La blacklist di Hollywood in mostra allo Skirball: “Uno degli obiettivi? Esaminare il ruolo dei media”

"Un'opportunità ma anche un po' una sfida". L'esposizione, The Hollywood Red Scare, racconta la reazione della stampa davanti alle politiche anti-comuniste messe in atto nei primi anni della Guerra Fredda

La lista nera dell’industria dell’intrattenimento viene sviscerata dall’interno in una nuova mostra visibile allo Skirball Cultural Center: The Hollywood Red Scare. L’esposizione si pone l’obiettivo di raccontare quanto avvenuto durante i primi anni della Guerra Fredda: un’epoca segnata dalle indagini pubbliche della Commissione per le attività antiamericane della Camera (Huac), dalle fazioni politiche, dai pregiudizi dei media e dall’antisemitismo. Il tutto si apre con una parete ricoperta di copie di The Hollywood Reporter, il giornale d’intrattenimento dell’allora editore William R. Wilkerson che, come è noto, non solo copriva il conflitto, ma contribuiva a fomentarlo tramite la pubblicazione di nomi di simpatizzanti comunisti.

“Sono passati 75 anni da quella storia e ci è sembrato un buon momento per condividere questa vicenda locale che ha assunto una rilevanza nazionale, perché molte delle tematiche che esplora sono ancora molto attuali”, spiega a THR Cate Thurston, curatrice della mostra. Originariamente il luogo dell’esposizione era il museo ebraico di Milwaukee, ma ora si è spostata nello spazio più ampio della galleria Skirball. Thurston afferma che “è stata un’opportunità ma anche un po’ una sfida” quella di aggiungere elementi che preservassero lo spirito dell’esposizione. Questa esplora temi come moralità e responsabilità delle proprie convinzioni politiche quando lo stato ha il diritto di indagare la vita personale di un cittadino.

In tutto lo spazio sono esposti vari pezzi di materiale significativo, tra cui l’opuscolo dell’HUAC 100 Things You Need to Know About Communism (100 cose che devi sapere sul comunismo), un disegno di storyboard e un volantino del sindacato per il film Salt of the Earth del 1954, messo in risalto per la sua coraggiosa esplorazione di uno sciopero dei lavoratori nel Nuovo Messico. Tra gli oggetti esposti ci sono anche alcuni beni personali appartenenti ai membri dell’Hollywood Ten, il gruppo di produttori, registi e scrittori che furono inseriti nella lista nera dell’industria dopo essersi rifiutati di rispondere a domande sulle loro affiliazioni politiche. Presenti anche il premio Oscar e le scatole di nastri per macchina da scrivere di Dalton Trumbo, sceneggiatore della blacklist che trascorse dieci mesi in prigione dopo un’accusa di oltraggio al Congresso.

“Uno degli obiettivi che ci poniamo nella galleria è quello di esaminare il ruolo che i media come The Hollywood Reporter e l’editore originale, W.R. Wilkerson hanno avuto nel creare un’opinione pubblica negativa dei nomi nella blacklist e un’opinione positiva riguardo ciò che la HUAC stava facendo”, afferma Thurston. Poi aggiunge: “L’aspetto interessante di questa vicenda e di come si è svolta è: Come possiamo lavorare tra ideologie politiche con cui non siamo d’accordo? Come possiamo mettere da parte il disaccordo e andare avanti insieme? Perché se non lo facciamo, la democrazia non funziona. Siamo arrivati a questo punto nevralgico più volte nel corso della nostra storia e credo che ci siamo tutt’ora”.

Oltre a concentrarsi sulla politica, la mostra riflette anche sull’elemento umano. Le lettere spedite dai membri della blacklist ai loro figli dalla prigione parlano di perdita di lavoro e di tempo. Un ricco programma accompagna il tutto, arricchito da conversazioni e proiezioni incentrate sui film inseriti nella lista nera o su quelli realizzati dagli Hollywood Ten, come Vacanze Romane (a cui Trumbo lavorò non accreditato) e Odds Against Tomorrow e Force of Evil (due film dello sceneggiatore ebreo Abraham Polonsky, inserito nella lista nera).

La serie di proiezioni, secondo Marlene Braga, vicepresidente dei programmi pubblici dello Skirball, è particolarmente orientata verso il visitatore che lei definisce “superfan del cinema”. Spiega Braga: “Gli amanti della storia, e della storia del cinema in particolare, si presentano ai nostri programmi. Abbiamo considerato la programmazione di Blacklist in modo molto simile alla classica struttura di una storia in tre atti: inizio, metà, fine. Ci siamo sforzati di raccontare una storia approfondita tramite la nostra programmazione, considerando che ci sono davvero tante storie e stratificazioni intorno alla lista nera”.

Recentemente, lo Skirball Cultural Center ha reso la mostra e tutti i programmi correlati gratuiti per tutti i membri del WGA.