Il comunicato sindacale dell’assemblea dei giornalisti di THR Roma del 21 maggio 2024

Il comunicato sindacale dell'assemblea dei giornalisti di THR Roma, che annuncia cinque giorni di sciopero. La nota del direttore e la risposta dell'editore

Di THR ROMA

Comunicato sindacale THR Roma, 21 maggio 2024

I giornalisti di The Hollywood Reporter Roma tornano a lanciare un forte e deciso allarme circa la tenuta e le prospettive del giornale. Una testata, lo ricordiamo, nata poco più di un anno fa.
Ancora una volta – l’ennesima – nonostante gli annunci e le reiterate promesse di una stabilizzazione del quadro finanziario, si registra un forte ritardo nel versamento degli stipendi, con accumuli di mensilità erogate che in alcuni casi sono di notevole dimensione.
Di nuovo ci troviamo costretti a ribadire di aver continuato a lavorare per mesi a fronte di già immense difficoltà economiche di tutti i redattori e dei collaboratori, mentre la messa in sicurezza del quadro economico dell’impresa – più volte annunciata dall’editore – appare allontanarsi ogni giorno di più.
Ripetiamo quanto affermato nel comunicato del 27 marzo 2024: finora i giornalisti di THR Roma hanno dimostrato la loro dedizione al progetto e mettendo in atto un impegno che è dimostrato dai fatti, ossia dai risultati che il giornale ha raggiunto in pochi mesi e andati ben oltre le aspettative, riconosciuti dal mercato, dalla concorrenza, dagli interlocutori professionali e da quelli istituzionali.
Non solo: la redazione ha continuato ad essere competitiva e a lavorare nonostante le crescenti difficoltà, operative, redazionali, organizzative, fra le quali per esempio il venir meno del contributo dei traduttori, essenziale per la pubblicazione sul sito italiano dei principali articoli di THR Usa.
È una situazione che, se non risolta in tempi rapidissimi, rende ineludibile una reazione sindacale decisa e forte da parte della redazione.
I giornalisti di THR Roma pertanto tornano a pretendere con forza il saldo di tutte le mensilità ancora scoperte, nonché il pagamento dei collaboratori a scrittura privata che contribuiscono con tanta determinazione alla fattura del giornale, oltreché il saldo dei contributor esterni. La redazione ribadisce la richiesta di ottenere risposte rapide e chiare sulle prospettive del giornale, e ricorda all’editore che è necessaria l’esposizione di un piano industriale in grado di offrire una prospettiva realistica al giornale.
In assenza di risposte chiare e di fatti concreti, la redazione – forte anche del convinto sostegno di Stampa Romana – proclama uno sciopero di cinque giorni a partire dalle ore 8.00 del 22 maggio 2024.

L’Assemblea dei giornalisti di The Hollywood Reporter Roma

La nota del direttore Boris Sollazzo

Non posso che dare la mia totale e partecipata solidarietà alla redazione che ha fin qui lavorato alacremente e con impegno, anche nelle condizioni più complesse.
La criticità della situazione è forte e auguro all’editore di risolverla.

Il vicedirettore Pino Gagliardi (che ringrazio profondamente, come professionista esemplare e come amico) ed io, fin dal 2 febbraio 2024, il giorno del mio insediamento, abbiamo messo in atto tutto quanto fosse nelle nostre possibilità per supportare entrambi, redazione e proprietà, fino a rinunciare temporaneamente e posticipare l’incasso di diverse nostre mensilità di retribuzione perché caporedattore, dipendenti e collaboratori principali potessero ricevere le proprie.

Segnalo che THR Roma è una testata editorialmente in grande salute e nonostante io sia stato un “direttore menomato”, ovvero privo delle grandi risorse avute a disposizione in passato da chi mi ha preceduto, dall’uscita di alcune figure cruciali, abbiamo comunque portato a casa il record di letture per quattro mesi, esclusive mondiali di grande importanza e un’influenza e un’importanza nel settore sempre più solida ed estesa testimoniata dalla stima e dall’attenzione di concorrenti ed addetti ai lavori, un patrimonio che dobbiamo difendere a tutti i costi.

Ho accettato questo ruolo per spirito di servizio, contro ogni convenienza personale, perché sono convinto che questo sia un progetto importante e perché desideravo difendere il lavoro fatto con la redazione. Sono sicuro che l’editore metterà lo stesso grande impegno di sempre per poter superare questo momento difficile e mi auguro che questa volta sarà definitivo.

Nel frattempo è giusto esercitare i propri diritti, reclamando quanto dovuto e chiedendo un futuro chiaro e solido per THR Roma.

La risposta dell’editore Gian Marco Sandri

Prendo atto dell’agitazione in corso, di cui sono venuto a sapere da altre testate prima che dalla mia. Considero questo un fenomeno molto interessante. Pur nel grande rispetto che ho per l’esercizio dei propri diritti e dello strumento dello sciopero come arma tra le più importanti a difesa dei lavoratori, non ne condivido né tempi, né modalità né tanto meno lo scopo, segnalando che in queste settimane ho dato prova – anche grazie all’aiuto del board editoriale, a cui sono grato, che ha fatto in favore dei colleghi importanti rinunce per sostenere l’azienda – di voler sanare tutte le posizioni di chi lavora per THR Roma.
Come comunicato precedentemente THR Roma è partito con un modello editoriale con 5 lavoratori subordinati inquadrati nel CCNL giornalisti ex articolo 1, 6 collaboratori, traduttori e importanti contributors esterni. Sono stati investiti nel primo anno di vita circa due milioni di euro senza alcun contributo di natura pubblica. Per il mio personale punto di vista abbiamo realizzato parte della visione editoriale, se si considera che siamo ancora nella prima fase dello sviluppo del progetto.

Ciò che nel comunicato è visto come pericolo, è invece spending review. Con il primo anno di vita che considero un dry run oggi ho una chiara evidenza di come funziona questo tipo di macchina, l’effort che deve essere indirizzato e la struttura dei costi necessaria allo sviluppo del progetto consolidando l’asset internazionale.

Considero THR Roma un’isola preziosa da tutelare per il suo modello editoriale e di business che ritengo sia molto innovativo. Le opportunità devono essere coltivate affinché possano dare un ottimo raccolto. Evidentemente questa cosa non è chiara all’interno, dove rilevo correnti di pensiero differenti, che non mi sono chiare e devo constatare che rientriamo nella fattispecie classica di frizione che si crea nel mondo dell’editoria e della crisi che questo settore industriale sta affrontando nel nostro paese. La nostra testata ha la stessa attenzione dedicata ai grandi gruppi industriali editoriali italiani.

Con senso di responsabilità e massima sincerità ho già comunicato in passato che saremmo tornati a regime nel terzo trimestre del 2024. Nulla è cambiato da allora e anzi le prospettive sono migliorate e tengo la barra dritta nel mantenere un posizionamento del brand distintivo dove offro massima libertà di espressione al direttore che nella sua linea editoriale è in grado di poter argomentare, informare il pubblico senza i tipici vincoli imposti solitamente dal marketing, vendite o dall’influenza delle relazioni esterne.

Un caro saluto a tutti.