Festival Astroworld: Travis Scott parla delle morti a due anni dalla tragedia. “È stato devastante”

"Ci sono momenti in cui è dura. "Ci penso sempre. Quei fan erano come la mia famiglia", ha commentato il rapper a proposito del tragico evento che si è trovato ad affrontare nel 2021

In una storia di copertina per la rivista GQ, Travis Scott ha parlato di una delle più gravi tragedie dell’industria musicale dal vivo, che ha causato la morte di 10 persone e centinaia di feriti durante il festival Astroworld nel 2021.

In un articolo pubblicato mercoledì 15 novembre nel numero della rivista dedicato all’uomo dell’anno, il rapper nato a Houston ha raccontato il percorso e le intenzioni che hanno portato al suo ultimo album Utopia, oltre a parlare del suo ritorno in tournée. È la prima volta che il rapper si esibisce in un tour da quando, lo scorso giugno, un gran giurì del Texas ha rifiutato di incriminarlo insieme ad altre cinque persone per le morti al concerto del NRG Park.

La causa a Travis Scott per Astroworld

A seguito di un’indagine durata 18 mesi, il dipartimento di polizia di Houston ha concluso che la tragedia è stata causata dal movimento della folla e dal panico, schiacciando o ferendo alcuni dei 50.000 partecipanti all’evento. L’istituto di scienze forensi della contea di Harris ha stabilito che la morte di quelle 10 persone è stata causata da asfissia da schiacciamento ed è definibile dunque “un incidente”. Secondo il procuratore distrettuale della contea di Harris Kim Ogg, “non c’è stato alcun crimine, e nessun individuo è responsabile”.

Scott ha taciuto sull’accaduto, a parte una dichiarazione iniziale rilasciata subito dopo la tragedia e un’intervista con Charlamagne Tha God del programma radiofonico The Breakfast Club un mese dopo. Ma con l’uscita del suo ultimo album, Utopia – in cui ricorda la tragedia con la canzone My Eyes – l’artista ha parlato di come si sente a due anni di distanza dalla tragedia.

Il rapper ha spiegato di aver riflettuto sull’evento mentre lavorava alla sua ultima serie di canzoni, aggiungendo che “facendo musica, rifletti sulle cose che succedono nella vita, e ti concentri sulla situazione. Quel momento è stato devastante per le famiglie, per la città”, ha commentato, riferendosi più specificamente alle conseguenze del concerto. “E quando si è trattato di finire l’album ho ripreso a lavorarci. Anche solo l’idea di lavorare sulla musica e di dedicarmi a questo, è stata terapeutica e mi ha permesso di incanalare parte dell’energia nella produzione e nel sound e di finire l’album”.

Quando gli è stato chiesto del suo stato mentale dopo la tragedia, il rapper ha precisato che non stava “per niente bene. Ero davvero devastato”, ha spiegato. “Ci penso sempre. Quei fan erano come una famiglia. Io amo moltissimo i miei fan”. Alla domanda su come abbia deciso di affrontare la situazione, Scott ha risposto: “Ci sono momenti in cui è dura. Ti senti in colpa con quelle persone e verso le loro famiglie”.

In My Eyes, Scott canta: “Rivedo quelle notti, e proprio al mio fianco, tutto ciò che vedo è un mare di persone che ondeggiano con me. Se solo sapessero cosa farebbe Scotty per saltare dal palco e salvare quel bambino”. Il rapper ha spiegato che il brano ripercorre “le cose che affronto quotidianamente e il fatto che possano essere fraintese, le lotte della vita e tutti i suoi aspetti. Il peso costante che mi porto dietro. Una visione attraverso i miei occhi”.

“È venuta fuori mentre scrivevo”, ha rivelato a GQ. “Come ho detto, è stato un momento autentico. La canzone è molto emozionante per me. È una delle mie canzoni preferite dell’album”.

L’artista si augura che tutti coloro che ascoltano il brano “sappiano che anch’io soffro. Mi preoccupo, penso a ciò che mi sta a cuore e alle cose che vedo ogni giorno. E ogni giorno voglio cercare di cambiare le cose, di migliorarle, di migliorare me stesso. Devo affrontare la vita come tutti. Recentemente, ho dovuto affrontare qualcosa che non avrei mai potuto immaginare”.

Traduzione di Pietro Cecioni