La cerimonia dei David di Donatello 2024 aspira al glamour e inaugura per questa 69ª edizione anche un inedito red carpet, raccontato da Fabrizio Biggio. Prova a tenere il passo con gli show di premiazione statunitensi, ma Carlo Conti non è Jimmy Kimmel e il ritmo diverso si percepisce, così come l’assenza di Geppi Cucciari e della sua pungente ironia.
Accanto al conduttore fiorentino, “debutta” nel mondo del cinema Alessia Marcuzzi e la Rai, così come auspicato anche dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, mette su uno spettacolo nazional-popolare.
Io capitano vince i premi “d’autore”
La delusione è forte per Alice Rohrwacher. La chimera arriva a fine serata senza premi. Paola Cortellesi si mostra più che soddisfatta dei sei David per C’è ancora domani, tra cui miglior sceneggiatura, miglior esordio e miglior attrice protagonista. Il vero vincitore della notte dei David di Donatello, però, è Io capitano: sette statuette, compresa quella per il miglior film.
Già quando Matteo Garrone vince per la miglior regia, la platea esplode di gioia e di sorpresa. Io capitano si aggiudica inoltre anche i premi tecnici maggiori, quello per il miglior autore della fotografia, il miglior montaggio, i migliori effetti visivi e il miglior suono.
Dopo i ringraziamenti istituzionali il regista lascia la parola a Mamadou Kovassi Pli Adama, il “vero” capitano a cui è ispirato il film. È lui che lancia il forte appello politico (che Garrone preferisce non fare), ricordando i morti delle tratte dei migranti nel mediterraneo e a Gaza. “Basta morti in Palestina”, afferma. Ringraziano anche Moustapha Fall e Seydou Sarr. Quest’ultimo dedica il premio – e tutti quelli vinti fino a oggi da Io capitano – alle persone che hanno perso la vita “nel deserto e in mare”.
“L’unica certezza” di Paola Cortellesi
Il primo David assegnato nella serata, tuttavia, è quello dello spettatore a C’è ancora domani e Paola Cortellesi chiama il suo cast a ritirare il premio. È la sua unica certezza questa sera, dice. E si emoziona leggendo un breve testo di ringraziamento, per tutti gli spettatori e le spettatrici, circa cinque milioni, che hanno fatto il “gesto eroico di uscire di casa, scegliere questo film e fidarsi di ciò che avevo da proporre”, afferma.
Pochi minuti dopo, però, già Emanuela Fanelli torna sul palco a ritirare la sua statuetta per la migliore attrice non protagonista. Il secondo della sua carriera dopo quello vinto lo scorso anno per Siccità.
Quinto David di Donatello su dieci candidature in carriera è invece quello come miglior attore non protagonista per Elio Germano. “Io e Michele Riondino – dice invitandolo accanto a sé – non possiamo fare a meno di lottare insieme e questo film è stato una lotta”, afferma su Palazzina LAF. Nel suo discorso porta l’attenzione sul lavoro e su Taranto, “violentata dal profitto”.
Ospiti e premi già assegnati
Sono tre i premi competitivi già assegnati prima della diretta: il David dello Spettatore a C’è ancora domani di Paola Cortellesi, il miglior cortometraggio a The Meatseller di Margherita Giusti e il miglior film internazionale ad Anatomia di una caduta. Gli ospiti d’onore dell’Accademia del cinema italiano quest’anno, inoltre, sono Milena Vukotic e Giorgio Moroder, che ricevono il Premio alla carriera 2024, mentre al giornalista Vincenzo Mollica va un David speciale.
“Stacchetto”
“Sono già emozionata”, afferma la co-conduttrice Alessia Marcuzzi in collegamento al Tg1 a pochi minuti dall’inizio della diretta Rai. Gli ospiti e i candidati intanto arrivano in platea. Marcuzzi sente la pressione, e si vede. Con il fiatone afferma, autoironica, di essersi persa più di una volta nel dietro le quinte.
Quando la trasmissione inizia, con dieci perdonabili minuti di ritardo, a rompere il ghiaccio è Fabrizio Biggio, protagonista di una gag con Paola Cortellesi ed Emanuela Fanelli sul red carpet. La formula dell’anteprima, tuttavia, non funziona come dovrebbe. Qualcosa stona, tra l’aplomb delle sorelle Rohrwacher, che non stanno al gioco, e l’imbarazzo dello “stacchetto”. Anche quello da dieci e lode di Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti. La generazione Zeta direbbe semplicemente: cringe.
L’omaggio circense a Fellini
Si inizia con il sogno felliniano. Nella sua Cinecittà, risuona la voce del regista riminese e dai diversi teatri degli Studios arrivano immagini del suo circo cinematografico, coreografo da Luca Tommassini. Intanto, quasi a sorpresa, l’apertura è affidata a Mahmood, di bianco vestito, e alla sua Tuta gold.
Per fortuna, Alessia Marcuzzi “non indossa i sabot”, mentre saluta Nanni Moretti dalla platea, ma il suo primo sketch, purtroppo, non è in bolla. E nel corso della serata continua a non brillare, lasciando molto più spazio a Carlo Conti.
Premi grandi e premi “piccoli”
Colpisce la scelta di consegnare i premi tecnici lontano dal palco principale e dalla serata di gala. Non mancano le polemiche, anche in diretta. Rapito vince sia per la scenografia che per i costumi. Sergio Ballo, costumista, si prende molto più tempo dei suoi quarantacinque secondi di ringraziamento, sia per contestare la scelta della regia televisiva sia per lanciare un messaggio politico. Condanna infatti “l’antisemitismo europeo”, legandolo alla storia di Edgardo Mortara raccontata dal film di Marco Bellocchio. Il suo intervento, si intuisce, accende una certa tensione dietro le telecamere.
Ci pensa l’esibizione dal vivo di Giorgia a distendere gli animi, con il suo omaggio a Giorgio Moroder, che riceve il primo dei due David alla carriera della serata.
Dopo la miglior sceneggiatura originale a Paola Cortellesi, Giulia Calenda e Furio Andreotti (C’è ancora domani), il premio per quella non originale va a Rapito. È l’ottavo David di Donatello, su ventotto candidature, in carriera per Marco Bellocchio. Scherza, il maestro, sulla sua età e sul numero di presenze alla cerimonia e promette di non avere perso la voglia di scrivere altri film. Con lui è premiata anche Susanna Nicchiarelli, co-autrice della sceneggiatura, alla seconda vittoria su sette nomination.
“È tutto un magna magna”
“È tutto un magna magna, stasera va così. Ringrazio la regista che mi ha raccomandata”. Scherza, Paola Cortellesi, immaginando cosa potrebbe dire il pubblico da casa mentre torna ancora una volta sul palco. In realtà, però, ha le lacrime agli occhi mentre ritira il premio come miglior attrice protagonista per C’è ancora domani.
L’intermezzo del ministero
Trentatré titoli, tra cui diciassette italiani, sono i film che fanno parte anche quest’anno di Cinema revolution, l’iniziativa del ministero della cultura che propone alcune nuove uscite al botteghino a prezzo ridotto per tutta l’estate. A presentarla sul palco dei David di Donatello 2024 è la sottosegretaria Lucia Borgonzoni.
Taranto ai David di Donatello 2024
“Siamo cresciuti con l’idea che non ci fosse alternativa alla fabbrica” ma il cinema è un’industria che nobilita il lavoro, afferma Michele Riondino . L’interprete riceve il suo primo David come miglior attore protagonista per Palazzina LAF. Ricorda anche l’ampia presenza della Puglia e di Taranto in questa edizione, con Diodato vincitore per la migliore canzone originale (sempre per Palazzina LAF) e Giacomo Abbruzzese, tra i candidati al miglior esordio con Disco Boy.
“Ovunque sarai”: Irama per l’In memoriam
Dopo l’emozionante (ed emozionato) discorso di ringraziamento di Milena Vukotic, per il David alla carriera, e un altro importante premio tecnico per Rapito (migliori acconciature e miglior trucco), arriva l’omaggio e il ricordo delle personalità del mondo dello spettacolo scomparse nell’ultimo anno. Ad accompagnare i nomi e i volti sullo schermo è il brano Ovunque Sarai, cantato dal vivo da Irama. Non mancano i nomi Andrea Purgatori, giornalista e sceneggiatore, ed Ernesto Assante.
L’emozione di Justine Triet e le lacrime di Alice Rohrwacher
Un’emozionata Justine Triet, con il suo immancabile foglietto bianco su cui scrive il discorso di ringraziamento, riceve il già annunciato David al miglior film internazionale per Anatomia di una caduta. Sul palco però coglie l’occasione per esprimere tutta la sua ammirazione per la regista italiana Alice Rohrwacher, che non trattiene le lacrime. Solo Triet, questa sera, sembra essersi ricordata del (bellissimo) La chimera.
In dettaglio, l’elenco delle nomination e dei premi assegnati.
David di Donatello 2024: categorie e vincitori
Miglior film
C’è ancora domani
Il sol dell’avvenire
Io capitano
La chimera
Rapito
Miglior regia
Nanni Moretti – Il sol dell’avvenire
Matteo Garrone – Io capitano
Andrea Di Stefano – L’ultima notte d’amore
Alice Rohrwacher – La chimera
Marco Bellocchio – Rapito
Miglior sceneggiatura originale
C’è ancora domani – Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi
Il sol dell’avvenire – Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella
Io capitano – Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri
La chimera – Alice Rohrwacher
Palazzina LAF – Maurizio Braucci, Michele Riondino
Miglior sceneggiatura non originale
Le vele scarlatte – Pietro Marcello, Maurizio Braucci, Maud Ameline
Lubo – Giorgio Diritti, Fredo Valla
Misericordia – Emma Dante, Elena Stancanelli, Giorgio Vasta
Mixed by Erry – Armando Festa, Sydney Sibilia
Rapito – Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli
Miglior produttore
C’è ancora domani – Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside società del gruppo Fremantle; Vision Distribution società del gruppo Sky; in collaborazione con SKY; in collaborazione con Netflix
Comandante – Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri per Indigo Film; Pierpaolo Verga ed Edoardo De Angelis per O’Groove; Paolo Del Brocco per Rai Cinema; Attilio De Razza per Tramp Limited;
Mariagiovanna De Angelis per Vgroove; Antonio Miyakawa per Wise Productions
Disco Boy – Giulia Achilli, Marco Alessi, Lionel Massol, Pauline Seigland, André Logie
Io capitano – Archimede, Rai Cinema, Pathé Tarantula
La chimera – Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema
Miglior attrice protagonista
Paola Cortellesi – C’è ancora domani
Isabella Ragonese – Come pecore in mezzo ai lupi
Micaela Ramazzotti – Felicità
Linda Caridi – L’ultima notte d’amore
Rapito – Barbara Ronchi
Miglior attore protagonista
Valerio Mastandrea – C’è ancora domani
Antonio Albanese – Cento domeniche
Pierfrancesco Favino – L’ultima notte d’amore
Josh O’Connor – La chimera
Michele Riondino – Palazzina LAF
Miglior attrice non protagonista
Emanuela Fanelli – C’è ancora domani
Romana Maggiora Vergano – C’è ancora domani
Barbora Bobulova – Il sol dell’avvenire
Alba Rohewacher – La chimera
Isabella Rossellini – La chimera
Miglior attore non protagonista
Adriano Giannini – Adagio
Giorgio Colangeli – C’è ancora domani
Vinicio Marchioni – C’è ancora domani
Silvio Orlando – Il sol dell’avvenire
Elio Germano – Palazzina LAF
Miglior esordio alla regia
C’è ancora domani – Paola Cortellesi
Disco Boy – Giacomo Abbruzzese
Felicità – Micaela Ramazzotti
Palazzina LAF – Michele Riondino
Stranizza d’amuri – Giuseppe Fiorello
Miglior fotografia
C’è ancora domani – Davide Leone
Comandante – Ferran Paredes Rubio
Io capitano – Paolo Carnera
La chimera – Hélène Louvart
Rapito – Francesco Di Giacomo
Miglior colonna sonora
Adagio – Subsonica
C’è ancora domani – Lele Marchitelli
Io capitano – Andrea Farri
Il sol dell’avvenire – Franco Piersanti
L’ultima notte d’amore – Santi Pulvirenti
Miglior canzone originale
Adagio – Adagio
La vita com’è – Il più bel secolo della mia vita
Baby – Io capitano
‘O DJ (Don0t Give Up) – Mixed by Erry
La mia terra – Palazzina LAF
Migliore scenografia
C’è ancora domani
Comandante
Io capitano
La chimera
Rapito
Migliori costumi
C’è ancora domani
Comandante
Io capitano
La chimera
Rapito
Miglior trucco
Adagio
C’è ancora domani
Comandante
Io capitano
Rapito
Miglior acconciatura
C’è ancora domani
Comandante
Io capitano
La chimera
Rapito
Miglior montaggio
C’è ancora domani
Io capitano
L’ultima notte di Amore
La chimera
Rapito
Miglior suono
C’è ancora domani
Comandante
Il sol dell’avvenire
Io capitano
La chimera
Migliori effetti visivi – VFX
Adagio
Comandante
Denti da squalo
Io capitano
Rapito
Miglior documentario – Premio David Cecilia Mangini
Enzo Jannacci Vengo Anch’io – Giorgio Verdelli
Io noi e Gaber – Riccardo Milani
Laggiù qualcuno mi ama – Mario Martone
Mur – Kasia Smutniak
Roma, santa e dannata – Daniele Ciprì
Miglior film internazionale
Anatomia di una caduta – Justine Triet
As Bestas – Rodrigo Sorogoyen
Foglie al vento – Aki Kaurismaku
Killers of the Flowers Moon – Martin Scorsese
Oppenheimer – Christopher Nolan
David Giovani
C’è ancora domani
Comandante
Io capitano
L’ultima volta che siamo stati bambini
Stranizza d’amuri
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