Cannes 2025: i 60 film che potrebbero far parte della selezione ufficiale

Il 78° Festival di Cannes è ormai alle porte e chiacchiere e pronostici sono alle stelle: tra i titoli in corsa per la Palma d'Oro potrebbero esserci i nuovi lavori di Paul Thomas Anderson, Park Chan-wook, Wes Anderson, Kristen Stewart, Richard Linklater, Nicolas Winding Refn, Spike Lee e Scarlett Johansson.

La lunga e faticosa stagione degli Oscar 2025 è ormai alle spalle, e questo significa solo una cosa: è tempo di nuove campagne per i premi! Più che mai, lo sguardo è puntato sui grandi festival europei, e in particolare su Cannes, per individuare i potenziali protagonisti della prossima awards season.

L’influenza di Cannes sugli Oscar non è mai stata così forte. L’anno scorso, il vincitore della Palma d’Oro, Anora di Sean Baker, ha dominato la cerimonia dell’Academy, mentre Emilia Pérez, che aveva conquistato il Premio della Giuria e il riconoscimento per la miglior attrice sulla Croisette, è stato il film più nominato agli Oscar. Anche Flow, il film d’animazione rivelazione dell’anno, aveva debuttato nella sezione Un Certain Regard di Cannes, e senza il prestigioso trampolino di lancio del festival francese difficilmente avrebbe raggiunto un tale successo.

Come molti osservatori hanno notato, i gusti dell’Academy sono diventati sensibilmente più raffinati negli ultimi anni, complice un’apertura internazionale sempre maggiore. A metà del 2024, circa il 25% dei membri dell’Academy proveniva da fuori gli Stati Uniti, un balzo considerevole rispetto all’8% di un decennio fa. Tra questi nuovi ingressi figurano registi e attori di fama mondiale, che vedono la selezione di Cannes come il punto di riferimento assoluto per il cinema d’autore. Per i cinefili, questa è una gran bella notizia: più visibilità e, si spera, maggiore accessibilità per il miglior cinema internazionale.

Con questo spirito, ecco uno sguardo globale ai registi e ai film più papabili per un posto nell’attesissima selezione di Cannes 2025, con il tradizionale red carpet sulla mitica scalinata del Palais des Festivals.

Il 78° Festival Internazionale del Cinema di Cannes si terrà dal 13 al 24 maggio 2025. La star francese Juliette Binoche è stata nominata presidente della giuria. Thierry Frémaux svelerà la selezione completa in una conferenza stampa a Parigi a metà aprile.

After the Hunt – Regia di Luca Guadagnino

L’instancabile Luca Guadagnino difficilmente sbarcherà sulla Croisette: il regista italiano è un habitué di Venezia e Amazon MGM ha già fissato l’uscita americana per il 10 ottobre, suggerendo che After the Hunt seguirà il percorso Venezia/Telluride/Toronto. Ma Cannes, in passato, ha saputo strappare titoli ai rivali del Lido, e il thriller psicologico interpretato da Julia Roberts potrebbe fare il grande salto. L’attrice veste i panni di una professoressa universitaria che si trova di fronte a un dilemma etico quando una studentessa modello (Ayo Edebiri) accusa un collega (Andrew Garfield), mentre un suo segreto oscuro rischia di venire alla luce.

Alpha – Regia di Julia Ducournau

Cannes ha già tenuto un posto nella competizione ufficiale per il nuovo film di Julia Ducournau, seguito della sua controversa e dirompente Palma d’Oro del 2021, Titane. Neon ha acquistato in anteprima i diritti nordamericani di Alpha proprio sulla Croisette l’anno scorso, quindi se il film sarà pronto, il debutto a Cannes è praticamente certo. Protagonisti Golshifteh Farahani (Paterson) e Tahar Rahim (The Mauritanian). Secondo FilmNation e Charades, Alpha è il film più personale della regista, anche se i dettagli della trama sono scarsi: si sa solo che è ambientato negli anni ’80 e segue una bambina di 11 anni emarginata dai compagni dopo che si diffonde la voce che abbia contratto una misteriosa malattia.

Amrum – Regia di Fatih Akin

Fatih Akin ha ottenuto la sua consacrazione internazionale alla Berlinale del 2004 con La sposa turca, ma Cannes gli ha portato fortuna più di una volta: nel 2007 ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura con Ai confini del paradiso e nel 2017 ha regalato a Diane Kruger una Palma per la miglior attrice con Oltre la notte. Amrum lo riunisce con Kruger in un dramma storico ambientato sull’isola frisona di Amrum, nel Mare del Nord tedesco, negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Warner Bros. ha già fissato l’uscita per l’autunno, quindi il film potrebbe slittare su Venezia o su Toronto.

An Affair – Regia di Arnaud Desplechin

Scommettere che il nuovo film di Arnaud Desplechin debutterà a Cannes è facile. Dieci suoi lungometraggi sono stati presentati al festival, di cui sette in concorso, l’ultimo nel 2022 con Fratello e sorella. Il suo Filmlovers! ha avuto una proiezione speciale l’anno scorso, e ha già partecipato alla Quinzaine des Réalisateurs (I miei giorni più belli, 2015) e a Un Certain Regard (En jouant ‘Dans la compagnie des hommes’, 2003). Il nuovo progetto è un dramma romantico con François Civil nei panni di un pianista virtuoso che torna a Lione dopo un periodo in Asia e si ritrova coinvolto in una storia d’amore impossibile. Accanto a lui, Nadia Tereszkiewicz, Charlotte Rampling e Hippolyte Girardot.

Ann Lee – Regia di Mona Fastvold

La regista norvegese Mona Fastvold e il marito Brady Corbet hanno sempre trovato casa alla Mostra del Cinema di Venezia, ma il loro nuovo musical storico potrebbe approdare sulla Croisette. Amanda Seyfried interpreta Ann Lee, fondatrice del movimento religioso degli Shakers, ritenuta dai suoi seguaci una sorta di “Cristo al femminile”. Il film include canzoni originali di Daniel Blumberg, fresco vincitore di un Oscar per The Brutalist. Fastvold e Corbet hanno trascorso anni a studiare la vita di Lee e a scrivere la sceneggiatura. Le riprese si sono svolte in Ungheria subito dopo The Brutalist.

The Avenging Silence– Regia di Nicolas Winding Refn

Se le voci sono vere, il primo film di Nicolas Winding Refn dal body horror del 2016, The Neon Demon, potrebbe essere in arrivo a Cannes. Il bad boy danese ha annunciato il progetto poco dopo la premiere di Neon Demon sulla Croisette (e la spaccatura della critica di Cannes), presentando il film come la sua versione contorta dello spy thriller. “Ian Fleming + William Burroughs + NWR = The Avenging Silence”, ha postato sui social media. Dopo una lunga gestazione – e incursioni nella televisione con Copenhagen Cowboy di Netflix, la serie Amazon Too Old to Die Young e il racconto di avventura per bambini prodotto dalla BBC The Famous Five – Refn avrebbe girato The Avenging Silence di nascosto in Corea l’anno scorso, il che significa che dovrebbe essere pronto per un debutto al festival a maggio.

A Big Bold Beautiful Journey  – Regia di Kogonada

Sony ha già fissato l’uscita dell’ultimo lungometraggio del regista sudcoreano-americano Kogonada per il 9 maggio negli Stati Uniti, pochi giorni prima dell’apertura di Cannes, il che esclude un posto nel concorso del festival. Ma una proiezione di gala fuori concorso potrebbe essere in serbo grazie ai legami del regista con il festival (il suo ultimo film, After Yang, è stato proiettato in Un Certain Regard nel 2021) e al cast di richiamo del nuovo film guidato da Margot Robbie e Colin Farrell. Finora è stato rilasciato solo un frammento di riassunto della storia: “Un racconto immaginifico di due estranei e dello straordinario viaggio emotivo che li connette”.

Bugonia – Regia di Yorgos Lanthimos

Un altro improbabile, ma possibile, film del festival è questa commedia di fantascienza del fenomenale Yorgos Lanthimos. L’uscita è prevista a novembre tramite Focus Features, il che suggerisce una premiere al festival autunnale, probabilmente Venezia, dove Poor Things ha vinto il Leone d’Oro nel 2023. Ma Cannes, che ha accolto l’autore greco l’anno scorso (con Kinds of Kindness in concorso), potrebbe invogliarlo a tornare. Il film è un remake in lingua inglese del film sudcoreano Save the Green Planet! di Jang Joon-hwan, che ha debuttato a Cannes nel 2003.

Calle Malaga – Regia di Maryam Touzani

La regista marocchina emergente Maryam Touzani si è ritagliata una posizione nella sezione Un Certain Regard di Cannes con il suo lungometraggio del 2019 Adam e con The Blue Caftan del 2022 – quest’ultimo vincitore del premio FIPRESCI della critica internazionale. Il suo prossimo lungometraggio in lingua spagnola sembra adatto per la Croisette se sarà pronto in tempo. Il film ruota attorno a Maria Angeles, una donna settantenne, parte della comunità spagnola di Tangeri, che resiste al tentativo della figlia di vendere la sua casa e costringerla a cambiare vita. Anzi si propone di rivendicare la sua abitazione e i mobili che sono stati venduti, riscoprendo, in questa avventura, sentimenti romantici e una sensualità perduta da tempo.

The Chronology of Water  – Regia di Kristen Stewart

Il debutto alla regia di Kristen Stewart, The Chronology of Water, che ha anche contribuito a scrivere, ha tutte le carte in regola per essere un punto di forza di Un Certain Regard. L’acclamata attrice, presenza fissa sul tappeto rosso di Cannes da oltre un decennio, lavora a Chronology da più di cinque anni e descrive il film come un progetto di passione profondamente personale. Basato sul bestseller del 2011 di Lidia Yuknavitch, il film vede Imogen Poots nei panni dell’autrice in vari momenti della sua vita, mentre la storia “galleggia nell’acqua dei ricordi di Lidia”. Una sinossi recita: “The Chronology of Water è un’esplorazione approfondita della sessualità, della creatività, uno sguardo impietoso a tutti i dettagli cruenti dell’avere un corpo femminile e una rappresentazione sensibile del vocabolario emotivo della giovinezza”. Il cast include Thora Birch, Earl Cave, Michael Epp, Susannah Flood, Kim Gordon e Jim Belushi.

Couture – Regia di Alice Winocour

Se Alice Winocour riuscirà a finirlo in tempo, il suo dramma avrà quasi sicuramente un posto ufficiale al festival francese, forse anche in concorso. Winocour è una presenza fissa sulla Croisette: tre dei suoi quattro lungometraggi sono stati presentati in anteprima al festival. Il suo ultimo film è un passo avanti in termini di budget e ambizione, con Angelina Jolie nei panni di una regista americana in “un viaggio di vita e di morte, affrontando sfide e scoperta di sé” che incrocia i cammini di una modella sudanese, Ada (la modella Anyier Anei al suo debutto cinematografico), e della truccatrice francese Angèle (Ella Rumpf) nella frenesia della Settimana della Moda di Parigi.

De Gaulle Partie 1: La France Libre – Regia di Antonin Baudry

L’anno scorso, Pathé ha sfruttato il suo fuori concorso a Cannes per lanciare il primo film dell’epopea storica in due parti di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, Il conte di Montecristo, una strategia che ha dato i suoi frutti con un enorme successo al botteghino in Francia e in tutta Europa. Ci si aspetta che il distributore francese segua lo stesso schema con il biopic in due parti di Antonin Baudry su Charles de Gaulle. La prima parte segue de Gaulle, interpretato da Simon Abkarian, mentre guida la resistenza francese contro la Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, diventando infine presidente dopo la liberazione.

Die, My Love – Regia di Lynne Ramsay

Lynne Ramsay non gira molto, ma quando finisce un film, va a Cannes. Il suo debutto nel lungometraggio del 1999, Ratcatcher, era in Un Certain Regard; il suo sequel del 2002, Morvern Callar, è stato presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs; e We Need to Talk About Kevin (2011) e You Were Never Really Here (2017) erano entrambi in concorso. Il legame di Ramsay con Cannes si estende in realtà ulteriormente, con i cortometraggi Small Deaths (1996) e Gasman (1998) entrambi presentati sulla Croisette. Robert Pattinson, Jennifer Lawrence e LaKeith Stanfield sono i protagonisti del suo ultimo film, un thriller psicologico tratto da un romanzo della scrittrice argentina Ariana Harwicz su una donna nella Francia rurale spinta sull’orlo della follia dal matrimonio e dalla maternità.

The Disappearance of Joseph Mengele  – Regia di Kirill Serebrennikov

Gli ultimi quattro lungometraggi di Kirill Serebrennikov – Limonov, La moglie di Tchaikovsky, La febbre di Petrov e Leto – sono stati tutti presentati in anteprima in concorso a Cannes, e il regista russo è pronto a entrare nel club dei cinque con questo film. Il dramma storico, un adattamento dell’omonimo romanzo di saggistica di Olivier Guez, vede August Diehl, attore di Bastardi senza gloria e La vita nascosta – Hidden Life, nei panni del famigerato medico nazista Josef Mengele, che fuggì dalla Germania verso il Sud America dopo la Seconda Guerra Mondiale e non fu mai catturato. Serebrennikov ha concluso la produzione del film in Uruguay alla fine dell’anno scorso, il che suggerisce che avrà un montaggio finale pronto per la Croisette a maggio.

The Doctor Says I’ll Be Alright, But I’m Feelin’ Blue – Regia di Mascha Schilinski

La regista tedesca Mascha Schilinski ha attirato l’attenzione per la prima volta con il suo debutto nel lungometraggio del 2017, Dark Blue Girl, che  rimaneva impresso per la straordinaria interpretazione da protagonista di Helena Zengel, la star emergente di System Crasher di Nora Fingscheidt (2019). Il suo sequel, che è dato per probabile a Cannes, si pensa nella selezione di Un Certain Regard, è un dramma ambizioso sulla vita di quattro ragazze di generazioni diverse legate da vari ricordi nell’arco di cento anni.

Dracula: A Love Tale – Regia di Luc Besson

Cannes non è sempre stata gentile con Luc Besson. Ha ricevuto un’accoglienza da eroe quando il suo film d’azione sulle immersioni in apnea, Le grand bleu, è stato proiettato fuori concorso nel 1988 ed è diventato un successo incrociato, ma un decennio dopo, quando la sua epopea di fantascienza Il quinto elemento ha aperto Cannes nel 1997, i critici hanno stroncato il regista francese di blockbuster. La sensibilità action-pop di Besson è sempre sembrata un po’ in contrasto con la tradizione autoriale di Cannes – ha scelto in particolare Venezia per il suo film di ritorno del 2023, DogMan – ma la sua versione del classico gotico di Bram Stoker, con Caleb Landry Jones di DogMan, insieme a Christoph Waltz e Matilda De Angelis, potrebbe segnare il suo glorioso ritorno sulla Croisette. SND ha fissato l’uscita di Dracula per il 30 luglio in Francia, rendendo una presentazione fuori concorso a Cannes una forte possibilità.

Eddington – Regia di Ari Aster

Nonostante l’acclamazione della critica art house, Ari Aster deve ancora presentare un film in concorso a Cannes. Eddington potrebbe essere quello giusto. Il film ricco di star – guidato da Joaquin Phoenix, Pedro Pascal, Emma Stone e Austin Butler – segue uno sceriffo di una piccola città con aspirazioni più alte. Ci si aspetta verve stilistica e intensità tematica dal regista di Hereditary – Le radici del male, Midsommar – Il villaggio dei dannati e Beau ha paura. A24 e la Square Peg di Aster si sono riuniti per il film, che è stato girato in location nel New Mexico ed è previsto nelle sale statunitensi in estate.

Eleanor the Great – Regia di Scarlett Johansson

Il debutto alla regia di Scarlett Johansson segue la novantenne Eleanor Morgenstein (l’inimitabile June Squibb) mentre tenta di ricostruire la sua vita dopo la morte della sua migliore amica tornando a New York City dopo molti anni in Florida. Mentre lotta con la solitudine e le difficoltà di creare nuove connessioni alla sua età, alla fine fa amicizia con una studentessa universitaria di 19 anni in città, formando un legame improbabile che le ringiovanisce entrambe. 

F1 – Regia di Joseph Kosinski

Brad Pitt e il co-protagonista Damson Idris hanno filmato le loro emozionanti acrobazie automobilistiche ad alta velocità e le interviste fuori pista insieme agli atleti reali di questo sport per il prossimo blockbuster di Joseph Kosinski. Il regista di Top Gun: Maverick avrà bei ricordi del suo tempo in Costa Azzurra (ricordate l’epico sorvolo dell’aeronautica francese del 2022?). Kerry Condon, Tobias Menzies, Kim Bodnia e Javier Bardem figurano anche nel film tanto atteso. La pellicola non è affatto una certezza per la Croisette, ma un debutto di successo al festival avrebbe molto senso con la prestigiosa gara di Monaco che si svolge poco più avanti lungo la costa.

Father, Mother, Sister, Brother – Regia di Jim Jarmusch

L’eroe del cinema indipendente e presenza fissa di Cannes, Jim Jarmusch, torna con un film antologico a trittico che esamina la famiglia e le relazioni intergenerazionali attraverso tre storie ambientate in tre paesi diversi. Ricco di volti indimenticabili – Cate Blanchett, Adam Driver, Vicky Krieps, Tom Waits, Charlotte Rampling, Mayim Bialik e Indya Moore – il riassunto ufficiale del progetto recita: “Il film è una serie di studi sui personaggi, tranquilli, osservativi e non giudicanti. Una commedia, ma intessuta di fili di malinconia”. La gloriosa bouffant grigia di Jarmusch è una vista familiare sul tappeto rosso di Cannes. Ha vinto la Caméra d’Or per Stranger Than Paradise – Più strano del paradiso nel 1984 e il Grand Prix per Broken Flowers nel 2005, gareggiando per l’ultima volta nel 2019 con il deliziosamente eccentrico film di zombi I morti non muoiono.

Fuori – Regia di Mario Martone

Mario Martone è un altro dei registi italiani che prediligono Venezia, avendo presentato sette lungometraggi in concorso al Lido. Ma ha fatto il viaggio a Cannes tre volte in passato, comparendo due volte in concorso (con Nostalgia nel 2022 e L’amore molesto nel 1995), oltre che in Un Certain Regard con Prove di guerra nel 1998. Il suo nuovo lungometraggio, una coproduzione franco-italiana, vede Valeria Golino (Rain Man – L’uomo della pioggia, Maria) interpretare una scrittrice imprigionata per un “atto folle e inaspettato” che sviluppa uno stretto legame con le donne che incontra all’interno, mantenendo la loro amicizia dopo il suo rilascio. È ancora probabile che arrivi a Venezia, ma Fuori potrebbe essere una sorpresa di Cannes.

Hamnet – Regia di Chloé Zhao

La produzione di Hamnet si è conclusa solo lo scorso autunno, il che potrebbe anche rendere il suo completamento più adatto a un lancio autunnale a Venezia, ma questo ritorno al dramma umano prodotto da Steven Spielberg della regista di Nomadland e Eternals della Marvel potrebbe comunque comparire sulla Croisette. Basato sul romanzo del 2020 di Maggie O’Farrell, Hamnet immagina la vita di William Shakespeare (Paul Mescal) e di sua moglie, Agnes Shakespeare (Jessie Buckley), dopo la morte del loro figlio di 11 anni, Hamnet. Il film segnerebbe il primo viaggio di Zhao a Cannes da quando il suo western contemporaneo The Rider – Il sogno di un cowboy ha vinto l’Art Cinema Award nella sezione Quinzaine des Réalisateurs del festival nel 2017.

Highest 2 Lowest – Regia di Spike Lee

Ecco qualcosa per cui entusiasmarsi. Il rapporto di Spike Lee con Cannes risale al suo debutto, She’s Gotta Have It – Lola Darling, che ha vinto il Prix de la Jeunesse (Premio della Gioventù) della sezione Quinzaine des Réalisateurs per il miglior debutto straniero al festival del 1986. Highest 2 Lowest è il primo lungometraggio narrativo di Lee in cinque anni e il suo primo con Denzel Washington nel ruolo principale da Inside Man nel 2006. Il film è sia un thriller poliziesco contemporaneo ambientato a New York sia una reinterpretazione del classico del 1963 di Akira Kurosawa, Anatomia di un rapimento, con Washington nei panni di un potente dirigente discografico di New York posto di fronte a un precario dilemma morale. 

The History of Sound – Regia di Oliver Hermanus

Preparatevi a un potenziale svenimento da Palais. L’ultimo film del regista sudafricano Oliver Hermanus, The History of Sound, abbina due degli attori del momento più richiesti, Paul Mescal e Josh O’Connor, in un road movie romantico gay ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Scritto da Ben Shattuck, adattando il suo racconto breve pluripremiato, The History of Sound segue due giovani idealisti che si propongono di registrare le voci dei soldati americani durante la Grande Guerra – e si innamorano lungo il percorso.

Hope – Regia di Na Hong-jin

Il regista sudcoreano Na Hong-jin ha stupito i critici di Cannes nel 2016 con il suo viscerale thriller spirituale The Wailing – La presenza del diavolo. Il suo sequel, e debutto in lingua inglese, ha richiesto molto tempo, ma dovrebbe essere pronto per maggio. Il cast interculturale del film include Hwang Jung-min (The Wailing – La presenza del diavolo, Veteran – The Fighter) e Zo In-sung (Escape from Mogadishu) dal lato coreano, e la coppia hollywoodiana Michael Fassbender e Alicia Vikander che interpretano i ruoli principali in lingua inglese. Stelle nascenti di ogni industria – Taylor Russell e Jung Ho-yeon di Squid Game – appaiono in ruoli di supporto. Hope è stato descritto come un thriller di fantascienza su una città remota che fa una misteriosa scoperta, gettando i suoi residenti in una lotta per la sopravvivenza. Le aspettative sono alte per un’aspra follia coreana d’autore di altissimo livello.

I Want Your Sex – Regia di Gregg Araki

Il primo film del regista di culto in più di un decennio, I Want Your Sex, genererebbe sicuramente chiacchiere su e giù per la Croisette. Il film vede Cooper Hoffman (Licorice Pizza) nei panni di un giovane assistente che trova lavoro presso un’artista performativa che sfida i limiti, interpretata da Olivia Wilde. Inizialmente, sembra che i sogni del ragazzo si siano avverati quando l’artista rivela di averlo assunto per diventare la sua “musa sessuale” – ma non passa molto tempo prima che si trovi fuori dalla sua zona di comfort, attratto in un mondo di sesso, ossessione, potere, tradimento e omicidio. Charli XCX è co-protagonista in un ruolo non divulgato. Spesso provocatorio e mai noioso, Araki è apparso in precedenza a Cannes nel 2010 con Kaboom – un film che si dice sia stato ispirato da una conversazione che ha avuto con John Waters – che è stato proiettato fuori concorso e ha vinto la Palma Queer inaugurale.

In the Hand of Dante – Regia di Julian Schnabel

Certo, questo è perfetto per Venezia, ma i partecipanti di Cannes possono sperare! (Schnabel ha vinto il premio per il miglior regista di Cannes per Lo scafandro e la farfalla nel 2007, dopo tutto.) Un’epopea thriller letteraria in lavorazione da anni, In the Hand of Dante è basato sul romanzo omonimo di Nick Tosches del 2002, che fonde dramma storico e storia criminale moderna in due narrazioni parallele – una ambientata nell’Italia del XIV secolo e l’altra nella New York contemporanea. Prodotto esecutivamente da Martin Scorsese (che si dice abbia anche un piccolo ruolo), il film vede Oscar Isaac, Jason Momoa, Gerard Butler e Gal Gadot, con Sabrina Impacciatore, Franco Nero, John Malkovich e Al Pacino in ruoli di supporto. Girato in location in tutta Italia, è quasi certamente destinato alla Croisette o al Lido.

Jupiter – Regia di  Andrey Zvyagintsev

Sembra che il nuovo lungometraggio dell’autore russo Andrey Zvyagintsev potrebbe non essere pronto in tempo per Cannes, rendendo più probabile un debutto a Venezia, ma il festival francese spera di assicurarsi Jupiter per un posto in concorso. Il lungometraggio del 2017 di Zvyagintsev, Loveless, ha vinto il Premio della Giuria di Cannes, e Leviathan del 2014 ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura. Entrambi hanno ottenuto nomination agli Oscar. Ambientato nel mondo apparentemente impenetrabile di un oligarca russo ultra-ricco, Jupiter promette di essere un pezzo complementare più spigoloso al vincitore della Palma d’Oro (e dell’Oscar) di Sean Baker, Anora.

Left-Handed Girl – Regia di Shih-Ching Tsou

Tsou sarebbe una nuova arrivata a Cannes come regista, ma è già una presenza familiare lì grazie al suo frequente lavoro di produzione sui film del recente vincitore dell’Oscar Sean Baker (Un sogno chiamato Florida, Red Rocket). Ambientato sullo sfondo vivace dei mercati notturni di Taiwan, Left-Handed Girl racconta la storia di una madre single e delle sue due figlie mentre lottano per adattarsi alla vita di città quando tornano a Taipei dopo diversi anni vissuti in campagna. Tsou ha co-scritto il film con Baker, che ha anche montato il film.

Let the Music Fly (Titolo di lavoro) – Regia di Jiang Wen

Il pettegolezzo all’interno dell’industria cinematografica di Pechino è che l’ultimo lungometraggio dell’attore-regista Jiang Wen abbia la migliore possibilità della Cina di assicurarsi un posto a Cannes nel 2025. Il film di guerra comico nero del regista, Devils on the Doorstep, ha vinto il Grand Prix nel 2000, perdendo la Palma d’Oro a favore di Ballando al buio di Lars Von Trier. Gli ultimi tre film di Jiang hanno costituito quella che ha chiamato la sua “trilogia gangster Beiyang” – Let the Bullets Fly (2010), Gone With the Bullets (2014) e Hidden Man (2018) – tutti di successo commerciale in Cina ma non selezionati dai festival internazionali. Il riassunto limitato della trama rilasciato per il nuovo film suggerisce che si tratti di un dramma musicale sui sacrifici fatti da una famiglia affinché il figlio possa raggiungere i massimi livelli dell’esecuzione di pianoforte classico. Jiang è il protagonista del film insieme a Ma Li, Ge You, Zhao Benshan, Lei Jiayin e altri.

Love on Trial – Regia di Koji Fukada

L’acuto autore giapponese Koji Fukada – che ha fatto il suo debutto nel 2016 con Harmonium, con Tadanobu Asano come protagonista, vincendo il Premio della Giuria di Un Certain Regard – dovrebbe tornare al Palais con Love on Trial, un dramma sociale penetrante su una giovane idol J-pop sull’orlo di un grande successo che affronta il disprezzo pubblico e una causa aggressiva dopo che si scopre che ha violato il contratto “no love” della sua agenzia uscendo con un ex compagno di scuola superiore. Basato su casi legali reali del Giappone, il film è “un potente commento sulle complessità della cultura degli idol, della libertà personale e dell’amore, evidenziando le disparità di genere e le ingiustizie che colpiscono gli individui, non solo in Giappone, ma a livello globale”, secondo il suo agente di vendita francese MK2.

The Lost Bus. Regia di  Paul Greengrass

L’ultimo film di Greengrass, con Matthew McConaughey e America Ferrera, potrebbe colpire particolarmente duro la comunità cinematografica americana sulla scia dei recenti eventi a Los Angeles. Basato sul libro di Lizzie Johnson Paradise: One Town’s Struggle to Survive an American Wildfire, il film è ambientato durante il disastroso Camp Fire del 2018, che è diventato il più mortale incendio nella storia della California. Probabilmente non è materiale da concorso di Cannes, ma il fascino da tappeto rosso dei protagonisti del film e le innovative capacità d’azione di Greengrass (vedi il suo lavoro pionieristico e cinetico con il franchise di Bourne) potrebbero aiutare il film a trovare uno spazio per una proiezione di gala.

The Mastermind – Regia di Kelly Reichardt

La maestra americana del minimalismo indie Kelly Reichardt potrebbe tornare in concorso a Cannes con questo dramma sul furto d’arte ambientato sullo sfondo della guerra del Vietnam. Josh O’Connor, reduce da un 2024 in cui si è molto distinto, anche grazie al suo lavoro in Challengers e La chimera, guida il film insieme ad Alana Haim (Licorice Pizza) e al regolare di Reichardt John Magaro (Showing Up – Sulla scena, First Cow). La produzione si è conclusa alla fine dell’anno scorso e i dettagli sono stati per lo più tenuti nascosti. L’ultimo lavoro di Reichardt, Showing Up – Sulla scena, è stato uno dei preferiti dalla critica al festival francese nel 2022, quindi aspettatevi che Thierry Frémaux cerchi di farla diventare l’ultimo membro della “famiglia di Cannes” con un secondo posto in concorso se il nuovo film sarà finito in tempo.

Materialists – Regia di Celine Song

Il sequel del successo del 2023 di Celine Song, Past Lives, nominato all’Oscar come miglior film, vede Dakota Johnson nei panni di una giovane sensale di New York “divisa tra l’abbinamento perfetto e il suo ex imperfetto” – interpretati rispettivamente da Chris Evans e Pedro Pascal. La commedia romantica di alta classe ha recentemente ricevuto una data di uscita negli Stati Uniti da A24 del 13 giugno, posizionamento ideale per un lancio a Cannes.

Mission: Impossible – The Final Reckoning – Regia di Christopher McQuarrie

Cannes fa sempre spazio a un po’ di spettacolo hollywoodiano ad alto budget e, dato lo stato attuale dei programmi TV, sembra che Tom Cruise potrebbe essere di nuovo l’uomo giusto per il lavoro. La star eternamente energica sembrava essersi divertita molto l’ultima volta che era sulla Croisette. Quando Top Gun: Maverick è stato proiettato al Palais nel 2022, l’attore è stato accolto dal suddetto sorvolo di caccia francesi, un enorme spettacolo pirotecnico e una cerimonia di Palma d’Oro onoraria. Resta da vedere come The Final Reckoning potrebbe superare quell’iconico momento di Cannes, ma con le voci che circolano sul fatto che il film potrebbe essere l’ultima corsa di Cruise nei panni dell’agente dell’IMF Ethan Hunt, aspettatevi che Cannes e Paramount facciano di tutto se il film verrà proiettato lì.

Musk – Regia di Alex Gibney

Con Elon Musk che fornisce nuovo materiale su base giornaliera – quasi oraria – il documentarista premio Oscar Alex Gibney (Taxi to the Dark Side, Enron: The Smartest Guys in the Room) deve costantemente rieditare il suo “esame definitivo e senza veli” del miliardario tecnologico sudafricano, capo di DOGE e troll del governo Trump. Se il film sarà pronto in tempo per Cannes, potrebbe essere il The Apprentice di quest’anno, con attacchi online da Musk e dai suoi seguaci quasi garantiti. A differenza del film di Ali Abbasi, che è arrivato a Cannes senza un distributore statunitense a bordo, il documentario di Gibney è stato pre-venduto a livello nazionale, con HBO Documentary Films che ha acquisito i diritti televisivi e di streaming nordamericani e Universal Pictures che si occupa dell’uscita a livello internazionale.

My Father’s Shadow – Regia di Akinola Davies

Questo debutto al lungometraggio tanto atteso dal regista britannico-nigeriano Akinola Davies, il cui cortometraggio Lizard, vincitore del Sundance, è stato nominato ai BAFTA, sarebbe un ottimo concorrente per la Camera d’Or se superasse il taglio di Cannes. L’attore di Gangs of London e Slow Horses Sope Dìrísù è il protagonista del racconto semi-autobiografico ambientato nell’arco di una sola giornata nella capitale nigeriana Lagos durante la crisi elettorale nigeriana del 1993. La storia segue un padre, separato dai suoi due giovani figli, mentre viaggiano attraverso la massiccia città e mentre il disordine politico minaccia il loro viaggio di ritorno a casa. Prodotto dalla società di produzione di Povere creature! Element Pictures, My Father’s Shadow è già stato pre-acquistato da Mubi per gran parte del mondo.

No Other Choice – Regia di Park Chan-wook

Il maestro coreano Park Chan-wook ha un posto garantito nel concorso di Cannes se il suo thriller di commedia nera No Other Choice sarà pronto in tempo. Un adattamento del romanzo di Donald E. Westlake The Ax, il film riunisce Park con Lee Byung-hun, star del loro debutto di inizio carriera Joint Security Area, in una storia su un uomo disoccupato ordinario spinto a misure drastiche per assicurarsi un lavoro: vale a dire, uccidere la concorrenza. Il film è attualmente in post-produzione e fonti vicine al film dicono che Cannes potrebbe arrivare troppo presto. Considerando che Cannes deve ancora premiare Park con una Palma per uno dei suoi numerosi capolavori che sono stati proiettati al festival (Oldboy, Mademoiselle, Decision to Leave), potrebbe anche essere perdonato per aver tentato la fortuna a Venezia con questo.

Nouvelle Vague – Regia di Richard Linklater

È difficile anche solo immaginare un film indipendente americano più adatto al Festival di Cannes della prossima lettera d’amore dell’impresario di Austin Richard Linklater alla Nouvelle Vague francese. Girato a Parigi, Nouvelle Vague racconta la storia di Jean-Luc Godard che fa il salto da critico ai Cahiers du Cinéma a regista alle prime armi con la realizzazione di Fino all’ultimo respiro. Guillaume Marbeck interpreta il giovane Godard, mentre Zoey Deutch interpreta la sua star, Jean Seberg. Girato interamente in francese, il film è stato girato in bianco e nero nel formato 4:3. Linklater ha detto che la sua missione nel realizzare il film era “mostrare l’amore assoluto dei cineasti”.

One Battle After Another – Regia di Paul Thomas Anderson

PTA non è approdato a Cannes da quando Ubriaco d’amore gli ha fatto vincere il premio per il miglior regista del festival nel 2002. One Battle After Another potrebbe continuare su quella scia, poiché il film è, a quanto si dice, il progetto più costoso della carriera di Anderson – con un budget superiore a 140 milioni di dollari – ed è già stato fissato per l’uscita nelle sale l’8 agosto dalla Warner Bros. Ottenere il progetto sarebbe un bel colpo per Cannes. Si dice che il film sia una variazione del romanzo del 1990 di Thomas Pynchon Vineland, e il cast guidato da Leonardo DiCaprio includa Sean Penn, Regina Hall, Alana Haim, Teyana Taylor, Benicio del Toro e altri.

Orphan – Regia di László Nemes

Il terzo lungometraggio di László Nemes – dopo il suo debutto premio Oscar Il figlio di Saul, che ha vinto il Grand Prix della Giuria di Cannes nel 2015, e il suo lungometraggio del 2018 Tramonto, presentato in anteprima a Venezia – è una storia di formazione ambientata sullo sfondo storico della rivolta ungherese del 1956. Il film, che si dice sia parzialmente autobiografico, segue Andor, un ragazzo di 12 anni cresciuto dalla madre single dopo che il padre è scomparso durante la rivoluzione. La sua vita viene sconvolta quando un uomo, un estraneo per il ragazzo, ritorna, affermando di essere suo padre. Nemes ha girato Orphan a Budapest l’anno scorso e dovrebbe avere il film pronto per Cannes.

Orwell – Regia di Raoul Peck

Il pluripremiato regista haitiano Raoul Peck (I Am Not Your Negro, Exterminate All the Brutes) dirige Orwell, un esame completo della vita, del lavoro e dell’eredità duratura di George Orwell, autore di La fattoria degli animali e 1984. Peck ha ricevuto la piena collaborazione dell’Orwell Estate, permettendogli di esaminare e potenzialmente includere gli archivi e i materiali rari di Orwell. Piuttosto che il tipico documentario biografico, Orwell di Peck dovrebbe essere una valutazione saggistica delle origini e delle idee del grande scrittore politico – e della loro rilevanza per il mondo contemporaneo. Neon ha già acquisito i diritti nordamericani di Orwell, il che fa ben sperare per i possibili premi. Data l’attualità dei temi del film e la storia di Peck a Cannes (è stato nella giuria del festival nel 2012 e I Am Not Your Negro è stato proiettato alla Quinzaine des Réalisateurs), Orwell sembra una scelta naturale per una sezione collaterale o anche una proiezione speciale nella selezione principale.

Pillion – Regia di Harry Lighton

Le chiacchiere si sono fatte sentire per un po’ di tempo riguardo al debutto alla regia di Harry Lighton, rendendo facile immaginare che possa comparire nelle sezioni Un Certain Regard o Quinzaine des Réalisateurs. Una storia d’amore queer ambientata sullo sfondo della sottocultura britannica dei motociclisti degli anni ’70, il film vede Alexander Skarsgard nei panni del carismatico leader di un club di motociclisti perversi. Descritto come una “romance divertente e sporca”.

The Phoenician Scheme – Regia di Wes Anderson

Prevista l’uscita a fine maggio, tramite Focus Features, l’ultimo film di Anderson può essere considerato uno dei cast corali più grandi e stellati del tappeto rosso di Cannes di quest’anno. Non si sa molto della storia di The Phoenician Scheme, che è stata co-sceneggiata, come al solito, da Anderson e Roman Coppola. È stata descritta come una commedia drammatica a tema spionistico. Il cast include Benicio del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera, Tom Hanks, Bryan Cranston, Riz Ahmed, Jeffrey Wright, Scarlett Johansson, Richard Ayoade, Rupert Friend, Hope Davis, Benedict Cumberbatch e Imad Mardnli. Anderson ha presentato film a Cannes in diverse occasioni, comprese le sue due uscite più recenti, Asteroid City e The French Dispatch.

Resurrection – Regia di Bi Gan

Se un Tarkovsky dei giorni nostri sta lavorando da qualche parte nel mondo oggi, potrebbe essere il prodigio cinese di 35 anni Bi Gan. Il piano sequenza in 3D di 59 minuti che ha chiuso lo sbalorditivo Lunga giornata nell’oscurità di Bi del 2018, presentato in anteprima a Cannes in Un Certain Regard, rimane materiale da leggenda per i nerd del cinema, quindi le speranze sono alte per questo sequel tanto atteso. Con due delle persone più belle del cinema in lingua cinese – Jackson Yee e Shu Qi – Resurrection è descritto come un racconto poliziesco di fantascienza, ambientato nell’anno 2068 e in altri periodi di tempo, che confonde sogni e realtà. Le recenti chiacchiere sulla produzione suggeriscono che il regista sia tornato ai suoi esperimenti con attrezzature per telecamere 3D stereoscopiche, ma potrebbe avere poco tempo per finire il lungometraggio in tempo per la scadenza di Cannes 2025.

Rosebush Pruning – Regia di Karim Aïnouz

I tre lungometraggi precedenti del regista e artista visivo brasiliano Karim Aïnouz sono stati presentati in anteprima a Cannes e si prevede che continuerà la serie con Rosebush Pruning, un thriller drammatico con un cast corale di Riley Keough, Callum Turner, Elle Fanning, Lukas Gage, Pamela Anderson e altri. Sostenuto da The Apartment Pictures, Mubi e Fremantle, il film è un libero remake del debutto alla regia di Marco Bellocchio del 1965, I pugni in tasca, una satira oscura dei valori familiari patriarcali. Il film è sceneggiato dal collaboratore abituale di Yorgos Lanthimos, Efthimis Filippou (Kinds of Kindness, Il sacrificio del cervo sacro, The Lobster), suggerendo che potrebbe essere in serbo una satira sociale diabolicamente strana.

Sacrifice – Regia di Romain Gavras

Il regista francese Romain Gavras, figlio di Costa-Gavras, potrebbe puntare a uno spazio fuori concorso per il suo debutto in lingua inglese, una satira sui media d’azione e avventura. Con un cast di star – Anya Taylor-Joy, Chris Evans, Salma Hayek, Vincent Cassel, Charli XCX, John Malkovich – il lungometraggio è ambientato durante un evento di beneficenza pieno di talent che diventa caotico quando un gruppo di fanatici (forse religiosi) lo interrompe, con il piano di sacrificare tre persone per adempiere a un’antica profezia per salvare l’umanità. Gavras ha attirato l’attenzione internazionale con il suo lungometraggio del 2022 Athena, presentato in anteprima a Venezia e distribuito su Netflix. Sacrifice sembra essere altrettanto intrigante.

Sentimental Value – Regia di Joachim Trier

Il debutto di Un Certain Regard per il suo secondo lungometraggio Oslo, 31 agosto (2011) ha portato al primo ingresso del regista norvegese in concorso, con Segreti di famiglia del 2015, prima di trionfare sulla Croisette con La persona peggiore del mondo nel 2021, che ha vinto gli onori di migliore attrice per la star Renate Reinsve e ha ottenuto due nomination agli Oscar. Reinsve e Trier tornano con Sentimental Value, con Reinsve che interpreta Nora, un’attrice che piange la perdita della madre insieme alla sorella, Agnes (Inga Ibsdotter Lilleaas), quando il loro padre, Gustav (Stellan Skarsgard), separato da tempo, torna improvvisamente nelle loro vite. Se Sentimental Value sarà finito in tempo, un debutto a Cannes è assicurato.

Silent Friend – Regia di Ildiko Enyedi

La regista ungherese Ildiko Enyedi è una potenziale concorrente per il concorso con il suo ultimo film, un dramma ambientato a Marburgo, una città universitaria medievale in Germania, che si estende da oltre un secolo ed è raccontata dal punto di vista di un albero solitario e vecchio che si trova al centro dell’orto botanico della città. Il sequel dell’ingresso in concorso a Cannes del 2021 di Enyedi, La storia di mia moglie, presenta un cast degno del tappeto rosso, tra cui la star francese Léa Seydoux e la leggenda di Hong Kong Tony Leung Chiu-wai (In the Mood for Love).

The Smashing Machine – Regia di Benny Safdie

Un altro esercizio autoriale di A24 molto atteso, The Smashing Machine è il debutto da solista del fratello minore Safdie, dopo il suo esilarante e inquietante recente lavoro per la serie TV The Curse con Nathan Fielder. Il film racconta la vita tormentata e trionfante della leggenda delle arti marziali miste Mark Kerr, alias “The Smashing Machine”, interpretato da Dwayne Johnson. The Rock senza dubbio inchioderà le febbricitanti sequenze di combattimento del film, ma c’è probabilmente ancora più entusiasmo che si sta costruendo intorno all’idea di vedere l’amato eroe d’azione affrontare un intenso ruolo drammatico. The Smashing Machine segnerebbe il primo ritorno di Safdie a Cannes da quando lui e suo fratello hanno debuttato Good Time in concorso nel 2017.

Sons of the Neon Night – Regia di Juno Mak

L’artista, musicista, stilista e regista di Hong Kong Juno Mak ha lavorato a Sons of the Neon Night negli ultimi dieci anni. Vari aspetti del progetto hanno suscitato la curiosità degli appassionati di cinema. Il dramma poliziesco altamente stilizzato si svolge in una versione innevata e pseudo-futuristica di Hong Kong e vede protagonisti molti dei più grandi nomi della città: Takeshi Kaneshiro, Tony Leung Ka-fai, Sean Lau, Louis Koo e Ritchie Jen, tra gli altri. Il film avrebbe avuto un budget di 50 milioni di dollari, il che lo rende uno dei film più costosi nella storia del cinema di Hong Kong. Presenta anche una nuova colonna sonora del compianto, grande Ryuichi Sakamoto. Mak ha impressionato i critici con il suo debutto action-horror Rigor Mortis nel 2013. Sons of the Neon Night è stato annunciato come suo sequel nel 2015. Ora, finalmente, è quasi qui.

The Stories – Regia di Abu Bakr Shawky

Il regista egiziano-austriaco Abu Bakr Shawky, il cui debutto, Yomeddine, è stato presentato in anteprima con successo in concorso a Cannes nel 2018, potrebbe tornare sulla Croisette con questo film d’epoca ambientato tra l’Europa e il Medio Oriente. La storia segue due amici di penna: l’egiziano Ahmed e l’austriaca Liz, che iniziano un’amicizia a distanza a partire dall’estate del 1967 e continuano negli anni ’80, attraverso tutti i sconvolgimenti personali e politici dell’epoca. Amir El Masry (The Night Manager) e Valérie Pachner (La vita nascosta – Hidden Life) sono i protagonisti. The Stories dovrebbe essere finito in tempo per un debutto a maggio e, con il sostegno dei maestri di Cannes Goodfellas, sembra ideale per il concorso o Un Certain Regard.

Two Prosecutors – Regia di Sergey Loznitsa

Il regista ucraino Sergey Loznitsa è attualmente in post-produzione su Two Prosecutors, il suo primo lungometraggio narrativo dal Donbass del 2018, che ha vinto il premio per la regia di Un Certain Regard. La sua produzione ultimamente è stata di saggistica – tra cui The Invasion (2024), The Natural History of Destruction (2022) e Babi Yar. Context (2021) – tutti presentati in anteprima a Cannes. Questo dramma ambientato nel 1937, basato sull’omonimo romanzo di Georgi Demidov, segue un laureato idealista in giurisprudenza che si confronta con la brutale realtà dello stalinismo. Se viene selezionato per il concorso, sarà il quarto concorrente di Loznitsa alla Palma d’Oro, dopo My Joy (2010), Nella nebbia (2012) e Una creatura gentile (2017).

Unidentified – Regia di Haifaa Al Mansour

Il lungometraggio di debutto di Haifaa Al Mansour, La bicicletta verde, ha rappresentato una serie di prime storiche: è stato il primo film diretto da una regista saudita, il primo film girato interamente in Arabia Saudita e la prima candidatura del Regno agli Oscar. L’ultimo film di Al Mansour, descritto come un mistery-thriller in lingua araba, inizia quando il corpo di una ragazza senza vita viene trovato abbandonato nel deserto senza alcuna identificazione. Il film è stato acquisito da Sony Pictures Classics a febbraio e dovrebbe essere lanciato a Cannes o a Venezia.

Vie Privée – Regia di Rebecca Zlotowski

Il racconto di un omicidio misterioso di Rebecca Zlotowski potrebbe essere l’Anatomia di una caduta di quest’anno. Jodie Foster, che parla correntemente il francese, interpreta una rinomata psichiatra che avvia una sua indagine privata sulla morte di una delle sue pazienti, che è convinta sia stata assassinata. Un who’s who di talenti francesi, tra cui Daniel Auteuil, Virginie Efira, Mathieu Amalric, Vincent Lacoste e Luana Bajrami, sono co-protagonisti. Il lungometraggio del 2022 di Zlotowski, I figli degli altri, ha fatto il suo debutto a Venezia, ma la regista non è estranea a Cannes, avendo presentato in anteprima Belle épine (2010) alla Semaine de la Critique e Grand Central (2013) in Un Certain Regard.

The Wave – Regia di Sebastián Lelio

Il musical femminista in lingua spagnola di Sebastián Lelio – ispirato alle manifestazioni di massa contro la violenza sulle donne che hanno travolto il Cile nel 2018 – ha il potenziale per essere l’Emilia Pérez di quest’anno (meno lo scandalo dei tweet). Lelio ha girato il lungometraggio sotto copertura in Cile la scorsa primavera e dovrebbe averlo pronto per Cannes. Ma, con l’eccezione del suo ingresso alla Quinzaine des Réalisateurs del 2009 Navidad, il regista cileno ha teso a favorire Berlino – dove sia Gloria (2013) che Una donna fantastica (2017) sono stati presentati in anteprima – o Toronto, dove è andato con Disobedience (2017), Gloria Bell (2018) e Il prodigio (2022), quest’ultimo proiettato anche a Telluride. È probabile che The Wave approderà a uno dei festival autunnali (San Sebastian è un’altra possibilità), ma ciò non significa che non sia un possibile partecipante di Cannes

The Way of the Wind – Regia di Terrence Malick

Il leggendario autore, vincitore della Palma d’Oro nel 2011 per The Tree of Life – L’albero della vita, avrebbe catturato quasi 3.000 ore di riprese quando il film era in produzione nel 2019 e lo sta montando da allora. Un’epopea biblica sulla vita di Cristo, il film vede Géza Röhrig (Il figlio di Saul) nei panni di Gesù, Matthias Schoenaerts nei panni di San Pietro, Mark Rylance nei panni di Satana, Tawfeek Barhom nei panni di Giovanni Battista, Aidan Turner nei panni di Sant’Andrea 1 e Ben Kingsley, Joseph Fiennes e Douglas Booth in ruoli non divulgati.

Woman and Child – Regia di Saeed Roustayi

La società francese Goodfellas ha acquisito le vendite di questo film iraniano, un dramma familiare contemporaneo di vendetta e perdono, il film vede Parinaz Izadyar (La legge di Teheran) nei panni di un’infermiera vedova che lotta con il figlio ribelle. Quando si verifica un tragico incidente, si ritrova a confrontarsi con sentimenti contrastanti anche mentre cerca giustizia.

Yes – Regia di Nadav Lapid

Nadav Lapid sembra destinato a tornare sulla Croisette con il suo quinto lungometraggio, un dramma incentrato su un personaggio che, proprio come la figura di Jim Carrey in Yes Man del 2008, decide di rispondere a tutto nella vita in modo affermativo…

The Young Mother’s Home – Regia dei Fratelli Dardenne

Un’altra garanzia di Cannes è il nuovo lungometraggio dei fratelli Dardenne. I due volte vincitori della Palma d’Oro (per Rosetta del 1999 e L’Enfant – Il bambino del 2005) sono pronti a tornare sulla Croisette con il loro ultimo dramma sociale belga, questa volta ambientato tra cinque donne che vivono in un rifugio per giovani madri.