornano, dice il Vangelo, come i santi, senza più le caduche sembianze terrene, nella ‘serialità claustrale’: che fa del convento un set ad altà densità narrativa come il commissariato nel crime e gli ospedali nei medial drama.
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