Il compositore Franco Piersanti lascia la giuria dei David di Donatello. L’autore della colonna sonora di Il Sol dell’Avvenire, di Nanni Moretti, ha abbandonato la rosa dei giurati questa mattina, 8 maggio, in polemica contro l’Accademia del Cinema Italiano e il sistema di voto per i premi David, che sono andati in onda su RaiUno venerdì 3 maggio.
Rivolgendosi alla presidente dell’Accademia Piera Detassis, in una lettera pubblicata su La Stampa, Piersanti scrive: “Dopo la mia mail del 20/4 con cui comunicavo di rinunciare alla mia candidatura al David 2024 come compositore, ho dovuto con disappunto e dispiacere constatare come la mia decisione sia stata ignorata tanto che, sia durante la presentazione delle cinquine al Quirinale sia nella cerimonia conclusiva serale di premiazione, il mio nome risultava ancora tra i candidati, come se nulla fosse stato”.
“Il non avere dato corso alla mia richiesta di rinuncia alla candidatura”, sottolinea il compositore, “è stata una grave mancanza di rispetto non solo nei miei confronti, alla carriera ultra quarantennale, alle dodici candidature e i tre David ottenuti, ma in generale anche nei confronti di tutti quei compositori che si dedicano con passione alla composizione di musiche originali”.
Secondo il maestro, la causa è anche da attribuire alla presenza di un “regolamento confuso” che “non distingue adeguatamente le importanti peculiarità musicali di una partitura composta appositamente e dell’innegabile contributo al film da quello di chi scrive brani che oltre a confondersi con le musiche di repertorio spesso risultano in percentuale risibilmente superiore”. “Da qui, anche se con dispiacere, la mia decisione di dimettermi dai componenti della giuria e dei membri del David di Donatello”.
Il David di Donatello nella categoria miglior compositore è infine andato alla band torinese Subsonica, che ha lavorato alle musiche per il film Adagio di Stefano Sollima.
Piersanti rinuncia ai David
Prima della serata di premiazione, Piersanti aveva già rinunciato – riporta l’Ansa – alla sua candidatura come miglior compositore per l’ultimo film di Moretti, dichiarando: “Avrei dovuto rinunciare subito alla designazione, prima dei voti, lo faccio ora, è anche un gesto polemico. Perché se hanno designato la categoria per il ‘miglior compositore’, non si possono mettere a concorrere per lo stesso premio film imbottiti di canzoni dove non si riesce più a distinguere le cose e si crea un equivoco”.
L’autore, già vincitore del David per Il ladro di bambini, Lamerica e Il caimano, ha continuato: “Se il premio va a chi scrive musica originale, non può essere equiparato a chi deve fare delle cose completamente diverse rispetto alla concezione che contraddistingue il compositore da altro”. E aggiunge: “Così come c’è il premio per la sceneggiatura originale e quello per la sceneggiatura non originale, anche per le musiche andrebbero tenute distinte le categorie, magari creando un altro riconoscimento”.
Hanno cambiato il modo di procedere nelle seconde votazioni, spiega il compositore, “se prima c’erano degli specialisti per le varie categorie, ora il voto è diventato generale. Io stesso ricevo indicazioni per votare la musica, ignorando che sono fra i candidati”. E conclude: “Visto che quello di cui parlo è un aspetto del premio, secondo me negativo e di superficialità, non voglio lasciarlo passare. Preferisco defilarmi”.
La denuncia dell’Acmf
L’uscita di Piersanti dall’Accademia del Cinema Italiano arriva dopo un articolo pubblicato su THR Roma dall’Acmf, cioè l’Associazione compositori musica per film, che sulle nostre pagine aveva sostenuto la scelta del maestro di Il Sol dell’Avvenire, e aveva espresso preoccupazione per la deriva dei David di Donatello.
Nella lettera, l’associazione ha raccontato di aver chiesto di “prendere in considerazione ‘l’opportunità’ dell’ingresso della nostra categoria nel direttivo del David”.
“Analizzando chi è presente nel direttivo dell’Accademia, l’unico autore non presente, benché riconosciuto dalla legge, è proprio il compositore”, continua l’Acmf. “Da qui la reiterata richiesta di poter partecipare attivamente ai lavori degli organi direttivi. E parliamo di reiterazione perché ad oggi siamo ancora nella condizione di dover discutere tale accesso a distanza di 5 anni dai nostri primi timidi tentativi in tal senso”.
“Ad inizio ottobre 2023 abbiamo avuto, finalmente, un primo – ed al momento ultimo – incontro con alcuni esponenti del succitato organo”, ricostruisce l’associazione. “In tale riunione, ci siamo sentiti dire da uno degli esponenti che uno dei motivi per cui non può essere accolta la nostra candidatura è perché la nostra figura autoriale non viene riconosciuta come tale, indipendentemente dal fatto che, oltre al buon senso, lo dica anche una legge dello stato”.
L’Acmf scrive che questa decisione è avvenuta per “motivi ‘identitari'”. “Onde evitare che ci fossero possibili discussioni in merito, che all’interno dell’Accademia per autori di opere cinematografiche si debbano intendere solo registi e sceneggiatori”.
L’Accademia del Cinema italiano, contattata dalla redazione di The Hollywood Reporter Roma, non ha rilasciato commenti.
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