Il cassetto segreto: una clip del documentario diretto da Costanza Quatriglio (Esclusiva)

"La casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto", dichiara la regista parlando del lavoro dedicato al padre giornalista. Un viaggio di fotografie e negativi tra memoria personale e collettiva. Dal 18 aprile al cinema

Di THR ROMA

La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nell’abitazione dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla regione siciliana l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento. È Il cassetto segreto, il film documentario diretto da Costanza Quatriglio, presentato con successo nella sezione Forum al festival di Berlino, prodotto da Indyca, Luce Cinecittà con Rai Cinema, uscirà il 18 aprile distribuito da Luce Cinecittà.

Comincia così un viaggio sentimentale attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli anni Quaranta in poi in Europa e nel mondo, e le riprese effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza. Palermo e la Sicilia, con la loro storia e la loro cultura, sono il punto di osservazione del mondo da cui tutto parte e a cui tutto torna.

Il cassetto segreto: la Sicilia, l’Europa, il mondo

“La scoperta di oltre 60mila negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore, mi ha fatto comprendere che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti”, dichiara la regista Costanza Quatriglio.

“Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto personale e articolato che si dipana dalle sue mura per abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia – continua Quatriglio – come nelle tracce ritrovate ho riconosciuto la mia stessa educazione sentimentale, allo stesso modo portare il cinema nella mia casa mi ha permesso di compiere un passaggio di trasfigurazione e comprensione profonda del tempo del distacco”.

Un cassetto dai cui escono i ricordi di un papà e di una bambina. Ma anche inaspettati la voce di Carlo Levi, i ricordi di Jean Paul Sartre, la stretta amicizia con Leonardo Sciascia. E le foto di Anna Magnani, Cary Grant e Ingrid Bergman, l’auto scatto mancato con Enrico Fermi, e quel disegno di Renato Guttuso e i pomeriggi con il poeta Ignazio Buttitta. Ma anche il terremoto del Belice e il muro di Berlino, la Parigi e l’America degli anni Cinquanta. Su e giù per il Novecento, su e giù per il mondo.

Giuseppe Quatriglio – l’”instancabile ricercatore di cose siciliane”, come lo definiva l’amico Sciascia – è stato un punto di riferimento per il giornalismo in Sicilia, ma non solo. Grande viaggiatore (lo hanno definito “Argonauta, con il vello d’oro per bagaglio”), è stato corrispondente in America e ha collaborato con molte importanti riviste italiane. Accanto al giornalismo, la letteratura: finalista Strega nel 2000 con Sabìr è noto soprattutto per Mille anni in Sicilia, tradotto in più lingue e ancora nelle librerie. Ma anche la fotografia (premio Pannunzio per il giornalismo fotografico), è stato un modo per raccontare il mondo e diventarne testimone d’eccezione.