Metropolis: il “futurismo” di Fritz Lang diventa un concerto elettroacustico. E approda a Roma

Il 30 novembre la "nuova" colonna sonora del capolavoro del 1927 - completamente restaurato - sarà eseguita dal vivo dal collettivo di compositori ed esecutori Edison Studio all'auditorium Parco della Musica

Di THR ROMA

La musica come espansione di uno dei capolavori del cinema muto. Così il collettivo di compositori ed esecutori Edison Studio spiega la nuova colonna sonora elettroacustica di Metropolis, che sarà eseguita dal vivo il 30 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, per la sessantesima edizione del festival Nuova Consonanza.

La pellicola di Fritz Lang del 1927 è presentata nella sua versione più completa mai ritrovata, frutto di un raffinato lavoro di restauro operato dal laboratorio Alpha-Omega Digital GmbH di Monaco di Baviera, portato a termine nel 2010. Considerato il capolavoro del regista, Metropolis è annoverato tra le opere simbolo del cinema espressionista, ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, così come Blade Runner e Matrix.

Nella composizione di Edison Studio – formato da Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri – interagiscono suoni vocalici, suoni strumentali, meccanici ed elettronici e suoni d’ambiente: creati ad hoc ma anche attinti da fonti sonore prese in prestito dalla natura e dalla storia della musica. Portando sulla scena strumenti acustici, tradizionali e non, oggetti, strumenti informatici, orchestrati e trasformati dal vivo con le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e con le tecniche di diffusione del suono delle colonne sonore del cinema contemporaneo.

“Il carattere futuristico e visionario del film di Fritz Lang si presta perfettamente al nostro lavoro creativo basato sulla ricerca e sperimentazione di sonorità possibili e impossibili, che nascono tutte dall’interazione creativa con il film”, spiegano i musicisti. La musica di Metropolis non si uniforma al film per essere meramente al suo servizio. Piuttosto – sempre nel rispetto delle intenzioni del regista e dello sceneggiatore – aspira ad esserne un’espansione.

Il ritmo delle immagini diventa così musicale a sua volta, reinventando il tempo audiovisivo e mettendo in luce spazi e tempi altrimenti nascosti. La colonna sonora è intesa quindi come un tutt’uno, in cui anche i materiali extra-musicali, quelli che riduttivamente si potrebbero definire effetti sonori, sono parte integrante della musica.

(Ansa)