A vent’anni dal suo debutto italiano, Donnie Darko ritorna al cinema in una nuova versione Director’s Cut restaurata in 4K. Distribuito da Notorious Pictures, il restauro del film scritto e diretto dall’allora esordiente Richard Kelly, uscirà il 3, 4 e 5 giugno, regalando agli amanti del genere un’occasione imperdibile per immergersi nella sua dimensione unica ed enigmatica.
Donnie Darko, che vede nel cast Jake Gyllenhaal, Jena Malone, Mary McDonnell, Maggie Gyllenhaal, Drew Barrymore, Patrick Swayze e Noah Wyle, ha segnato intere generazioni di spettatori ed è diventato un autentico oggetto di culto nel corso degli anni. Il film ha rappresentato a tutti gli effetti un precursore del cinema e della serialità che negli ultimi due decenni si sono mossi tra scienza e metafisica e continua ancora oggi a suscitare diverse interpretazioni e dibattiti.
Mescolando elementi di thriller psicologico, fantascienza e dramma adolescenziale, il film trasporta il pubblico alla fine degli anni Ottanta e segue le vicende di Donnie, giovane problematico che inizia a essere tormentato da strane visioni e che, scampato per miracolo ad un incidente misterioso, in preda ad un attacco di sonnambulismo incontra il coniglio Frank, il quale gli predice la fine del mondo.
Il culto di Donnie Darko
Un film che non è nato cult, ma che lo è diventato. Gli inizi di Donnie Darko, infatti, non furono affatto promettenti. Presentato al Sundance Film Festival nel 2001 in una versione di 2h e 45’, uscito nelle sale americane nell’ottobre dello stesso anno tagliato di quasi un’ora, all’epoca non venne ben accolto dalla critica e fu anche un flop al botteghino. Arrivò nelle sale grazie all’impegno di Drew Barrymore, co-produttrice del film, e all’endorsement di Christopher Nolan, ma non fu affatto fortunato.
La distribuzione – in seguito all’attacco alle Torri Gemelle – fu costretta a ritirare la locandina originaria, in quanto ritraeva l’incidente aereo del film, e non ebbe la possibilità di condurre una buona strategia di marketing col nuovo e definitivo poster in cui giganteggiava il volto del coniglio Frank.
Un esordio “maledetto”, insomma, che però contribuì a rafforzare l’alone misterioso attorno alla pellicola, già criptica e ricca di interrogativi per la storia che portava sullo schermo.
In quegli anni il web era in forte espansione. Stavano prendendo piede i blog, i forum, e i giovani portavano in rete le loro discussioni. Tra queste, si fece largo Donnie Darko con la sua natura enigmatica e il suo finale indecifrabile. In poco tempo il film divenne un vero e proprio fenomeno culturale per una nuova generazione di spettatori, un mito per adolescenti e cinefili.
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