François Ozon e le donne: “Il movimento Me Too è stato molto importante per il cinema”

In sala con la commedia Mon Crime, l'autore francese spiega anche la fascinazione per il cinema del passato: "Dopo il lockdown noi registi abbiamo sentito il bisogno di rendere omaggio ad un'epoca gloriosa fatta di condivisione"

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Dal 25 aprile il regista e sceneggiatore François Ozon torna al cinema con un altro film sul femminile, opera che ricorda uno dei migliori lavori della sua carriera, 8 donne e un mistero. Tratto dalla pièce teatrale di Georges Berr e Louis Verneuil del 1934, Mon Crime – La colpevole sono io è passato già due volte su uno schermo cinematografico: prima nel 1937 per la regia di Wesley Ruggles, poi nel 1946 per quella di John Berry.

Ozon riprende il titolo firmando la sceneggiatura a quattro mani con Philippe Piazzo, scegliendo come protagoniste Nadia Tereszkiewicz, già volto di Forever Young – Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi (2022), e Rebecca Marder. Insieme a loro un’insolita e frivola Isabelle Huppert, in uno dei suoi ruoli più ironici degli ultimi anni, al servizio dell’anima buffa e teatrale di Mon Crime – La colpevole sono io.

François Ozon su cinema muto, The Fabelmans e Billy Wilder

Un film con inserti in bianco e nero, che ricerca il gusto per il cinema muto da poter così emulare. Un’opera che non rispetta i canoni del cinema-omaggio come avvenuto negli ultimi anni – ne è un esempio il ricordo personale che Steven Spielberg fa con The Fabelmans o la ricostruzione della Hollywood edonistica e sgangherata del Babylon di Damien Chazelle. Bensì un giocare con i tratti stilistici del cinematografo anni Trenta, di cui Ozon ci spiega i tratti fascinosi e le intuizioni accattivanti nella nostra intervista, i medesimi che ha utilizzato per il suo ventiduesimo lavoro da regista.

Un’indagine su come la criminalità possa portare al successo e su cosa si è disposti a fare pur di raggiungere la notorietà. Anche se lo scopo di François Ozon non è certo quello di incitare il pubblico femminile a commettere qualche reato, come ci tiene a specificare. Una commedia sofisticata che conta nel cast anche Fabrice Luchini, Dany Boon e Édouard Sulpice, che va a braccetto con l’aria femminista portata dal MeToo e che l’autore francese ha riversato nella sua opera, inno di rivalsa e emancipazione. E, per chiudere, François Ozon ci rivela il suo film preferito di Billy Wilder, quello da vedere insieme a un amico dopo un colpaccio o semplicemente per intrattenersi con un classico della storia del cinema.