“A comandare è la volontà dell’artista”: gli eredi di Lucio Battisti vincono l’appello contro Sony Music

Respinta la richiesta di maxi-risarcimento della casa discografica. La causa legale, iniziata nel 2017, è nata dopo che la moglie e il figlio dell'artista si sono opposti a qualsiasi forma di sfruttamento economico del suo repertorio. Un patrimonio da 16 milioni di euro

Di THR ROMA

A 25 anni dalla morte di Lucio Battisti, scomparso il 9 settembre 1998, non si placa la questione giudiziaria scoppiata attorno al suo patrimonio, con capolavori  che hanno fatto la storia della canzone d’autore. Dopo il lungo contenzioso con Mogol, è ora la Corte d’appello a Milano a scrivere un nuovo capitolo della battaglia tra gli eredi dell’artista e la Sony Music: i giudici hanno confermato la sentenza di primo grado, che aveva già respinto la richiesta di maxi-risarcimento da 8 milioni e mezzo, avanzata dalla major discografica, condannandola al pagamento delle spese legali. I fatti risalgono al 2017, quando la Sony ha intentato l’ennesima causa contro gli eredi di Battisti (la moglie Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca).

L’accusa è la stessa mossa contro di loro anni prima da Mogol, storico autore, legato all’artista da un lungo e proficuo sodalizio: aver opposto un diritto di veto a qualsiasi forma di sfruttamento economico delle opere musicali di Battisti. In particolare, gli eredi sono stati accusati dalla Sony di aver revocato il mandato alla Siae per l’utilizzazione online delle opere di Battisti (impedendo, così, di diffonderle sulle principali piattaforme digitali, Spotify su tutte) e di averne ostacolato l’uso per sincronizzazioni (bloccando, quindi, la possibilità di usare le registrazioni delle canzoni nelle pubblicità di noti marchi).

La decisione della Corte milanese “è significativa per almeno tre ragioni”, spiega Simone Veneziano, legale degli eredi di Battisti. Chiarisce, per la prima volta, che i contratti stipulati da Battisti oltre cinquant’anni fa con i produttori discografici non consentono, “senza adesso il consenso” degli eredi o dei suoi editori, l’utilizzazione online o in pubblicità commerciali delle “registrazioni che incorporano le interpretazioni a suo tempo eseguite da Battisti”. In secondo luogo perché, sottolinea ancora Veneziano, se fosse stata accolta la tesi di Sony, sarebbe stato affermato il “principio eversivo secondo il quale l’utilizzazione economica di un’opera musicale, anziché dall’autore o dall’editore musicale, sarebbe governata dal produttore”. Insomma, “a ‘comandare’ sulle opere musicali non sarebbero più gli autori o gli editori musicali, ma le case discografiche. Chiunque invece sa perfettamente che chi voglia utilizzare, ad esempio in uno spot pubblicitario, una qualsiasi canzone deve farne richiesta, separatamente, sia al titolare della registrazione fonografica, sia all’autore (o all’editore musicale)” e che “ciascuno di tali soggetti è assolutamente libero di decidere se, a chi e per quale corrispettivo concedere la licenza”. In terzo luogo, perché gli eredi sono stati assolti dall’accusa di aver violato” gli obblighi di diligenza nei confronti di Sony Music”. La querelle non è finita: Sony ha annunciato il ricorso in Cassazione, gli eredi fanno sapere che “attenderanno con serenità anche questa decisione”.

Da anni il patrimonio di Battisti – dal valore stimato in 16 milioni di euro – è oggetto anche di una diatriba che coinvolge gli azionisti della Acqua Azzurra, la società creata da Battisti e Mogol nel 1969 per incassare i diritti di sfruttamento (gestiti dalla Siae) di tutta la discografia della coppia, che avrebbe poi divorziato a livello professionale negli anni ’80. Dopo la morte di Battisti, Mogol è passato in tempi recenti alle vie legali, sostenendo che la moglie e il figlio dell’artista, azionisti di maggioranza di Acqua Azzurra, hanno ostacolato lo sfruttamento commerciale del catalogo. Mogol ha chiesto un risarcimento di 8 milioni di euro e ne ha ottenuti poco più di due e mezzo.

Nel 2019, tuttavia, le opere più celebri di Battisti sono approdate sulle principali piattaforme di streaming. Un vantaggio soprattutto per i giovanissimi, che possono ascoltare su Spotify la voce di Un’avventura, appassionarsi alle Emozioni, proporre le cover dell’artista nei talent, intonare La canzone del sole, esattamente come i loro genitori, in spiaggia davanti a un falò.

(Ansa)