
Alcuni dei nomi più influenti dell’industria cinematografica europea si sono uniti all’appello per una maggiore regolamentazione delle piattaforme tecnologiche globali, all’indomani dell’insediamento di Donald Trump alla presidenza e del dichiarato sostegno al suo governo da parte di miliardari tech come Mark Zuckerberg, Jeff Bezos ed Elon Musk.
Una petizione online intitolata “Difendiamo le nostre democrazie dai giganti della tecnologia”, lanciata il 24 gennaio, ha già raccolto oltre 1.000 firme da parte di professionisti del settore in Europa. Tra i firmatari spiccano nomi del calibro della premio Oscar Juliette Binoche, del regista Volker Schlöndorff, dei due volte vincitori della Palma d’Oro Jean-Pierre e Luc Dardenne, e di autori del cinema d’autore come Marjane Satrapi, Rebecca Złotowski e Jessica Hausner.
Anche importanti figure del panorama culturale e cinematografico europeo, tra cui il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, e la scrittrice austriaca Elfriede Jelinek, vincitrice del Premio Nobel, figurano tra i firmatari della petizione lanciata su Change.org.
“Per quanto tempo ancora tollereremo che i colossi digitali di USA, Russia e Cina sfidino apertamente le leggi europee e mettano a rischio le nostre democrazie?”, si legge nella petizione, che denuncia un’offensiva senza precedenti contro la regolamentazione digitale europea da parte delle big tech americane, con un solo obiettivo: “Permettere la diffusione senza restrizioni della disinformazione, del più pericoloso hate speech, degli appelli alla violenza e delle più subdole teorie del complotto.”
Nel testo vengono citate alcune piattaforme digitali per presunte violazioni delle normative europee, tra cui la mancata conformità di X di Elon Musk alle regolamentazioni dell’Unione Europea, la decisione di Meta di Zuckerberg di interrompere il suo programma di fact-checking negli Stati Uniti (mentre in Europa resta obbligatorio), le problematiche legate alla sicurezza dei dati su TikTok (di proprietà cinese) e la presenza di contenuti illegali su Telegram, il social media creato dal programmatore russo Pavel Durov.
A differenza degli Stati Uniti, dove esistono poche barriere legislative per i colossi digitali, l’Unione Europea ha implementato una serie di leggi per garantire il rispetto delle normative su protezione dei dati e contenuti illegali, inclusi i discorsi d’odio.
Molti in Europa vedono l’uso strumentale delle piattaforme digitali come una nuova minaccia per la stabilità democratica. Musk, in particolare, ha espresso aperto sostegno ai gruppi di estrema destra nel Regno Unito e in Germania, arrivando a schierarsi pubblicamente contro politici governativi.
Nel fine settimana, il magnate ha persino preso parte all’evento di lancio della campagna ufficiale del partito ultraconservatore tedesco Alternative für Deutschland (AfD), collegandosi in diretta video.
“Solo una mobilitazione civica di massa potrà garantire una regolamentazione digitale equa, equilibrata e rispettosa per tutti i cittadini europei,” conclude la petizione. “Insieme, pretendiamo uno spazio digitale che rispecchi i nostri valori e diritti.”
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