Nella mostra di Matteo Pugliese, Nelle tue mani, il bronzo, l’argilla, il legno, diventano organismi vivi

Il principio cardine della sua pratica è l’assenza di progetto. Nessun disegno, nessun bozzetto. L’opera nasce nel momento stesso in cui la mano tocca la materia.

Matteo Pugliese non è uno scultore in senso classico. È un costruttore di soglie, un modellatore di emergenze, un artista che lavora non sulla superficie del visibile, ma sul margine in cui la materia si oppone e allo stesso tempo rivela. Il suo è un percorso artistico autonomo, che rifiuta le regole dell’accademia, preferendo l’esplorazione tattile della materia, un corpo a corpo che è gesto, pensiero e rito.

Emerge negli anni Duemila come voce indipendente nel panorama della scultura contemporanea, con mostre in Europa, Asia e America. Le sue opere non esistono per adornare: il bronzo, l’argilla, il legno, diventano organismi vivi, opposti alla fluidità digitale, resistenti al tempo, carichi di tensione antropologica. La sua opera è una reazione al disfacimento simbolico della contemporaneità: un ritorno al corpo, alla materia, al gesto.

Matteo Pugliese, Ritratto, Mostra “Nelle tue mani”. PHOTOCREDIT: Palazzo Merulana

Il principio cardine della sua pratica è l’assenza di progetto. Nessun disegno, nessun bozzetto. L’opera nasce nel momento stesso in cui la mano tocca la materia. È un’azione performativa silenziosa, senza spettatori, dove la forma si genera attraverso un dialogo continuo tra l’artista e la resistenza del materiale. Il risultato non è mai illustrativo, né compiuto. È una presenza che vibra, una figura che emerge ma non si concede del tutto. Come nella miglior tradizione dell’Arte Povera, ciò che conta è il processo, la verità della materia, il significato che nasce dalla relazione.

È in questo orizzonte che si inserisce la mostra Nelle tue mani. Gesto, Arte, Materia, ospitata da Palazzo Merulana dal 29 marzo al 6 luglio 2025. Un progetto espositivo articolato, curato da Carmen Sabbatini e prodotto da CoopCulture, il titolo non è solo un rimando all’opera principale, ma una dichiarazione di poetica: nelle mani, Pugliese condensa tutto – forma, racconto, emozione, sacralità.

Matteo Pugliese, Particolare dell’ opera “ A matter of trust” , Mostra “Nelle tue mani”. PHOTOCREDIT: Palazzo Merulana

L’installazione Nelle tue mani, ispirata al Cenacolo di Leonardo da Vinci, è posta al centro della mostra. Non ci sono volti, né corpi: solo mani. Mani che si alzano, si aprono, si contraggono. Mani che rispondono all’annuncio del tradimento. Il gesto diventa narrazione, dramma, liturgia. In questa scelta di sottrarre, di scolpire l’assenza, l’artista compie un’operazione radicale: destruttura il linguaggio iconografico del sacro e lo riconsegna all’archetipo umano. Non c’è religione, ma esistenza. Non c’è celebrazione, ma tremore.

Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni, pensate come stazioni tematiche, ognuna delle quali rivela un diverso livello della ricerca di Pugliese. Extra Moenia apre la mostra con corpi che emergono da pareti, figure spezzate, frammenti in lotta. Il muro non è un ostacolo: è un piano di resistenza da cui la forma affiora, incompleta, sofferente. L’opera E.V.A., dedicata alla violenza contro le donne, è un grido silenzioso: non retorico, ma essenziale. La scultura come sintomo, come testimonianza di un trauma che si fa pietra.

Matteo Pugliese, Eva , Mostra “Nelle tue mani”. PHOTOCREDIT: Palazzo Merulana

I Custodi propone una riflessione sulla verticalità. Figure ieratiche, immobili, dense. Non parlano, ma vigilano. Sono archetipi ancestrali, evocazioni di spiriti arcaici che attraversano culture e civiltà. La loro funzione non è spiegare, ma proteggere. Pugliese non lavora sul sacro in senso liturgico, ma su una dimensione sacrale originaria, precedente alla religione stessa.

La terza sezione, Scarabei, è la più intima. Ogni scarabeo è un microcosmo simbolico, una reliquia personale. L’artista unisce la precisione entomologica a un gusto per il dettaglio poetico. I piccoli insetti portano su di sé oggetti-simbolo: chiavi, cuori, frammenti di vita. In questi lavori, Pugliese racconta la propria storia senza raccontarla. Ogni scarabeo è un feticcio, una preghiera muta.

La mostra si chiude con Pachamama, il ritorno alla Terra. Qui domina il legno, materiale vivo e organico. Le forme si fanno curve, accoglienti, ma mai indulgenti. 

Con Nelle tue mani, Matteo Pugliese firma un progetto che è al tempo stesso mostra, rito, installazione di pensiero. La scultura torna a essere ciò che era nell’antichità: non imitazione del mondo, ma dispositivo per comprenderlo. Un corpo che emerge dalla materia, per interrogarci. Su chi siamo, cosa restiamo, cosa scegliamo di tenere, ancora, nelle nostre mani.