Esclusiva: Buzz Feitshans “The King of Blockbusters” per The Hollywood Reporter Roma

Freschissimo di premio all'Ischia Global Fest, l'uomo che ha contribuito all'immaginario cinematografico di intere generazioni si concede in esclusiva a The Hollywood Reporter Roma

A 87 anni, Buzz Feitshans, produttore leggendario di titoli come “Un Mercoledì da Leoni“, “Atto di Forza“, “Conan il Barbaro“, la saga di “Rambo” e “Die Hard With A Vengeance” ha ancora l’energia e la curiosità di un giovane.

Da sinistra immagini dei film: Rambo, Mercoledì da Leoni, Die Hard.

Buzz ha avuto molti ruoli nell’industry ma sicuramente nel ruolo di produttore ha lasciato un segno nella storia di Hollywood, influenzando le generazioni degli anni 70’, 80’ e 90’ con dei film che sono diventati punti di riferimento. In un’intervista esclusiva che attraversa epoche e generi, Feitshans ci racconta i retroscena di un’era in cui i blockbuster erano veri e propri eventi globali.

Da sinistra immagini dai film: Atto di Forza, Dragonheart, Conan il Barbaro

Buzz non si ferma qui: con uno sguardo lucido e appassionato, esplora le potenzialità delle nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale, immaginando un futuro in cui il cinema saprà ancora una volta reinventarsi e stupire. Un viaggio nel tempo e nello spazio, tra aneddoti e riflessioni, per capire come si costruisce un mito e come si continua a sognare, anche quando il mondo intorno a noi cambia. Un’intervista preziosa che potrebbe regalare dei preziosi spunti di riflessione a tutti gli addetti ai lavori o agli amanti del cinema, che siano nostalgici dei tempi d’oro o curiosi di scoprire cosa ci riserva il futuro.

Dalla fantascienza all’action, dal romantico al colossal epico, sembra che tu abbia fatto veramente tutto come produttore. C’è ancora qualcosa che vorresti fare?
Sì, film d’azione. Avrei voluto farne molti di più. Anche se mi piacciono i progetti basati solo sull’idea o sulla storia come elemento. Ho fatto “Un Mercoledì da Leoni”, che non era un film d’azione ma era un film molto interessante basato su una grande storia”.

Hai lavorato con attori che hanno cambiato la storia di Hollywood, da Stallone a Schwarzenegger. Come ricordi gli attori con cui hai lavorato?
Qualcuno con grande affetto, altri con molto meno grande affetto. Arnold (Schwarzenegger nda) è veramente un gentleman, un vero professionista, una persona con cui lavorare è un piacere. Stallone era leggermente più difficile, non so se mi capisci (ride ndr) Ma siamo andati d’accordo”.

Hai citato “Un Mercoledì da Leoni”, un capolavoro del Nuovo Cinema Americano che oggi però non viene ricordato spesso. Lo rifaresti?
Probabilmente no. Un Mercoledì da Leoni è stato girato in un’era in cui il surf andava molto di moda, ma penso che oggi i giovani non siano interessati al surfing sul mare quanto al surfing su internet. Mi sentirei di dire che, oggi, forse non sentirei il bisogno di fare quel film”.

Cosa ne pensi di questa moda dei reboot?
(Ride ndr) I reboot sembrano diventati la norma, ma non penso sia la strada giusta da seguire. Fare un remake o un reboot vuol dire che non avevi un’idea per un progetto nuovo ed eccitante. Questi film servono a capitalizzare sul successo dell’originale.”

Cosa vuol dire essere uno dei più importanti produttori di Hollywood?
Penso che stai esagerando (ride ndr), ci sono tantissimi produttori che hanno una reputazione molto migliore della mia. Io ho avuto solo la fortuna di riuscire a fare qualche film di successo”.

Siamo in Europa, quindi non posso non farti questa domanda. Cosa manca al cinema europeo per raggiungere i livelli di quello americano?
Non penso gli manchi nulla. Anzi penso che il cinema europeo sia sugli stessi standard del cinema americano. La qualità del vostro cinema è veramente alta, lo dimostrano le varie piattaforme come Netflix, Paramount plus, e altre che producono molti film nella lingua originale del Paese di origine e gli spettatori lo accettano senza problemi”.

Riguardo la tecnologia. L’intelligenza artificiale sta cambiando o cambierà il mondo delle produzioni cinematografiche?
Se sapessi quello che farà l’AI in futuro potrei diventare ricchissimo… non credo che nessuno lo sappia. Ma penso che senz’altro l’intelligenza artificiale sarà un game changer per il nostro business. Ogni teenager potrà prendere un telefono in mano e girare il proprio film, avremo migliaia di giovani che faranno film di una qualità assolutamente straordinaria… a quel punto si tratterà di vedere quanti di questi film saranno accettati o come verranno scoperti”.

In chiusura, vuoi dare un consiglio ai giovani che voglio seguire il tuo esempio?
Sì: leggete molto, leggete moltissimo. Perché dovete capire le storie. Nella mia carriera ho incontrato poche persone che leggevano e che mi hanno proposto delle buone storie. Molte persone pensano che per convincere un produttore si debba essere in grado di raccontare la trama in tre righe, niente di più sbagliato. Ho lavorato con Paul Schrader (lo sceneggiatore di film come Taxi Driver, American Gigolo, Toro Scatenato, ndr) una volta gli ho chiesto qual’era il suo criterio per scegliere una buona idea. Mi disse che cominciava raccontandola a una persona, in una sola frase. Poi, a più persone insieme raccontava la storia in cinque minuti. A quel punto non gli interessava vedere le loro reazioni, solo capire il momento esatto in cui perdevano interesse nella sua storia. Mi disse che quando riusciva a raccontare la sua storia in due ore senza cali di attenzione, solo a quel punto era sicuro che fosse una buona storia e che l’avrebbe scritta. Ho sempre pensato che questo fosse un metodo molto intelligente di scegliere il materiale. Puoi metterci anche due ore, se sai raccontarmi una storia, ma per imparare a farlo devi leggere”.

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