Erin Doherty svela i segreti di Adolescence, la serie girata in piano sequenza che sta conquistando il pubblico.

"Non ho mai fatto parte di un progetto così intenso”, dice la star britannica a THR a proposito delle riprese e del suo elettrizzante episodio nella serie Netflix.

Tutti parlano di Adolescence ed Erin Doherty sa perché. I quattro episodi dell’ultima miniserie di Netflix (definita come “perfezione”, una “masterclass” e “TV potente”) sono ciascuno girato in un unico sorprendente piano-sequenza, e hanno lasciato il pubblico sbalordito dalla perfetta interpretazione degli attori, diretti dal regista Philip Barantini.

La sceneggiatura di Jack Thorne (His Dark Materials) e Stephen Graham (Peaky Blinders) racconta la storia di Jamie (Owen Cooper), un ragazzo di 13 anni accusato di aver accoltellato a morte una ragazza della scuola. Gli spettatori vengono guidati attraverso il macabro processo dall’inizio alla fine: il suo scioccante arresto e il primo interrogatorio della polizia, i detective che cercano di mettere insieme i pezzi del caso, uno psicologo infantile inviato per valutare Jamie e la famiglia costretta a rivalutare ogni decisione genitoriale che ha portato a questo evento che ha cambiato la loro vita.

Graham e Christine Tremarco interpretano i genitori di Jamie, con Ashley Walters e Faye Marsay nei panni dei poliziotti alla ricerca di un movente. Doherty, nota per il suo lavoro al fianco di Graham nel dramma pugilistico di Disney+ A Thousand Blows, interpreta la psicologa Briony, il cui emozionante terzo episodio della serie con Cooper – al suo primo ruolo da attore in assoluto – è sbalorditivo.

“Una parte di me vorrebbe dire: sì, è stata la cosa più terrificante di sempre – confessa Doherty a The Hollywood Reporter a proposito di alcune riprese – ma in realtà, no. Stavo letteralmente vivendo un sogno.”

Thorne e Graham, attraverso la serie, pongono una domanda in grado di terrorizzare qualsiasi genitore: cosa succederebbe se la mente di tuo figlio fosse così manipolata da spingerlo a compiere un crimine efferato?

“Per quanto orribile e inquietante sia, ci faremmo un torto come razza umana a non porci anche noi questa domanda”, afferma Doherty.

La star britannica parla con THR di come Cooper e il suo personaggio abbiano riacceso il suo amore per la recitazione, raccontando come è entrata nel progetto: “Eravamo sul set di A Thousand Blows con Stephen Graham e gli ho chiesto, per curiosità a cosa stesse lavorando in quel momento, così ha iniziato a parlarmi di questo progetto che stava co-scrivendo con Jack Thorne. E io adoro quell’uomo. Ho avuto la fortuna di fare uno spettacolo con lui dopo la scuola di recitazione. Quindi sapevo cosa sarebbe stato Adolescence e sapevo che sarebbe stato fatto bene e trattato con molta cura. Ho pensato: questo è il sogno di ogni attore. [Stephen] sapeva che io avrei adorato questa cosa. Ma non ho mai detto [che volevo esserci]. Un paio di mesi dopo, però, Stephen mi ha mandato un messaggio vocale in cui mi diceva: devi rispondere al telefono, voglio parlarti di una cosa. E da lì è partito tutto”.

Doherty aggiunge: “mi sto ancora pizzicando per realizzare che non è un sogno. Non ho mai fatto parte di un progetto così intenso prima d’ora”. 

Cooper and Doherty star in ‘Adolescence.’ @Netflix

Hai detto che la ripresa in piano sequenza è l’ideale per un attore. Ma è più eccitante o spaventoso? È un po’ come a teatro…no?

Non saprei. Quando ho cominciato sapevo solo di far parte di qualcosa di veramente speciale, fin dal primo giorno. Sono cresciuta facendo teatro e lo adoro. C’è qualcosa di elettrizzante nel fatto che tutti siano in una stanza a guardare una cosa che sembra accadere magicamente, che tu ne faccia parte o meno. E quando ho iniziato a capire che persone come Phil stavano cominciando a lavorare anche sul formato, ho pensato che sarebbe stato il mio paradiso in terra. 

Quindi come ha funzionato? Quanto avete provato tu e Owen? Quanto c’era di improvvisazione? Sono rimasto sbalordito perché dovevi gestire tutto ciò che ti veniva lanciato. Nessuno a gridarti “stop”.

Abbiamo provato per due settimane. C’erano dei momenti di improvvisazione ma è successo solo negli ultimi due giorni, quando ci siamo davvero appropriati della storia e dei personaggi. 

Quindi c’era solo un cameraman che girava intorno a voi due?

Per il nostro episodio sì, in realtà avevamo solo un cameraman con una macchina da presa che fluttuava nella stanza e noi dovevamo dimenticarci di lei. È pazzesco, eravamo solo io e Owen.

‘Adolescence’ è disponibile per lo streaming su Netflix ora. Fotografia: Connor Harris, trucco: Caroline Barnes, capelli: Brady Lea, styling: Aimee Croysdill

Per entrare nello specifico del tuo personaggio, mi sembra che sia stato scritto in modo straordinario. Avrebbe potuto avere una serie tutta sua – una psicologa meticolosa, a volte fredda, ma spesso calorosa con Owen. Che tipo di relazione stavi cercando di stabilire?

Non ci è voluto alcuno sforzo per innamorarmi di lei. Voglio innamorarmi di ogni personaggio che interpreto, ma con lei è stato istantaneo. Ho vissuto l’intero percorso terapeutico io stessa e ho una tale ammirazione e rispetto per quella professione e per ciò che richiede. Quindi ero molto determinata a mettere davvero in evidenza l’agilità mentale necessaria a queste persone per essere bravi nel loro lavoro e anche a gestire l’esaurimento emotivo che richiede. Sono uscita da questo personaggio con ancora più stima per ciò che questi professionisti fanno. 

L’ascesa della cultura incel, i giovani uomini e ragazzi radicalizzati da maschi misogini e tossici dalla comodità della propria camera da letto è un tema rimasto sotto la superficie per molto tempo, almeno in televisione. Tu cosa ne pensi e qual è stato il grande insegnamento di Jack e Stephen?

Penso che ciò che stavano cercando di fare era porre delle domande scomode, gettare luce, appunto, su questo argomento terrificante che, come dici tu, è rimasto sotto la superficie per diverso tempo. Il punto di partenza per qualsiasi cosa è la consapevolezza ed è ciò che questa serie sta facendo. Sta semplicemente dicendoci: ok, cerchiamo di essere coraggiosi e affrontare qualcosa che è sotto gli occhi di tutti. Ma per me, che non ho figli, ciò che ho imparato sui ragazzi e sulla difficoltà di educarli, è moltissimo. Non oso nemmeno immaginare cosa possa pensare e chiedersi davanti a questa serie chi genitore lo è davvero. Ma la più grande intuizione è che anche la mia generazione, che deve ancora aprire quel capitolo della propria vita… sta già scaldando i motori. Sta già pensando: cosa potremmo fare?