Ava DuVernay: “Ai registi afroamericani viene ancora detto che non possono partecipare ai festival internazionali”

È la prima donna nera americana in concorso alla Mostra. Troppi autori del black cinema prima di lei, afferma, sono stati scoraggiati e convinti a non candidarsi alle kermesse sparse per il mondo per il timore di non essere capiti né apprezzati

Ava DuVernay è entrata nella storia della Mostra del Cinema di Venezia, diventando la prima regista statunitense nera in 80 anni di storia a presentare un film in concorso. DuVernay ha parlato di questo traguardo storico durante la conferenza stampa di Origin, presentato in anteprima mondiale mercoledì 6 settembre, spiegando che i registi neri statunitensi sono portati a credere che i festival cinematografici internazionali non siano luoghi adatti al loro lavoro.

“Ai registi neri viene detto che le persone amanti del cinema in altre parti del mondo non sono interessate alle nostre storie e ai nostri film”, ha detto. “È una cosa che ci viene ripetuta spesso: non potete partecipare ai festival internazionali, non verrà nessuno, la gente non si presenterà alla vostra conferenza stampa, la gente non verrà alle proiezioni, non gli interesserà vendere i biglietti, potreste anche non essere ammessi al festival, quindi non candidatevi. Non so dirvi quante volte mi hanno detto ‘Non candidarti a Venezia, non sarai ammessa’. Ma quest’anno l’ho fatto.”

Commentando di conseguenza anche il fatto che Venezia ha ammesso la prima donna afroamericana solo dopo otto decenni, DuVernay ha affermato che Origin ha “aperto le porte e confido e spero che il festival le mantenga aperte”. Quando un giornalista a Venezia le ha chiesto i dettagli della lavorazione di Origin, DuVernay ha specificato di aver apprezzato molto la domanda, perché “spesso, come regista donna nera, le domande che mi vengono poste riguardano la razza o l’essere donna, tutto tranne la parte cinematografica”.

Un lavoro in continuità con il movimento Black Lives Matter

Origin si ispira alla straordinaria vita e al lavoro della vincitrice del Premio Pulitzer Isabel Wilkerson – interpretata dalla candidata all’Oscar Aunjanue Ellis (Una famiglia vincente – King Richard) – mentre scrive il suo libro fondamentale, Caste: The Origin of Our Discontents. Coinvolta in una tragedia personale che si riflette in un contesto globale, Wilkerson intraprende un percorso di indagine e scoperta. Nonostante la portata colossale del suo progetto, la scrittrice scopre la bellezza e il coraggio del realizzare uno dei libri di saggistica americani più importanti degli ultimi anni. DuVernay ha affermato che, parlando con Wilkerson, “l’idea per il libro è iniziata con l’omicidio di Trayvon Martin” (adolescente ucciso per strada da un vigilantes. Dal suo omicidio è nato il movimento Black Lives Matter, ndr). Questo ha influenzato la sua decisione su come concludere il film.

L’autrice ha aggiunto: “Sono stata molto colpita dall’omicidio di Trayvon Martin, quindi questo è diventato un punto in comune tra me e Isabel: essere così emotivamente connesse alla sua morte. È stata una mia scelta e un mio onore aprire il film sul suo volto e chiudere il film sul suo volto”. Nel film recitano Jon Bernthal, Niecy Nash-Betts, Vera Farmiga, Audra McDonald, Nick Offerman, Blair Underwood, Finn Wittrock, Jasmine Cephas-Jones e Connie Nielsen. Paul Garnes e DuVernay hanno prodotto Origin con la Array Filmworks, casa di produzione della regista. Oltre a DuVernay e Garnes, il team di artisti dietro Origin è guidato dal direttore della fotografia Matthew J. Lloyd, ASC, dalla scenografa Ina Mayhew, dal montatore Spencer Averick, dal compositore Kris Bowers, dalla costumista Dominique Dawson e dalla direttrice del casting Aisha Coley.

Il film è stato acquisito da Neon per la distribuzione mondiale il giorno prima della sua anteprima a Venezia, dopo un processo di negoziazione descritto come “competitivo”.

Traduzione di Pietro Cecioni