“Voglio essere libera di essere libera”: l’appello di Una Nessuna Centomila per l’8 marzo

Anna Foglietta, Vittoria Puccini, Vanessa Scalera, Caterina Caselli e Valentina Romani tra le artiste che sottoscrivono la campagna per la Giornata internazionale dei diritti delle donne. La clip del loro videomessaggio

Di THR ROMA

Nel giorno dedicato ai diritti delle donne, alcuni e alcune rappresentanti del laboratorio artistico della fondazione Una Nessuna Centomila raccontano il loro “Voglio essere libera”.

La Fondazione Una Nessuna Centomila, nata nel luglio del 2022 da un’idea di Giulia Minoli, Celeste Costantino e Lella Paladino insieme a Fiorella Mannoia, sostiene i centri antiviolenza e promuove la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, anche attraverso un cambiamento culturale nella società, utilizzando linguaggi artistici e immediati come la musica, il teatro, il cinema ed entrando nelle scuole italiane con iniziative educative sull’affettività, coinvolgendo insegnanti, ragazzi e ragazze. E per questo tornerà anche sul parco dell’Arena di Verona a maggio con un concerto omonimo.

La campagna dell’8 marzo

La fondazione in occasione dell’8 marzo ha lanciato la nuova campagna, “Voglio essere libera”, così commentata dalla Giulia Minoli: “Per la fondazione Una Nessuna Centomila l’8 marzo è l’occasione per ricordare le conquiste del passato e celebrare le donne che le hanno portate avanti per tutte quante noi. Il pensiero da questo punto di vista non può non andare a Marisa Rodano, che ci ha lasciato il dicembre scorso, ultima parlamentare vivente della prima legislatura italiana, partigiana e attivista, a cui dobbiamo la scelta della mimosa come simbolo della festa della donna.

Ma questa è una ricorrenza in cui è doveroso anche fare dei bilanci, capire quanto di quel patrimonio conquistato sia realmente acquisito e saldo, e quanta strada e quanto impegno abbiamo ancora davanti nel cammino verso l’emancipazione femminile. Siamo parte di quel femminismo intersezionale che guarda a tutte le donne, non solo a quelle italiane. Nella giornata internazionale delle donna ci sono paesi come la Francia che festeggiano l’entrata in costituzione del diritto all’aborto e paesi in cui questo diritto viene ancora negato. Ci sono donne che pagano più di chiunque altro l’orrore e l’ingiustizia della guerra, ed è a tutte loro che questa giornata deve parlare”.