La Writers Guild West chiede ai legislatori di esaminare gli accordi con Disney, Amazon e Netflix

Il sindacato chiede che le agenzie antitrust, come la Federal Trade Commission, inibiscano qualsiasi consolidamento futuro, indaghino sui segnali di pratiche anticoncorrenziali e aumentino la regolamentazione

Di THR ROMA

La Writers Guild of America West ha rotto il suo relativo silenzio degli ultimi giorni, mentre le trattative sono di nuovo in corso, per pubblicare un rapporto antitrust di quindici pagine in cui si sostiene che Disney, Amazon e Netflix sono pronti a diventare “i nuovi guardiani” dell’industria dell’intrattenimento.

Il documento, pubblicato giovedì 17 agosto, sostiene che le recenti fusioni e la deregolamentazione “hanno gettato le basi per un futuro di maggiore potere del mercato, che potrebbe presto lasciare solo tre aziende a controllare quali contenuti vengono prodotti, quali consumatori possono guardarli e come possono guardarli”. Il rapporto sostiene inoltre che queste tre aziende in particolare hanno “accumulato potere di mercato attraverso fusioni e altre pratiche anticoncorrenziali, offrendo una finestra allarmante sul futuro dei media”.

La serie di fusioni di Disney – con Pixar, Marvel, Lucasfilm e altre – ha portato a un aumento dei prezzi dei servizi di streaming e a un’ulteriore integrazione verticale dell’azienda, oltre ad aver spinto i creativi a rinunciare alle entrate derivanti dalle future licenze dei loro contenuti televisivi e ad aver “ridotto la produzione e l’innovazione”, secondo il rapporto.

Netflix, invece, una volta contribuiva a promuovere un ambiente competitivo, ma “ora sta usando la sua posizione di maggior servizio di streaming al mondo per abusare della sua influenza come datore di lavoro, diminuire la spesa per i contenuti innovativi e aumentare i prezzi per i consumatori”, afferma il rapporto.

La WGA West sostiene che Amazon ha trasferito le sue pratiche come azienda tecnologica nel settore dell’intrattenimento, acquisendo aggressivamente altre aziende, mettendo in ginocchio i concorrenti con “pedaggi” e presumibilmente sottopagando i diritti residuali sindacali.

I commenti delle piattaforme

The Hollywood Reporter ha contattato Netflix, Amazon e Disney per un commento. Il sindacato chiede che i legislatori e le agenzie antitrust come la Federal Trade Commission inibiscano qualsiasi consolidamento futuro, indaghino “proattivamente” sui segnali di pratiche anticoncorrenziali e aumentino la regolamentazione e il monitoraggio delle piattaforme di streaming in particolare.

La WGA ha appoggiato le nuove linee guida sulle fusioni presentate a luglio dalla FTC e dal Dipartimento di Giustizia, che forniscono una tabella di marcia per una revisione delle regole sulle acquisizioni, che richiedono alle aziende di considerare l’impatto delle transazioni proposte sulla forza lavoro. Le linee guida segnalano l’intenzione delle agenzie di esaminare se le fusioni possano avere un impatto potenziale sui salari e sulle condizioni di lavoro.

Secondo le linee guida, le fusioni che possono ridurre in modo sostanziale la concorrenza per i lavoratori non saranno autorizzate solo per i vantaggi che ne derivano per i consumatori, come prezzi più bassi e maggiore scelta. In ottobre, un giudice federale ha bloccato il tentativo di Paramount Global di vendere la casa editrice Simon & Schuster ai proprietari di Penguin Random House, sulla base della teoria del monopsonio del Dipartimento di Giustizia secondo cui la fusione avrebbe danneggiato gli autori dei libri più venduti.

Durante un evento del 10 agosto con la Federal Trade Commission e il Dipartimento di Giustizia sulle nuove linee guida per le fusioni, Laura Blum-Smith, direttrice della ricerca e delle politiche pubbliche della Writers Guild of America West, ha attribuito la colpa dello sciopero a un’ondata di fusioni che ha dato a studios e piattaforme streaming il potere di sfruttare i lavoratori. “Le fusioni dannose e i tentativi di monopolizzare i mercati sono un tema ricorrente nella storia dei media e dell’intrattenimento, e sono una parte fondamentale di ciò che ha portato 11.500 sceneggiatori a scioperare più di 100 giorni fa contro i loro datori di lavoro”, ha dichiarato.

Blum-Smith ha indicato Disney, Amazon e Netflix come aziende che “hanno acquisito potere attraverso il consolidamento anticoncorrenziale e l’integrazione verticale”, che ha consentito loro di imporre “condizioni di lavoro sempre più precarie, impieghi sempre più a breve termine e retribuzioni più basse per gli sceneggiatori e gli altri lavoratori del settore”.

Ken Ziffren, avvocato veterano del settore dell’intrattenimento che dal 2014 ricopre il ruolo di “zar del cinema” di Los Angeles, ha previsto mercoledì 16 agosto, in occasione di un evento per avvocati del settore dei media e dell’intrattenimento organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Beverly Hills, che Hollywood assisterà a un ulteriore consolidamento, mentre le sette piattaforme di streaming globali si ridurranno a cinque. “È probabile che il mondo vada in questa direzione e ciò rappresenta la necessità di denaro fresco nelle mani degli studios con servizi streaming”, ha affermato.

Writers Guild West, fusioni e tassi d’interesse

Il panorama delle fusioni e delle acquisizioni è stato rallentato dall’aumento dei tassi d’interesse e da un rinnovato controllo da parte delle autorità garanti della concorrenza sulle transazioni. La WGA richiama inoltre l’attenzione sull’aumento delle tariffe di abbonamento a Netflix, cosa che dimostra la sua capacità di aumentare i prezzi e mantenere un basso tasso di ricambio degli abbonati senza danneggiare la sua quota di mercato, secondo il sindacato.

“Le recenti azioni di Netflix offrono un’anteprima del suo futuro come guardiana dei contenuti”, si legge nel rapporto. “Non essendo più impegnata nell’innovazione competitiva, l’azienda taglierà la programmazione e sottopagherà i lavoratori, abusando della sua posizione dominante per offrire ai consumatori meno contenuti – e contenuti meno innovativi – per più soldi”.

Disney ha annunciato il 9 agosto che aumenterà i prezzi dei piani senza pubblicità di Disney+ e Hulu, nonché di ESPN+ e Hulu With Live TV, nel tentativo di rendere la sua attività diretta al consumatore più redditizia. A novembre è stata intentata una causa antitrust contro l’azienda per il suo duplice ruolo di fornitore e distributore di contenuti nei rapporti commerciali.

Disney gestisce Hulu, il secondo fornitore di pay TV in live-streaming degli Stati Uniti, e controlla anche ESPN. L’azione collettiva proposta accusa il monolite dell’intrattenimento di gestire le attività come un’unica entità, sostenendo che questo accordo le consente di negoziare accordi anticoncorrenziali con i suoi rivali che hanno gonfiato il costo della televisione in diretta streaming su Internet.

In un contesto di ripresa delle trattative con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, che rappresenta le tre società in questione e i loro concorrenti, come NBCUniversal, Warner Bros. Entertainment e Sony Pictures Entertainment, il tempismo del rapporto sembra significativo.

I leader della Writers Guild sostengono da tempo che le società che fanno parte dell’AMPTP hanno interessi molto diversi e che potrebbero concludere un accordo “insieme o separatamente”, secondo le parole del co-presidente del comitato negoziale Chris Keyser. Sostenendo la tesi per cui solo tre delle società aderenti all’AMPTP sono pronte a diventare “i nuovi guardiani”, il rapporto sembra tentare di evidenziare e mettere in luce queste priorità divergenti.

Traduzione di Nadia Cazzaniga