Lily Gladstone: “Mi identifico in lei/loro. Tutti dovremmo utilizzare pronomi neutri”

Ha aggiunto: "Penso che sia bello che si parli di 'performer' e di essere tutti insieme. Credo che storicamente avere categorie di genere abbia contribuito a evitare che le donne attrici venissero cancellate"

La star di Killers of the flower moon Lily Gladstone, in una recente intervista a People, ha parlato dei pronomi nei quali si identifica come un suo modo di abbracciare le sue origini nativo-americane, e anche come “un modo per decolonizzare il genere”.

Gladstone, che si riconosce nei pronomi femminili e neutri (in inglese she/they, lei/loro, ndr), è cresciuta nella Blackfeet Nation delle riserve indiane del Montana da padre di origini Blackfeet e Nimipuu e da madre bianca. A People ha spiegato come in molte lingue delle comunità nativo-americane, Blackfeet inclusi, “non ci sono pronomi genderizzati. Non c’è ‘lui’ o ‘lei’, c’è solo il ‘loro'” (in inglese, il pronome neutrale they è utilizzato per riferirsi a una persona senza indicarne il genere, ndr).

A proposito della comunità Blackfeet, Gladstone ha affermato che “non abbiamo pronomi di genere, ma questo è invece sottinteso nei nomi. Anche questo è un pensiero non binario”, ha aggiunto la star, spiegando che suo nonno aveva un nome che significava “Iron woman”, “donna di ferro”.

“Aveva un nome in parte femminile”, spiega Gladstone. “Non ho mai conosciuto mio nonno, e non credo si identificasse come non binary, ma gli è stato dato un nome da donna perché si comportava, credo, come fanno le donne che hanno questo nome”.

“E ci sono state molte donne, storicamente e ancora oggi, a cui sono stati dati nomi maschili – continua la star – Poiché svolgono un ruolo più simile a quello di un uomo nella società”.

I pronomi di Gladstone

Riguardo i suoi pronomi, Gladstone ha dichiarato di utilizzarli “in parte come modalità per decolonizzare il genere per sé stessa”. “Utilizzo lei/loro per accettare il fatto che in un gruppo di donne, so di essere leggermente differente. E so di non sentirmi un uomo quando sono in un gruppo di soli uomini”, aggiunge. “Non mi sento mascolina, anzi sono più femminile quando attorno a me ci sono altri uomini”.

“Nelle cerimonie, molte volte il luogo in cui ci si siede nel cerchio riguarda il genere”, spiega Gladstone. “Mi capita di sedere in cerchi che sono molto accoglienti per tutta la nostra gente. E ho visto persone cambiare il posto nel cerchio in base a come si sentivano quel giorno”.

Gladstone, nell’intervista, ha raccontato inoltre di aver preso consapevolezza da giovane del suo riconoscersi in pronomi neutri. “Ricordo che avevo 9 anni e che ero un po’ scoraggiata, vedendo come spesso molti dei miei cugini maschi venissero scambiati per ragazze solo perché portavano i capelli lunghi”, racconta Gladstone.

“Credo che succeda a molti bambini, soprattutto ai ragazzi nativi che lasciano una comunità in cui i capelli lunghi vengono celebrati e poi vengono presi in giro per questo. Mi ricordo che all’epoca pensavo: ‘tutti dovremmo utilizzare pronomi neutri'”.

Non più attori e attrici, ma performer

Gladstone ha parlato anche delle categorie di genere nelle premiazioni, che negli ultimi anni hanno ricevuto maggiore attenzione. Ai Gotham Awards e agli MTV Movie & TV Awards, la Los Angeles Film Critics Association e gli Independent Spirit Awards hanno optato per categorie neutre dal punto di vista del genere. Gladstone sarà presidente onoraria della cerimonia degli Independent Spirit Awards del 2024.

“Penso che sia molto bello che si parli di ‘performer’ e di essere tutti insieme. Credo che storicamente avere categorie di genere abbia contribuito a evitare che le donne attrici venissero cancellate, perché credo che storicamente la gente tenda a onorare di più le performance maschili”, dichiara Gladstone.

“Conosco molte attrici che sono molto orgogliose della parola ‘attrice’ o che sono molto orgogliose di essere un’attrice. Non so, forse è solo una questione eccessivamente semantica: se non c’è una ‘miglior direttrice’, allora non dovrebbero esserci attrici”.

Gladstone è stata premiata per il ruolo di Mollie Burkhart, la moglie Osage di un uomo bianco, Ernest (Leonardo DiCaprio), in Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, basato sul libro saggistico del 2017 di David Grann su una serie di omicidi di Osage in Oklahoma negli anni Venti.

Gladstone è candidata ai Golden Globe e ai Critics Choice Award come miglior attrice ed è stata nominata miglior attrice dal National Board of Review e dal New York Film Critics Circle.