Scarlett Johansson schiera gli avvocati contro l’intelligenza artificiale: è la prima volta a Hollywood

Dopo Tom Hanks, vittima a ottobre del furto della propria immagine digitale, anche l'attrice è diventata protagonista a sua insaputa dello spot una app per manipolare le immagini. Il suo avvocato a Variety: "Affronteremo la questione con tutti i metodi legali a nostra disposizione"

Prima Tom Hanks, adesso Scarlett Johansson. Dopo aver fatto la storia citando in giudizio la Disney ai tempi di Black Widow nel 2021 (per i mancati accordi sull’uscita simultanea del titolo in sala e piattaforma), oggi Johansson è tra le prime celebrità a rivalersi legalmente su un’azienda di intelligenza artificiale per aver usato – senza il permesso – la sua immagine.

L’applicazione, che consente agli utenti di manipolare le proprie fotografie con filtri e sfondi personalizzabili, si chiama Lisa AI: Yearbook and Avatar, e fino a pochi giorni fa pubblicizzava in uno spot di poco più di 20 secondi – promosso su X/Twitter il 28 ottobre, ora rimosso – le proprie straordinarie capacità grafiche proprio a partire da una clip (vera) dal backstage di Black Widow. Protagonista del breve video, Johansson (vera) che invita il pubblico a seguirla (“Come va ragazzi? Sono Scarlett e vorrei che mi seguiste”). Dopo pochi istanti, le immagini animate si trasformano in una serie di foto della stessa attrice (generate dalla IA) e accompagnate dalla voce (sempre generata dalla IA) di Johansson che invita all’acquisto dell’applicazione (“Non si limita solo agli avatar. Potete anche creare immagini con testi e persino dei video grazie alla IA. Penso proprio che non dovreste lasciarvela scappare”).

Un incidente simile era già capitato un mese fa al collega Tom Hanks, il cui doppione digitale – illegalmente riprodotto – pubblicizzava su internet un piano dentario: l’attore aveva reagito pubblicando un post su Instagram dissociandosi dall’operazione e avvertendo gli utenti della truffa in corso. 

Forse proprio in virtù di questo precedente, l’azienda di Lisa AI aveva pensato di tutelarsi facendo seguire allo spot un breve avvertimento: “Le immagini prodotte non hanno nulla a che fare con la persona rappresentata”. Ma non è bastato.

In una dichiarazione concessa a Variety, l’avvocato di Johansson, Kevin Yorn, ha detto di non voler prendere queste cose “alla leggera. Come nostra consuetudine in queste circostanze, affronteremo la questione con tutti i metodi legali a nostra disposizione”.

La California, spiega Variety, prevede la possibilità di una causa civile per l’uso non autorizzato di “nome, voce, firma, fotografia o immagine” personale a scopo pubblicitario o promozionale. Tuttavia, fino a questo momento, la maggior parte delle celebrità avevano risolto la controversia richiedendo la rimozione del video o delle fotografie contraffatte: il caso di Johansson crea, ancora una volta, un interessante precedente.