Il blues di Alan Ritchson: “Il mio Reacher incarna il desiderio che un giorno, prima di morire, vedremo la giustizia trionfare”

"Finché la gente è disposta a guardarlo, io ci sto", ha spiegato l'attore, anche produttore esecutivo del terzo capitolo, già approvato, della serie d'azione Prime Video tratta dai bestseller di Lee Child. "Credo che tutti sappiamo distinguere il bene dal male. Tutti vorremmo che i nostri sistemi giudiziari e le forze dell'ordine fossero meno maldestri, a volte". L'intervista di THR

Questo articolo contiene blandi spoiler sui primi tre episodi della seconda stagione di Reacher.

Nel corso dei primi tre episodi della seconda stagione di Reacher, il pubblico ha ritrovato il nomade e muscoloso ex-capo di un’unità militare d’élite, protagonista dei romanzi bestseller di Lee Child, che cerca di vivere la stessa vita discreta e dal basso profilo, per quanto possa riuscirci un uomo di 1,90 m dalla struttura erculea.

Jack Reacher, interpretato da Alan Ritchson, vuole solo stare per conto suo, esplorare l’America e osservare in silenzio le ossessioni e le azioni della gente comune. Non è suo desiderio socializzare o essere coinvolto nelle vite degli altri, ma come conferma il primo episodio della seconda stagione, il suo codice morale non permette all’ex-militare di rimanere impassibile quando vede commettere un crimine. In questo caso, nota una donna che prende nervosamente dei soldi da un bancomat per consegnarli a un ladro d’auto che tiene in ostaggio suo figlio in strada.

L’istinto di Reacher capisce subito la situazione della madre sconvolta, quindi ferma il ladro d’auto e lo colpisce con la portiera del lato guidatore. Una volta terminato questo compito, però, Reacher preferisce non rimanere con la famiglia riconoscente fino all’arrivo della polizia. Se ne torna alla sua vita solitaria come se nulla fosse accaduto.

Questa stagione porta anche altre agghiaccianti e devastanti tragedie nella serie di successo di Prime Video. Basata sul romanzo di Lee Child Vendetta a freddo, in questa stagione Reacher scopre che alcuni membri dell’ex-110ª unità di investigazione speciale della polizia militare dell’esercito americano sono stati uccisi. E dal modo in cui vengono ritrovati i loro corpi, sembra che siano stati gettati da un elicottero mentre erano ancora vivi. Questo non piace affatto a Reacher e agli altri membri della 110ª unità, cioè Frances Neagley (Maria Sten), Karla Dixon (Serinda Swan) e David O’Donnell (Shaun Sipos), che si uniscono al loro ex-comandante a New York per trovare i colpevoli. Reacher vuole che gli assassini dei suoi amici e familiari facciano una fine altrettanto dolorosa.

The Hollywood Reporter ha incontrato Ritchson su Zoom, dove la star ha condiviso il suo grande entusiasmo per la partecipazione alla serie Prime, che è già stata rinnovata per una terza stagione, attualmente in produzione.

Che cosa non vede l’ora di far vedere al pubblico nella seconda stagione? Cosa vedremo di diverso, in termini di portata o di ritmo, rispetto alla prima stagione?

Ottima domanda. Un buon esempio di quello che abbiamo fatto è l’aver portato nel nostro team una nuova controfigura, Ryan Tarran, che è uno dei migliori. L’ho rubato ad alcuni dei migliori attori in circolazione, spero che siano arrabbiati per questo. Spero che provino un senso di perdita, di rimpianto e di vergogna per averlo lasciato andare. Ma ha migliorato le scene di azione – con la specificità, la pulizia dei combattimenti – portandole a un livello che non è nemmeno paragonabile a quello della prima stagione. E credo che affinare le cose in questo modo, in tutti i reparti e in piccoli modi, abbia contribuito a creare una serie davvero solida. Ma dal punto di vista tematico, la posta in gioco è più alta.

Alan Ritchson (a destra) in una scena di Reacher, seconda stagione

Alan Ritchson (a destra) in una scena di Reacher, seconda stagione

Nel libro Vendetta a freddo, per chi non l’avesse letto, Reacher si riunisce con la 110ª, la sua vecchia unità composta da investigatori speciali dell’esercito che aveva messo insieme personalmente. Loro sono il meglio del meglio e, quando alcuni iniziano a scomparire, si riuniscono per capire chi stia cercando di distruggere la vecchia guardia. La sensazione di essere in famiglia e di lavorare con la famiglia alza la posta in gioco.

Com’è stato lavorare in tandem con gli altri tre attori del cast di questa stagione (Maria Sten nel ruolo di Frances Neagley, Serinda Swan nel ruolo di Karla Dixon e Shaun Sipos nel ruolo di David O’Donnell)?

È andata molto bene! Sono stati tutti scelti benissimo. Sono entrati tutti in scena con un calore e una familiarità che si sono prestati ai personaggi che hanno interpretato, e credo che questo si senta. Se interagisci con qualcuno come Shaun Sipos, per esempio, beh… è così divertente che potrei ascoltarlo tutto il giorno mentre racconta le sue storie assurde. E in breve tempo abbiamo creato un nostro modo di comunicare, un tipo di sfottò con cui potevamo prenderci in giro e far arrabbiare l’altro. E questo è il rapporto tra Reacher e O’Donnell. Quindi, in realtà, è come se l’arte imitasse la vita da tanti punti di vista.

A Reacher piacciono le persone, in generale, o si preoccupa solo dei membri della sua unità, della sua famiglia più stretta, se vogliamo? Quando aiuta gli altri, si tratta solo di un codice che segue?

Penso che Reacher non sia infastidito dalle persone, a meno che non gli diano una ragione per esserlo. Penso che Reacher sia iper-curioso nei confronti delle persone, voglio dire, c’è anche un romanzo in cui si parla delle sue capacità di guida che sono sotto la media perché è troppo occupato ad analizzare le persone nelle auto vicino a lui. Nella prima stagione c’è stata una scena in cui dovevo guidare in un parcheggio e ho impiegato 22 secondi per entrare nel parcheggio perché guardavo tutti.

Penso che sia intensamente curioso nei confronti delle persone per capire cosa le fa muovere, cosa le spinge a scegliere tra il bene e il male, e cose del genere. Non sono Lee Child, quindi non voglio parlare a sproposito. Ma non credo che Reacher abbia una particolare simpatia o che gli piaccia davvero qualcuno che non conosce. Piuttosto, credo che ci sia in lui una profonda curiosità nei confronti dell’umanità.

Quindi, continuando con questa domanda, secondo lei qual è l’attrattiva del personaggio per il grande pubblico, che sembra essersi innamorato di Reacher (la serie originale di Prime Video più vista in assoluto)?

Questa è un’ottima domanda. Credo che a livello umano tutti sappiamo distinguere il bene dal male. E tutti vorremmo che la giustizia fosse più rapida. Vorremmo che i nostri sistemi giudiziari e le forze dell’ordine fossero meno maldestri e forse anche meno (o più) etici, a volte. In Reacher, l’incarnazione di questo desiderio si realizza in una singola persona capace di fare qualcosa per noi. È emozionante per noi pensare che forse un giorno, da qualche parte là fuori, prima di morire, vedremo la giustizia trionfare. Le persone sentono la necessità di fuggire in un mondo del genere per qualche minuto alla settimana.

Alan Ritchson in una scena di Reacher, la seconda stagione

Alan Ritchson in una scena della seconda stagione di Reacher

In questa stagione, Reacher e quel che rimane della sua unità, indagando sugli omicidi dei loro compagni, viaggiano in diverse città, soprattutto New York, ma anche Boston. Avete davvero viaggiato in tutti questi luoghi?

Siamo volati a New York ed era la prima volta che uscivo da Toronto dopo tanto tempo. Ero così entusiasta di tornare nella Grande Mela. Poi abbiamo scoperto che non era stato ottenuto il visto di lavoro per una persona che era parte integrante delle riprese, e non abbiamo potuto girare. Quindi, eravamo lì nella Grande Mela senza girare e io pensavo: “Questo è proprio da Reacher!”. Alla fine abbiamo completato quelle riprese sul green screen su un palco da qualche parte a Toronto. Abbiamo girato da qualche altra parte? No. Toronto ha tutto. Ha un profilo che ricorda New York/Manhattan e dei biscotti fantastici!

Quando la gente la vede in giro, si avvicina a lei come se fosse un Reacher in grado di risolvere i loro problemi, oppure è distaccata e sembra intimidita?

Sì, mi dicono “ho bisogno che tu ti batta contro mio cugino, è stato a casa mia ieri sera…” (ride, ndr). Io gli rispondo tipo “mi batterò contro tuo cugino, fammi vedere… è qui al centro commerciale? Se vuoi organizziamo lo scontro qui”. Interpretare Reacher ha sicuramente avuto degli effetti sulla mia possibilità di uscire in pubblico con la stessa facilità; bisogna pensarci bene, dove si va e perché. Ma soprattutto perché ho una famiglia e tre bambini piccoli. Non sai mai in che tipo di persone ti imbatterai. Alcuni pensano di avere un rapporto più stretto con te di quanto non sia, solo perché magari hanno un rapporto con il personaggio. E io mi preoccupo della mia famiglia, quindi dobbiamo essere attenti a queste cose.

So che ha un passato nella musica…

Il mio primo amore!

Ma nella seconda stagione Reacher non sembra interessarsi alla musica, come invece fa la sua unità…

Dice? Io penso che gli piaccia solo un certo tipo di musica. Gli piace il blues. Voglio dire, è venuto a indagare sulla musica a Margrave (la città fittizia della Georgia nella prima stagione), è il motivo per cui è arrivato. Credo che rispetti un certo tipo di musica. Alcuni dei blues originali, come quando ascoltavo la colonna sonora originale, ti colpiscono in un modo diverso rispetto alla musica di oggi. C’è qualcosa di veramente crudo. Quindi, no, credo che la apprezzi. Solo che deve essere ciò che lui considera musica.

Che tipo di musica le piace?

Qualsiasi cosa cantata da Justin Timberlake. Mi piace il primo Justin Bieber in acustico. Mi piace anche Taylor Swift, sono uno Swiftie.

Questo significa che è anche un fan dei Kansas City Chiefs?

Mi piacciono i Chiefs e mi piacciono anche i Cowboys!

Ricordo di aver letto da qualche parte che nella prima stagione è stato un po’ difficile per lei abituarsi allo stile di combattimento violento e brutale di Reacher. Questa tecnica è ancora utilizzata nella seconda stagione, probabilmente insieme a un addestramento aggiuntivo per le scene relative alla polizia militare nei flashback. Si è adattato?

Credo di essermi adattato. Sì, all’inizio era una cosa incredibilmente estranea per me. Voglio dire, prendere a gomitate le persone non era una cosa a cui ero abituato e mi ci è voluto un po’ di tempo per farlo capire al corpo. Ma prima ho citato Ryan Tarran, la mia controfigura, uno dei migliori lottatori al mondo: ha tre cinture nere, è molto preciso. E quando ho un secondo libero, vado alla struttura per stunt, oppure nei fine settimana vado a casa sua e lavoriamo nel suo giardino per rafforzare la mia forma fisica. Imparare sempre, perfezionare sempre. Migliorarmi sempre in ciò che il pubblico merita di vedere, ovvero combattimenti autentici fatti da me nei panni di Reacher. Sono sempre alla ricerca di modi per migliorare e ora ho qualcuno che può aiutarmi a farlo. Quindi, il corpo si è sicuramente abituato. Penso che ci siano enormi miglioramenti e credo che con il passare degli anni, ciò che possiamo fare con Reacher sarà ancora migliore.

Fa anche qualche scena senza controfigura?

Parlo bene di Ryan, ma in realtà non fa mai niente per me (ride). Se ne sta lì seduto a mangiare Craig’s Cookies, una marca di biscotti di Toronto che adoro e di cui non ho azioni, ma le acquisterei se potessi. Sì, non fa nulla, si limita a stare vicino al monitor e a criticare le mie performance e dice: “Non è abbastanza buono!”. E io: “Perché non entri lì dentro e fai il tuo cazzo di lavoro?”. E lui: “Perché non voglio farlo!”. In realtà è australiano: “Non voglio farlo, preferisco andare a mangiare un canguro da qualche parte” (tenta di fare un accento australiano, ndr). È più o meno così che suona, e non tutti mangiano il canguro. Non sto cercando di offendere i mangiatori di canguri.

Sembra che lei sia impegnato a lungo termine. Si vede nel ruolo di Reacher ancora per un po’?

Adoro farlo! Finché la gente è disposta a guardarlo, io ci sto.

(I primi episodi della seconda stagione di Reacher sono attualmente disponibili in streaming su Prime Video).

 

Traduzione di Nadia Cazzaniga