
In The Accountant, Christian Wolff, il contabile autistico interpretato da Ben Affleck, si lamentava di non passare abbastanza tempo nel suo camper Airstream. All’epoca, Christian manteneva il veicolo elegante, con interni in legno lucido, in un magazzino, che visitava solo occasionalmente per monitorare la sua riserva di contanti e ammirare la sua collezione d’arte. Gli eventi di The Accountant hanno portato Christian a realizzare il suo desiderio.
Dopo aver sconfitto un uomo d’affari subdolo e essersi riunito con suo fratello Braxton (Jon Bernthal), il contabile solitario fugge dall’Illinois e si mette in viaggio.
Quando ritroviamo Christian in The Accountant 2, vive in Idaho ed è alla ricerca dell’amore. Una sequenza iniziale stabilisce il tono del sequel tanto atteso di Gavin O’Connor: vediamo Christian provare con imbarazzo diversi abiti per un evento di speed dating prima che un taglio netto (montaggio di Richard Pearson) ci porti in una sala conferenze, dove le donne si mettono in fila con entusiasmo per corteggiare il nostro affascinante contabile forense.
Allontanandosi dal sentimentalismo del precedente action-thriller, O’Connor si orienta verso un registro più comico.
Presentato in anteprima al festival South by Southwest prima della sua uscita nelle sale il 25 aprile, The Accountant 2 mantiene le promesse di un sequel senza che ne esista una vera necessità.
O’Connor, sempre insieme allo sceneggiatore Bill Dubuque (Ozark) per ampliare il selvaggio universo di Christian fatto di riciclaggio di denaro e assassini su commissione.
Mentre il film precedente era un tentativo comprensibile ma goffo di esplorare la vita di un uomo autistico capace però di grande performatività, The Accountant 2 si concentra sulla relazione tra Christian e suo fratello Brax, due personaggi che i fan hanno imparato ad amare.
Si tratta di una “buddy comedy” fraterna travestita da thriller intricato (leggi: contorto) e al cardiopalma.
Bernthal e Affleck riprendono i loro ruoli di fratelli separati il cui traumatico passato infantile li ha portati in qualche modo in settori di attività affini. Le loro interpretazioni abbracciano la direzione comica di O’Connor senza perdere il nucleo emotivo della narrazione, e la chimica della coppia rafforza il film distraendoci dai dettagli inverosimili del suo mistero centrale eccessivamente complesso.
Il puzzle al centro di The Accountant 2, ruota intorno all’omicidio di Ray King (J.K. Simmons), che, dopo essere andato in pensione dal suo incarico di direttore del Tesoro, ha iniziato ad arrotondare come detective privato: è un plot che conta nella misura in cui il film ha bisogno di un propellente narrativo.
Ma Bernthal e Affleck sono la vera attrazione, e O’Connor lo sa.
Sfrutta ogni opportunità per far parlare i fratelli e segue ogni sviluppo importante del caso immaginario con un momento di legame fraterno.
Christian e Brax, separati da quasi un decennio per ragioni non del tutto chiare, si ritrovano attraverso una serie di incontri affascinanti.
Condividono birre sul tetto dell’Airstream, ballano in linea in un bar locale e riflettono sul passato mentre preparano trappole per i loro nemici. Queste sono le scene più brillanti di The Accountant 2 grazie alla naturale chimica di Affleck e Bernthal e alla capacità di entrambi gli attori di radicare le argomentazioni apparentemente superficiali nei traumi psichici dei loro personaggi.
Per la maggior parte, la regia di O’Connor è disciplinata.
Genera umorismo in quasi ogni momento: i fan del primo film troveranno molto da ammirare e per cui fare il tifo in questa divertente unione fraterna.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma