I David al Quirinale, l’appello di Mattarella: “Salvaguardare la libertà d’espressione, anche quella di chi la pensa diversamente”

L'appassionato discorso del presidente della Repubblica davanti ai candidati degli Oscar italiani: "La vitalità del cinema è una grande opportunità per il paese. E sfogliare l'album di questi premi è un po' come ripassare la nostra storia". L'omaggio ai Taviani, a Mastroianni, a Fellini

Di THR ROMA

“Grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente”. È un discorso appassionato quello che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto alla cerimonia per i premi David di Donatello 2024, svoltasi questa mattina al Palazzo del Quirinale. Parole che – di fronte ai grandi protagonisti della settima arte in Italia, i premiati e i premiandi degli Oscar italiani (che saranno conferiti questa sera in diretta televisiva) – hanno toccato il presente e la storia del cinema, la sua memoria, ma anche le criticità attuali, come i finanziamenti e, appunto, il dibattito sulla libertà d’espressione.

“La storia del nostro Paese, la storia della Repubblica e delle conquiste di libertà e democrazia, è passata dal grande schermo”, ha detto il capo dello Stato. “È stata narrata attraverso emozioni, volti, sentimenti, attraverso le vicende drammatiche e speranze che sorgevano, attraverso la quotidianità del vivere e l’eccezionalità di tante storie personali. ‘Nulla è in grado di rivelare come il cinema i fondamenti di una nazione’, disse Alberto Lattuada nella prima riunione dell’Associazione culturale del cinema italiano, a Roma, pochi giorni prima del 25 aprile 1945”.

Ed è qui che il presidente si è voluto collegare al tema della pluralità delle idee: “Il cinema, vivendo in un contesto di libertà e di pluralismo, svolge questa preziosa funzione di ricerca e di sfida creativa, incoraggiato nel produrre, nell’innovare, anche nel rischiare. Il cinema, nel volgere degli anni ha costantemente ampliato le sue potenzialità espressive e narrative e, con esse, la capacità delle persone che ne fruiscono di immaginare, conoscere, riflettere, fare memoria, sorridere e piangere, sognare”.

Mattarella e l’album dei David

E ancora: “Sfogliare l’album dei premi David di Donatello è un po’ come ripassare la storia d’Italia. Sono passati dal podio del David tutti i grandi interpreti della cinematografia italiana.Vi sono, quest’anno, ricorrenze significative. Federico Fellini, oltre ai suoi premi David, proprio sessanta anni or sono vinse l’Oscar con Otto e mezzo. Paolo Sorrentino dieci anni fa, lo conquistò, insieme al David, con La grande bellezza. E  cento anni fa, nel 1924 – ricorda il capo dello Stato – nasceva un indimenticato protagonista del cinema mondiale, Marcello Mastroianni”.

Un sentito omaggio anche ai fratelli più amati del cinema italiano: “Desidero ricordare anche la recente scomparsa di Paolo Taviani, più volte premiato al David insieme al fratello Vittorio”, ha affermato Mattarella. “Ho un intenso ricordo dei loro interventi al Quirinale. Il cordoglio sentito che esprimiamo reca con sé la consapevolezza della eredità di grande valore che ci hanno lasciato”.

Lo spiega con chiarezza, il presidente, quale sia il punto, oggi, nel nostro paese:  “La storia è sempre un percorso. Memoria e cambiamenti si rincorrono e si alimentano. Le novità e le rotture non rimuovono il passato, ma lo possono reinterpretare selezionando esperienze e chiavi di lettura. Profonde e veloci trasformazioni hanno interessato il cinema in questi ultimi anni. L’innovazione tecnologica ha favorito mutamenti radicali nei linguaggi, nelle modalità di trasmissione e di fruizione, nella stessa percezione dei contenuti. Il cinema registra una rinnovata vitalità e un più vasto campo d’azione”.

Mattarella: salvare le sale

Per dirlo ancor più chiaramente: questa vitalità rappresenta “un’opportunità per il nostro paese, non soltanto per chi vi opera. Perché il cinema – ha aggiunto – è un’industria di grande rilievo, che dà lavoro a tante persone, che coltiva specialismi e saperi e produce ricchezza che concorre al benessere del paese”. Eppure, “molte sale cinematografiche continuano a soffrire” anche dopo il Covid “e non sono poche le città che non dispongono più di sale accessibili. È un tema che presenta evidenti risvolti sociali e non può essere considerato solo dal punto di vista degli equilibri commerciali. Le sale sono un luogo di incontro. Con il medesimo impegno per assicurare costante vitalità al tessuto civile vanno preservate le librerie” e “va posta attenzione a quei settori artistici e dello spettacolo che si propongono a pubblici più limitati, ma esprimono contenuti di alto valore e qualità”.

Ecco che, in questo quadro, anche il tema del Pnrr rappresenta una possibile svolta importante: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina importanti risorse al cinema e alla cultura”, spiega il capo dello Stato. “Le istituzioni sono quindi chiamate a promuovere le tante opportunità che possono offrire occasioni di sviluppo in questo ambito. Opportunità che si inseriscono in una condizione internazionale che registra una competizione sempre più vigorosa e postula, quindi, un sicuro quadro normativo cui fare riferimento”.

Le opportunità del Pnrr

Non è solo una questione opportunità economiche o industriale. La buona salute della settima arte in Italia è un tema che riguarda la coesione del paese: “Il nostro cinema contiene nel suo Dna una tensione alla dimensione nazionale. Sin dal tempo in cui ha contribuito con le pellicole degli anni quaranta e cinquanta a consolidarne la lingua in un paese dai molti dialetti. Questa tensione si arricchisce con la creatività così ampiamente manifestata, con i successi nazionali e internazionali, con la rilettura della storia, degli eventi, dei protagonisti, con i valori di umanità e con i sentimenti che aiutano a rafforzare il senso di comunità”.

Per questo, sottolinea Mattarella con forza, “abbiamo bisogno del cinema. Della sua sensibilità, della sua arte, delle sue visioni plurali. La storia del cinema ci ha fatto conoscere e apprezzare queste sue capacità”.

La cerimonia di presentazione dei candidati ai David di Donatello, condotta da Teresa Mannino, che ha intervistato i vincitori del David alla carriera, Milena Vukotic e Giorgio Moroder e il vincitore del David speciale 2024, Vincenzo Mollica. La cerimonia si è conclusa con il saluto del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il discorso del capo dello Stato. Erano presenti i candidati ai Premi, il presidente dell’Agis Francesco Giambrone, il presidente dell’Anica Francesco Rutelli, esponenti della cultura, dello spettacolo e dell’industria cinematografica.

(Ansa)