
Romania, Bulgaria, Cipro e l’Italia, sono tra i Paesi dell’Unione Europea in cui l’educazione sessuale a scuola è facoltativa.
Un modo per dire che la formazione in tema è affare personale “da discutere in famiglia”, concetto baluardo di forze politiche opposte allo schieramento di Roberto Gualtieri che, di recente, hanno commentano il progetto varato dal sindaco: un bando per progetti di formazione all’educazione affettiva per ragazz* delle scuole medie romane. Ma non sono in pochi a pensare che dovrebbero essere proprio le istutizioni, la scuola e lo Stato, ad affrontare temi e programmi educativi in grado di fare la differenza rispetto al passato.
Si tratta di progetti mirati a prevenire e contrastare violenza e discriminazioni basate sull’identità di genere e orientamento sessuale, promuovere parità tra i sessi e decostruzione di stereotipi di genere, promuovere il riconoscimento e la gestione delle emozioni nella delicata fase della preadolescenza.
Un’idea lanciata dal Campidoglio più di un anno fa che partirà a fine mese, con il bando per le associazioni del Terzo Settore per cui saranno stanziati 420mila euro per l’educazione sessuoaffettiva.
E mentre Emilia Pérez è nelle sale con premi a Cannes, Golden Globe in tasca e profumo di Oscar nell’aria, la classifica al box office si muove e mette sotto gli occhi degli spettatori – siano questi di madri, padri o figli -, la storia di un narcotrafficante che cambia identità sessuale.
Anche per questa ragione, l’idea di Gualtieri appare al passo con i tempi.
Di sicuro è più in linea con il mondo al di fuori dell’Italia, e con il cinema che intercetta ciò che appare più urgente al cuore della gente, come il film della Cortellesi C’è ancora domani, il cui successo ha dimostrato oltre ogni misura quanto il pubblico sia sensibile alla violenza di genere, spesso tra le mura domestiche.
C’è proprio questa violenza tra i temi trattati dal provvedimento di Gualtieri a sostegno di iniziative nelle scuole per l’educazione emotiva, cultura di pari opportunità e rifiuto di violenza e discriminazione, comprese quelle del mondo digitale.
Vladimir Luxuria, voce italiana di Karla Sofía Gascón, protagonista di “Emilia Pérez”, ha dichiarato a The Hollywood Reporter: “Faccio fatica a capire le ragioni di chi è contro il provvedimento, in generale o a livello nazionale, che si possa fare educazione socioaffettiva nelle scuole. Perché, se da una parte sono contrari all’aspetto punitivo per i reati di odio omotransfobico, non intendono investire nella prevenzione?”
“Credo sia importante per più motivi: educare al rispetto, contro la violenza di genere, all’uso corretto dei social. Ma anche educazione sessuale per evitare malattie o educare i ragazzi alla sessualità più consapevole. Ben venga il provvedimento e che sia da esempio per una legge nazionale, anche se con questo governo ne dubito”.
Infatti, la Lega, boccia l’idea: “le scuole di Roma cadono a pezzi e le carenze (dalla sicurezza minata da furti e vandalismi, ai riscaldamenti rotti), segnalano altre priorità rispetto a questi corsi, per di più imposti fin dalla prima infanzia”.
Marilena Grassadonia, coordinatrice dell’ufficio LGBTQ+ del Campidoglio ha detto a The Hollywood Reporter: “Roma conferma l’assunzione di responsabilità rispetto al contrasto verso discriminazioni di genere e violenza. Per contrastare questi fenomeni bisogna fare un lavoro strutturato nelle scuole e noi proviamo a dare un segnale. Prevediamo che almeno in una scuola per ogni Municipio (quindi in almeno 15 scuole medie inferiori), con le associazioni competenti in materia si possano realizzare progetti curriculari da fare nelle ore di lezione, che parlino di educazione sessuoaffettiva.”
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